«La Svizzera è un rifugio dall'insicurezza».

L'INTERVISTA A JOSEF ACKERMANN - Secondo il banchiere l'incertezza geopolitica mondiale spingerà altri fondi verso le banche elvetiche.

Le banche europee hanno fatto numerosi progressi e oggi sono più solide, la Svizzera rimane il principale centro di gestione patrimoniale a livello mondiale e può sfruttare l'opportunità di attirare nuovi fondi dall'estero in questa fase complicata del quadro internazionale.


Per fare questo le banche svizzere devono spingere sugli investimenti, soprattutto nel settore tecnologico.

È quanto sostiene Josef Ackermann, banchiere internazionale di lungo corso, presente ieri a Lugano come ospite d'onore alla cena del Ticino Chapter della Swiss-American Chamber of Commerce.

L'Europa sta vivendo un momento di grande difficoltà a livello politico, a partire dalla Brexit. Che impatto avrà sulla debole ripresa economica?
«La Brexit è un evento molto triste per l'Europa, che può far sentire la propria voce a livello mondiale solo se agisce all'unisono. Per quanto riguarda l'impatto economico immediato, la Brexit mette l'Unione europea in uno stato di limbo che è sempre accoppiato con un elevato grado di incertezza: questo frenerà gli investimenti.

Pertanto, è importante che i capi di Governo europei preparino un calendario chiaro e affidabile per le discussioni con il Regno Unito e traccino un percorso convincente per il futuro dell'UE senza il Regno Unito.

Solo questo può ridurre rapidamente l'incertezza».

Lei ha vissuto da protagonista l'ultima crisi dell'Eurozona dalla poltrona di presidente di Deutsche Bank. Come giudica gli accordi presi allora sulla Grecia e la situazione del Paese oggi?
«Il taglio del debito privato per la Grecia, al momento è stato determinante in due modi: in primo luogo ha contribuito a evitare un allargamento del problema del debito greco ad altri Paesi della zona euro e ha dato a questi il tempo di affrontare i propri problemi.

In secondo luogo ha dato tempo ad Atene di attuare le riforme strutturali necessarie.

Oggi la situazione generale è chiaramente migliore rispetto ad allora, sono stati compiuti progressi su molti fronti. Ma permangono carenze, soprattutto in Grecia, ma anche in Italia».

Giudica che con le nuove regole dello scambio automatico di informazioni la Svizzera continuerà a essere competitiva nel mondo?
«Sì assolutamente. Ora c'è una situazione di parità nello scambio internazionale di informazioni.

La Svizzera rimane il principale centro di gestione patrimoniale a livello globale. Le banche svizzere hanno eccellenti competenze finanziarie e un pool di talenti qualificato.

Inoltre, la Svizzera rimane un rifugio sicuro in un mondo di crescente insicurezza. E, infine, abbiamo università eccezionali e forti scuole bancarie e di ingegneria, che ci mettono in una buona posizione per vincere le sfide delle nuove tecnologie finanziarie».

 

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Articolo pubblicato il 05/10/2016