Torino, domenica 9 ottobre i consiglieri comunali eleggono il Consiglio Metropolitano

Un voto che potrebbe riservare sorprese

Tutto è pronto per il voto cui saranno chiamati i consiglieri comunali ed i sindaci dei 315 comuni dell’ex provincia di Torino, soppressa dalla Legge delirante dei ministro Delrio. L’ufficio elettorale delle città metropolitana ha diffuso nuovamente le principali norme che così sintetizziamo.

Le liste presentate  sono tre: Movimento 5Stelle, con 18 candidati; Città di città, con 10 candidati; Lista civica per il territorio, con 17 candidati

Domenica 9 ottobre le operazioni di voto si svolgeranno dalle 8 alle 23 nel seggio centrale costituito presso la sede della Città Metropolitana, a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, in via Maria Vittoria 12 a Torino, nonché nelle dieci sezioni distaccate nelle sedi dei Comuni di ChieriChivassoCirièCollegno,IvreaMoncalieriPinerolo, Rivarolo CanaveseSettimo Torinese e Susa.

I sindaci e i consiglieri dei singoli Comuni prenderanno parte alle operazioni di voto esclusivamente presso il seggio di competenza.  Per ciascun seggio sono state formate singole liste elettorali, comprendenti i sindaci e i consiglieri dei soli Comuni appartenenti al rispettivo seggio. Le operazioni di scrutinio nel seggio centrale e in ogni sottosezione avverranno a chiusura delle operazioni di voto. I dati confluiranno poi all’Ufficio elettorale centrale.

Le operazioni di verifica da parte dell’Ufficio elettorale centrale, finalizzate alla proclamazione degli eletti, inizieranno alle 8 di lunedì 10 ottobre.

Come prevede la legge 56, sono elettori i sindaci e i consiglieri comunali dei Comuni ricompresi nel territorio della Città metropolitana in carica alla data delle elezioni. Possono essere eletti alla carica di componenti del Consiglio i sindaci e i consiglieri dei Comuni ricompresi nel territorio della Città metropolitana in carica alla data corrispondente al termine finale fissato per la presentazione delle liste.

Ciascun elettore - Sindaco o Consigliere di un Comune rientrante nel territorio della Città Metropolitana - esprime un voto che viene ponderato sulla base di un indice determinato in relazione alla popolazione complessiva della fascia demografica del Comune di cui è sindaco o consigliere. Per ogni fascia demografica di Comune sono previste schede elettorali di colore diverso.

Ciascun elettore può esprimere, inoltre, nell’apposita riga della scheda, un voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere metropolitano compreso nella lista, scrivendone il cognome o, in caso di omonimia, il nome e il cognome. Il valore del voto è anch’esso ponderato.

In questa tornata elettorale, resasi indispensabile per la fine della sindacatura Fassino a Torino, tutto formalmente procede senza scosse  nello schieramento del Centro destra (Lista Civica per il territorio) nata dall’accordo tra Forza Italia, Lega Nord, Lista Rosso ed altre minori).

Qualche baruffa sui candidati da appoggiare sta invece sorgendo nella lista Città di Città ispirata dal PD. C’è la caccia alla preferenza dei consiglieri comunali di Torino, il cui voto, per via dell’astruso meccanismo, sarà certamente determinante per l’elezione del consigliere metropolitano.

Si preannunciano trombati eccellenti rispetto all’attuale composizione del consiglio. Dall’esito si potrà constatare, quali in effetti saranno le fazioni dominanti all’interno del partito torinese, sempre che la faida non continui ed intacchi il già irrequieto gruppo consigliere delle regione, che da tempo chiede un rimpasto nella giunta Chiamparino.

Nessun problema tra i consiglieri el M5S che, sempre per il meccanismo già citato, contano di conquistare anche qui la maggioranza. Ma, in casa loro le sorprese potrebbe riservarle la sindaca Appendino.

La città metropolitana, anche a causa del mancato trasferimento dei fondi governativi, chiude un bilancio con un deficit di 27 milioni e nelle casse di via Maria Vittoria mancherebbero addirittura i fondi per lo svolgimento dell’attività ordinaria dell’ente ad iniziare dal riscaldamento delle scuole al trasporto degli studenti.

Perché Chiara Appendino dovrebbe accollarsi, sin dal primo giorno, oneri di cui non è responsabile? Chissà se qualche solerte leguleio non sita per proporle un via d’uscita, legale, ma di sensazione ed effetto?

In attesa dei mal di pancia del PD e del risalto mediatico delle prese di posizione della sindaca Metropolitana, spiace constatare che, anche da parte del M5S, nelle more del voto e, in vista del referendum del 4 febbraio, nessuno abbia rialzato il velo sull’incongrua abolizione delle province la cui utilità è indubbiamente più sentita rispetto alle regioni, pletoriche e sprecone.

Riforma, è bene non dimenticare che ha tolto ai cittadini l’espressione elettorale, imponendo a capo dell’Ente il sindaco del capoluogo che tecnicamente non potrebbe ottenere i suffragi degli elettori di comuni che incontrano problematiche opposte rispetto alla grande città e con i quali non ha nulla a che spartire.

Una tiratina d’orecchie, ovviamente simbolica, gli elettori la troveranno da parte del movimento. Piemonte Stato, davanti a Palazzo Cisterna.

“Domenica 9 ottobre, ci precisa la segreteria del movimento identitario, ci sarà un nostro presidio davanti a Palazzo Cisterna. Spiegheremo cosa  è cambiato in questi anni con la città metropolitana e cosa è stato deciso per tutti senza chiederci alcun parere e, conclude la nota, soprattutto senza che siano stati eletti da noi cittadini”

Dignità innanzitutto, La perdita della democrazia diretta è partita dalla province, si propagherà al senato e poi?

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Articolo pubblicato il 06/10/2016