Torino, chi protegge i tir killer?

Il silenzio della politica politicante. Solo Marrone e Piemonte Stato danno segni di vita

Sono trascorsi all’incirca dieci giorni, da quando un Tir condotto da un camionista slovacco e ubriaco, ansioso di bruciare kilometri a dispetto di vite e regole, dopo aver seminato panico e due incidenti con feriti in tangenziale, è andato a schiantarsi contro un auto al casello di Rondissone, uccidendo i genitori e ferendo gravemente i tre figlioletti a bordo di un’auto andata distrutta, mentre lui proseguiva sereno la folle corsa.

E’ stato poi stato arrestato, dopo numerose segnalazioni di automobilisti, solamente perché si era fermato in una stazione di servizio per acquistare altro alcool, fiero di ver percorso oltre 100 kilometri  senza essere  stato bloccato.

Si sono poi verificati, sempre sulle nostre strade piemontesi, altri incidenti, causati da Tir o furgoni. Anche un agente della Polizia stradale è stato travolto. Ma, a prescindere dai fatti eclatanti e delittuosi, sono costanti i comportamenti tenuti dagli autisti dei bestioni della strada in disprezzo delle regole. Permane  il pericolo incombente di gravi incidenti che, viste le dimensioni dei mezzi, rappresentano  agguati a chi si trova sul loro cammino.

Ma, nei palazzi, tutto tace. E’ arcinoto che, dietro a padroncini e autotrasportatori c’è una lobby potentissima, in grado di  condizionare i governi, minacciando di bloccare il Paese, ogni qual volta il governo non è prono alle loro richieste.

La lobby agisce impunita. Nel nostro Paese ove l’automobilista è ormai diventato la mucca da mungere da parte del fisco, i tir fanno il bello e il cattivo tempo.

In altri paesi non si smercia o consumano bevande alcooliche nei punti ristoro delle autostrade, mentre da noi, l’importante è vendere e incrementare il business, anche se aumentano oggettivamente i pericoli per chi si trova a circolare sulle strade.

Non sono state introdotte disposizioni rigide sui limiti agli orari di guida dei veicoli, alla velocità ed al rispetto delle norme più elementari del codice della strada. I controlli poi sono sporadici e perfino chiacchierati.

Gli autisti stranieri, come i clandestini che stazionano sulle nostre strade, sicuri dell’impunità certa, si beffano ancor più di ogni limite e regola di convivenza civile.  E’ ormai pacifico, dal silenzio del palazzo, l’esistenza della sudditanza del potere e dei partiti a questa lobby che ormai governa traffico e circolazione.

Dopo questo caso che, a  differenza dell’impermeabilità del palazzo,  ha allarmato l’opinione pubblica, sono mancate prese di posizione di ogni tipo.

Si contano le mosche bianche.  E’ sceso in campo Maurizio Marrone con una denuncia circostanziata e una presa di posizione solidale. “La folle corsa del Tir sulla Torino-Milano che ha coinvolto una decina di persone causando addirittura la morte di due genitori, lasciando orfani i  figli, merita una riflessione, dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Regionale. 
Ci chiediamo se l'intervento per fermare l'ubriaco sia arrivato tardivamente e, in tal caso, le ragioni di questa mancanza. 
Il Tir avrebbe percorso addirittura delle zone della città e troppi chilometri per passare inosservato tanto più che i sinistri sono stati molteplici prima dell'intervento delle autorità.
Non si può bloccare la città, ieri inagibile e supersorvegliata per la visita del Presidente della Repubblica, e poi consentire che sotto il nostro stesso naso un uomo ubriaco alla guida faccia così rilevanti danni addirittura uccidendo delle persone”.
“Intanto, conclude Marrone, Fratelli d'Italia offrirà assistenza legale gratuita a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa corsa omicida affinché abbiano tutela in ogni sede”.

Denuncia gravissima , con circostanze  non smentite dal questore. Ciò sta a dimostrare come la stucchevole parata di regime che ha coinvolto la passerella del presidente della repubblica tra le bancarelle del Salone del (dis)gusto, sia stata considerata prioritaria rispetto all’incolumità dei cittadini.

L’altra presa di posizione giunge dal movimento identitario “Piemonte Stato, che in concomitanza con la strage di Rondissone, ha voluto, nelle lettera indirizzata al Prefetto ed al Questore  che riportiamo, manifestare lo stato dei fatti che ogni giorno si verificano sulle nostre strade, senza che controlli o denunce turbino la vita dei lobbisti del Tir.


“Bondì M.sù Saccone, i-j scriv sta litra-sì për ciameje ‘d fé tedia a la sircolassion dij bìlich arlongh la tangensial ëd Turin. Sensa arporteje ‘d cifre e le neuve ch’a-i è si soens ant le gasëtte, a basta përcore ‘n tochetin dë st’autostrà për visesse ch’a l’è ‘n rabel. Sti mojen peisant a surpasso motobin pi lest che lòn ch’as peul, chiel a peul figuresse lòn ch’a-i riva ch’ora ch’a deuvo arestesse tratant ch’a coro parej. Donca, dagià che sti safeur e sòj titolar a smija ch’a l’han pa ‘d por ëd pijé dle contravension, i vorërìo ciameje ‘d buté pi ‘d cìvich e pi vajant, parej s’as fan pa ‘d sagrin për na menda, as fan ëd sagrin për ël temp pressios che a peulo perde s’a-j ferma ‘n longh e fastudios contròl, ch’a nacia la pontoalità ‘d soe consegne. I speroma che për pijé i giust deuit anvers ës prìvol grav a ventrà nen speté ‘d conté ‘j mòrt.
Bin obligà për soa atension.

Noi vogliamo ribadire, se ce ne fosse ancora bisogno, che questa anomalia (perché di anomalia italiana si tratta, basta uscire dai confini italiani per vedere che le cose cambiano) potrebbero rientrare con uno stato efficiente e serio. Il Piemonte ha tutti i numeri per poterlo essere, basta che non sia più italiano. Indipendenza unica soluzione.

I tornoma fortì, s’a-i fèissa ancora damanca, che dij darmage foravìa parej (tipicament italian, s’i seurte fòra dij finagi dl’Italia i s-ciàire che j’afé a cangio) as povrìa arzòlve con n’ëstat vajant e serios. Ël Piemont a pouvrìa vnìlo bintòst, basta ch’a sia pa pi italian.
Indipendensa sola solussion”

Perché nel consiglio regionale nessun consigliere ha alzato il ditino invocando provvedimenti operativi da estendersi anche allo stato d’insicurezza in cui versano le nostre strade ed autostrade?

Perché le ragazzotte della giunta Appendino, che già stanno escogitando il piano folle di chiudere i controviali spaziosi di Torino alle auto, non si sono pronunciate contro i bestioni che seminano panico e morte sulle nostre strade?

Durante la campagna elettorale delle europee circolava la voce di un noto deputato avvezzo ad usare come bancomat un autotrasportatore della cintura di Torino.

Di fronte al silenzio assordante della politica, su un andazzo che produce vittime, deduciamo che non si tratti di un caso isolato. Il marcio sembra essersi esteso a macchia d’olio.

Qual’è  il livello di tutela che il cittadino può pretendere dallo Stato? Arriveremo alla giustizia fai da Te?

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Articolo pubblicato il 03/10/2016