Cronaca dai quartieri di Torino - Targa ricordo per il Trio Lescano

Scoperta in via Artisti 26

Venerdì 14 ottobre alle ore 10,00 si è svolta la cerimonia di scoprimento di una targa a ricordo del Trio Lescano in via degli Artisti 26. 

Giunte a Torino nel 1935, presero inizialmente alloggio con Portino in un appartamento in via Lanfranchi 24 (gli altri tre successivi furono: in piazza Vittorio Veneto 23, presumibilmente dal gennaio del ’37, in via degli degli Artisti 26, dal 26 settembre ’40 circa al ’43, in via Cesare Battisti 3, nella pensione per artisti gestita dalla famiglia Martellacci, stabilmente dal 15 ottobre 1945 al giugno ’48 Alessandra e Giuditta, alla fine del ’52 circa Caterinetta).

Eva e le due figlie, consce di non poter più intraprendere faticose tournées, e d’altra parte probabilmente ormai stanche di condurre quel treno di vita dalle origini circensi, erano ansiose di tentare nuove vie per esprimersi artisticamente, e nel contempo sbarcare il lunario.

Già negli spettacoli delle Sunday Sisters coreografie e numeri di danza erano spesso accompagnati col canto; fu dunque al canto che esse s’indirizzarono:

«Giunto in Italia, il Duo Lescano si esibì nei tabarins nei suoi numeri di danza. Volendo un giorno fare un ingresso in scena cantando, si rivolse a Carlo Prato perché lo aiutasse»

ebbe più tardi a ricordare Riccardo Morbelli.

Decisiva fu, appunto, la conoscenza, presso lo storico negozio di strumenti musicali Chiappo in piazza Vittorio Veneto angolo via Bonafous, del maestro Carlo Alberto Prato (Susa, 1909 - Torino, 1949), uno dei curatori dei programmi musicali della sede torinese dell’EIAR: il quale, udite cantare Alexandrine e Judik, e appreso dell’esistenza d’una terza sorella, Catharina, che studiava e viveva a L’Aja, suggerì ad Eva di portarla a Torino, impegnandosi a impartire alle tre ragazze lezioni di canto.

Il suo intento era di costituire un trio sull’esempio delle statunitensi Boswell Sisters, che proprio allora, dopo una carriera ultradecennale avevano sciolto il loro complesso artistico. Eva si recò in Olanda e tornò con Catharina, la cui voce, dal timbro sopranile, era la più alta e gradevole.

A differenza delle Boswell Sisters, musiciste fatte e finite, nonostante i precedenti familiari le sorelle Leschan non avevano che vaghissime cognizioni musicali e non sapevano (né mai seppero) leggere il pentagramma.

Dopo qualche mese d’intensissime lezioni (della durata quotidiana di otto-dieci ore, e talvolta anche di più, domeniche incluse, com’è riportato anche da altri testimoni oltre alle dirette interessate), Prato riuscì a produrre il miracolo: individuando di ciascuna la giusta tonalità di voce e insegnando loro il canto armonizzato, al punto tale che (l’affermazione è del maestro Cinico Angelini) esse appresero ad «auto-armonizzarsi», lasciando ammirato per la loro bravura il compositore Pietro Mascagni.

 

 


 

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Articolo pubblicato il 16/10/2016