Domenica 13 Novembre a Valgrana (CN) - Incontro-laboratorio sul tema: La visione simbolica di Dante

LA VISIONE SIMBOLICA DI DANTE

Quanti considerano la “Commedia” un’opera straordinaria e meravigliosa di sublime poesia ma di non facile comprensione visto che è stata scritta in un linguaggio che sembra essere molto distante dal nostro?

Quanti pensano che il poema sia il racconto di un visionario che sogna di aver visitato i tre Regni?

Quanti sono convinti che il racconto non li riguardi minimamente?

Molti hanno posizioni simili e noi pensiamo sia utile offrire una lettura un po’ diversa che invitiamo a considerare, almeno all’inizio, come una semplice ipotesi di lavoro.
Desidereremmo farlo illustrandovi solo alcuni significativi passi dell’opera sufficienti, però, a offrire una chiave di lettura completamente nuova, un approfondimento che potrà essere utile, se lo si desidera, per comprendere, sotto una luce completamente diversa, tutta l’opera somma di Dante.
 

Nella celebre classificazione dei quattro sensi esposta nel secondo libro del Convivio, Il Poeta stesso afferma che la sua Opera può essere letta a quattro livelli diversi di comprensione.

Questi sono:

- Il livello letterale, che riguarda il significato di superficie della narrazione, la “fabula”.

- Il livello allegorico, è quello che rimanda ad un altro significato, collegato al senso letterale da un rapporto di analogia.

- Il livello morale, cioè si intende ricavare dai fatti raccontati un modello di comportamento, un'idea di bene e di virtù, un insegnamento quindi morale.

- Il livello anagogico (da anà, in alto; agogico, portare) rimanda alle verità spirituali più profonde

Dante chiama l’anagogia “sovrasenso” per sottolineare il significato profondo che contraddistingue questo livello di lettura del testo sacro; significato che ci permette di salire alle più elevate verità spirituali, illuminandoci altresì sulle cose future, in una prospettiva concernente la salvezza e l’elevazione dell’uomo che rinnova se stesso attraverso tre fasi distinte e consequenziali.
 

Tenteremo, nel corso del nostro incontro, di affrontare il “filo conduttore” che ci permette di percepire questo “sovrasenso” con la speranza che sia possibile a tutti di poter così afferrare il significato profondo della celebre esortazione dantesca:


O voi ch’avete li ‘ntelletti sani

mirate la dottrina che s’asconde

sotto ’l velame de ‘li versi strani.

 

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Articolo pubblicato il 08/11/2016