Con il compleanno di Brigitte Bardot, ricordiamo una pagina di Storia

Un episodio in gran parte inedito, ci aiuta a scoprire il sentimento umano della diva

Il 28 settembre Brigitte Bardot, la diva mozzafiato per eccellenza per più generazioni, ha compito ottantadue anni. La serena ricorrenza ha fatto emergere una pagina di storia riportata nella sua autobiografia  “Initiales B.B.”.

Nel 1958, quando la Francia era ormai impegnata da tempo ad affrontare – dopo la sconfitta in Indocina – l’onda lunga della decolonizzazione nei suoi territori d’Oltremare, quando ormai la guerra era diventata guerriglia scendendo dalle montagne e portando la morte nelle città e i parà di Jacques Massu avevano vinto la Battaglia d’Algeri, gli ospedali francesi continuavano ad accogliere i legionari feriti in combattimento.

Fu allora che Brigitte Bardot ritenne fosse giusto andare “al capezzale di quei poveri soldati mutilati nel corpo ma felicissimi di vedermi”.
Visitò quindi i feriti ricoverati nell’ospedale di Val-de-Grâce; l’accompagnarono due giovani ufficiali paracadutisti: il Sottotenente Pierre Lagaillarde anche in veste di Presidente dell’Associazione Generale degli studenti d’Algeria che di lì a poco sarebbe stato uno dei capi sulle barricades d’Algeri e in seguito tra coloro che proseguiranno la lotta clandestina nell’OAS.

L’altro accompagnatore era il Sottotenente Jean-Marie Le Pen, allora nel 1° Rep. paracadutisti della Légion Etrangère, due anni prima eletto giovane deputato all’Assemblée nationale che aveva lasciato sei mesi dopo per arruolarsi volontariamente nel reparto impegnato in Algeria e nel quale aveva già combattuto in Indocina dove tra l’altro aveva fatto amicizia con il commilitone ed amico di Brigitte, Alain Delon.

Con quella “simpatica scorta”, “erano giovani anche loro ed enormemente riconoscenti per la mia gentilezza” scriverà Brigitte, salutò i feriti: “Prendevo le loro mani nelle mie, i nostri sguardi si incrociavano teneramente, era come se portassi loro una specie di intimità”. (…). “Ripensavo alla bella canzone di Jean-Claude Darnal: “Des hommes, il en faut toujours, car la guerre, car la guerre, se fout de serments d’amour, elle n’aime que le chant des tambours!” (Di uomini ce n’è sempre bisogno, perché la guerra se ne frega dei giuramenti d’amore, ama solo il canto del tamburo”).

Che tempi!

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Articolo pubblicato il 30/09/2016