Saluzzo (CN), Un ricordo del Liceo Bodoni

Ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere

Montagne di nuovi libri, dalle pagine immacolate e non ancora violate dall’azione di evidenziatori e matite; portapenne provvisti di corredi, scrittoi completi ed esaustivi; miriadi di quaderni intonsi, dai fogli candidi, sormontati da distese sterminate di righe e quadretti, ancora inconsapevoli della materia di cui saranno resi portavoce nel corso dell’anno; note di tristezza e nostalgia che risuonano dinnanzi al tramonto dei mesi estivi e all’eco delle lunghe giornate di sole trascorse in vacanza; lievi campiture di una febbrile irrequietezza e concitazione, miste a curiosità e interesse di scoprire le novità riservate dall’anno imminente e, allo stesso tempo, ri-scoprire le abitudini ormai consolidate del proprio universo scolastico: compagni, professori, bidelli, aule, corridoi...

Solitamente questi costituiscono i sentimenti e le emozioni maggiormente diffuse e condivise dagli studenti in procinto di riprendere i loro percorsi scolastici, al termine delle lunghe, ma sempre troppo brevi, vacanze estive.

Non fare parte della moltitudine di scolari che questo lunedì 12 settembre hanno nuovamente varcato le soglie dei propri edifici scolastici, pronti a rendersi protagonisti indiscussi dell’anno pedagogico 2016/2017, ha rappresentato per me, ex allieva del liceo Bodoni di Saluzzo e recente matricola universitaria, un’esperienza insolita, singolare, per certi aspetti quasi destabilizzante e non scevra di malinconia.

Il liceo, al di là del carico di impegno e dell’onere di sacrifici richiesti durante il mio percorso quinquennale, si è rivelato parimenti un fido compagno, un solido punto di riferimento, una base certa e stabile di quell’edificio invece precario e sorprendente che è la vita.

Ripensando alla mia carriera formativa fino ad oggi ci sono alcune immagini che si fanno spazio nella mia mente e che, in maniera quasi involontaria e spontanea, associo subitamente al mio liceo: innanzitutto quelle mura, così antiche, così provate, così ricche di storia, da racchiudere al loro interno una vastità sconfinata di esperienze di cui esse stesse sono state testimoni nel corso degli anni e che, ancora oggi, stringono tenacemente nel loro abbraccio, proteggendole dal logorio del tempo e preservandole alla memoria dei posteri.

Poi quel giardino, perla rara e preziosa del nostro istituto, degna dimora del maestoso albero collocato nel mezzo, sempre fiero, nelle sue nuove vesti scelte appositamente a seconda dell’alternarsi delle stagioni. I professori, ognuno con le sue peculiarità, passioni, stranezze, ideali. Le aule, i corridoi, la bidelleria, rifugio accogliente e rassicurante nei momenti di intervallo.

Lo sguardo dignitoso, incoraggiante e protettivo del busto di Bodoni, sempre vigile e attento nell’atrio della scuola, ma anche tollerante e disposto a chiudere un occhio su eventuali ritardi di qualche allievo.

Così ricorderò il mio liceo, tappa indelebile del mio percorso di crescita. Vorrei concludere con una frase tratta dalla premessa della mia tesina di maturità, appunto dedicata al tema della scuola e al valore da essa ricoperto nel corso del tempo: “La scuola è stata per me essa stessa un’insegnante, istruendo all’impegno, alla determinazione, alla buona volontà, trasmettendo le leggi della socialità e della condivisione, infondendo valori umani e principi morali autentici, docente di quella materia chiamata “vita”, che è forse la più difficile e impervia da imparare, ma anche quella in cui personalità e carattere individuali si rivelano i requisiti fondamentali per conseguire buoni risultati.” Ricorderò sempre il liceo, lo sentirò per sempre un po’ “mio”, definendolo con questo possessivo di appartenenza ed affetto, portandolo con me come colui che mi ha donato “ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere.”


Ludovica Rossi

ex allieva

Liceo Bodoni - Saluzzo

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Articolo pubblicato il 25/09/2016