DEUTSCHE BANK e COMMERZBANK a braccetto per rischiosità

Ancora una volta il sistema bancario tedesco supera per negatività quello italiano.

Il mese di luglio 2016 è stato uno dei peggiori per la Deutsche Bank, il cui titolo ha perso il 20 % in una sola settimana. Sull’Istituto si sono riversate in contemporanea,  la bocciatura agli stress test della FED e il report molto negativo da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Oltre ai diversi scandali per operazioni poco lecite la gravita della situazione nella quale ancora oggi versa il colosso tedesco, il cui titolo ha perso oltre il 50% da inizio anno,  sono i 30, o forse molti di più, miliardi di euro di derivati livello 3: strumenti finanziari estremamente rischiosi e di difficile commercializzazione.

Oggi la situazione non è assolutamente migliorata, anzi sotto un certo aspetto è peggiorata, sia perché il cancelliere tedesco Angela Merkel ha comunicato all’Istituto che non ci saranno da parte sua aiuti di stato, sia perché la banca ha recentemente ricevuto dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti una multa  di 14 miliardi di US $ per scorrettezze nella vendita di titoli cartolarizzati. Peraltro è notizia recentissima che a seguito di intensi colloqui tra la Banca e il Dipartimento americano, quest’ultimo sembrerebbe disposto a ridurre la richiesta a circa 5 miliardi di dollari.

Il 30 settembre, la Commerzbank, altra grande banca tedesca ha annunciato il taglio di 9.000 posti di lavoro entro il 2020 e la sospensione del dividendo agli azionisti.

Sembrerebbe quasi la giusta punizione verso i tedeschi, sia per le frecciate negative che da anni la Merkel lancia contro le banche italiane, ma ancor di più per la messa in discussione e le cause collettive intentate sin dal luglio 2012  dai tedeschi contro il programma Outright Monetary Transactions (OMT) che dava alla BCE la possibilità di acquistare senza limiti, titoli di stato a breve termine di Paesi a rischio di insolvenza; programma che peraltro non fu mai usato dal Presidente BCE Mario Draghi che, per stimolare l’economia dell’Eurozona, preferì usare il Quantitative Easing.

Ovviamente l’OMT è un programma tuttora utilizzabile, ma se Draghi dovesse o  volesse utilizzarlo, le tensioni tra la Corte di Giustizia dell’Unione Europea che a suo tempo ne ha dichiarato la totale legalità e  confermato il carattere di politica monetaria e non fiscale, contro l’interpretazione contraria della  Corte Costituzionale tedesca, la diversità di vedute potrebbe creare dei seri problemi per lanciare una efficace politica economica per l’Unione Europea.

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Articolo pubblicato il 06/10/2016