“Firmamento nerostellato – Notes of passion”

L’attore e regista Victor Vegan, al secolo Loris Fiore, illustra il suo film a metà tra il calcio d’epoca e la musica swing



Chi è Victor Vegan?

È il mio nome d'arte, attore e regista di quasi 25 anni per gamba, nato a Chivasso.

 

Come nasce “Firmamento nerostellato – Notes of passion”?

Ho voluto scrivere e sceneggiare, oltre che interpretare, “Firmamento nerostellato – Notes of passion”, per parlare di due figure dimenticate troppo presto dalla gente.

Angelo Fiore, mio nonno, classe 1907 che giocò nel Casale nel 1928. I giocatori di questa squadra, dal passato glorioso, erano detti “nerostellati” per via della maglia nera con una stella bianca.

Mio nonno, per amore, tentò di avvicinarsi alla sua amata Rina Buson. Dopo aver tentato con un provino di giocare nel Toro, in seguito ad un infortunio, si accontentò di giocare in una categoria più bassa. Divenne una sorta di mascotte ufficiale perché era uno dei riparatori di palloni della compagine che, dopo la tragedia di Superga, ahimè!, diventò leggenda.

Mio nonno si salvò solo per puro caso perché non aveva accettato l’invito dell’allenatore Leslie Lievesley, a causa di una promessa fatta al padre prima di morire.

La seconda persona che volevo ricordare è Maria Bria, di Chivasso, amica di mia nonna Rina Buson. Maria Bria diventò la sostituta di Caterinetta Lescano per la tournèe del Trio Lescano in Sudamerica. Ho inteso immortalare il trio olandese nel panorama internazionale della musica swing e della canzone italiana, ed ho voluto documentare la loro vera storia: non furono mai arrestate durante il periodo fascista.

Ecco come si realizza la fusione tra calcio e swing.

 

Nel film compaiono anche altri volti noti del panorama musicale italiano e non solo?

Ho coinvolto Lidia Martorana, Renzo Barzizza, figlio del grande Pippo, Carla Maroso, vedova del giocatore del Grande Torino, e Franco Barbero che iniziò a lavorare con Erminio Macario.

Sono stato davvero fortunato perché ho avuto inoltre la possibilità di avere al mio fianco Michele Franco, Guliana Dolci, l’eccezionale partecipazione di Stefano Saccotelli, Annamaria Susca, Lorenzo Guida, Waldemara Lentini, Enrico Mondino, Andrea Daggiano, Silvio Franchino, Giuseppe Cristofaro, Deborah Caporale, Rossana Bena e molti altri che hanno accettato di partecipare gratuitamente al mio progetto.

 

Quali riscontri ha avuto il suo film?

Lo scorso anno ho presentato “Firmamento nerostellato” nel festival al Fédération Internationale Cinéma Télévision Sportifs di Milano che lo ha trasmesso con sottotitoli in inglese, creando l’interesse per la mia storia nei rappresentanti dei 114 paesi aderenti al Comitato Internazionale Olimpico.

Sto ancora aspettando risposte per la prima europea da vari paesi interessati; stranamente sembra che abbia avuto maggiori riscontri da altre città piuttosto che a Torino, della cui storia è parte integrante, insieme a Chivasso e Casale.

 

Quali sono i progetti per i suoi nuovi lavori?

Devo premettere che i registi indipendenti vengono considerati come autori di prodotti di qualità inferiore. Se i contenuti sono validi e i film vengono realizzati con amore e passione, si possono superare tutte le difficoltà che solitamente si possono avere: la qualità fa il paio con la passione.

Peccato che nell’ottica italiana vengano prediletti film “panettoni” cui arrivano grosse cifre per produrli e distribuirli mentre altri che hanno obiettivi maggiori non vengano presi in considerazione se non si hanno ottime conoscenze per ottenere fondi.

Ho scelto di narrare la storia del calcio partendo dall’Inghilterra dove le dirigenze delle squadre che ho contattato sono state subito entusiaste del progetto e mi hanno permesso di filmare all’interno degli stadi senza la nostra classica burocrazia.

Da quest’opera ho intenzione di realizzare una fiction che racconti la storia di Edoardo Bosio (Torino, 1864 – Davos, 1927), il pioniere del calcio.

L’imprenditore Bosio, ritornato nel 1887 a Torino dall'Inghilterra, vi portò la passione per il football e qualche pallone di cuoio. Edoardo Bosio si ricollega a Chivasso: i suoi familiari erano di discendenza ebraica, poi si convertirono al cattolicesimo nel XV secolo, quando a Chivasso Giacomo Bosio fu il maestro di Emanuele Filiberto; si trasferirono poi dapprima in Svizzera poi a Torino e divennero anglicani. Edoardo Bosio è l’inventore del calcio italiano: ogni squadra italiana dovrebbe rendergli grazie, se non era per lui forse oggi qui giocheremmo ad altro.

Ho già iniziato a girare le prime scene di “Jerusalem-Yerushalayim-Al Quds”, un film che parla di pace attraverso lo studio delle grandi religioni.

Bisogna far capire alla gente che è possibile convivere senza problemi tra persone di fedi diverse essendo tra l’altro tutte correlate e si può essere fratelli anche nelle diversità senza per questo dovere imporre il proprio credo sugli altri, come è sempre stato un orgoglio dell’occidente. Lo dico perché sono blogger di una “associazione teo-filosofica indipendente che studia i testi sacri di tutte le religioni con l’Unico Dio quale filo conduttore, ho anche un sito che in 2 anni ha avuto 35.000 visite.

Concludo ricordando che il giorno 29 settembre, alle 15:30, al bar “Blah Blah” in via Po 21 sarà presentata l’anteprima del docufilm “Where it all began” (Da dove tutto ebbe inizio) dedicato alle origini del calcio sino al 1887. Seguirà alle 16:00 il casting della fiction ad esso correlata.

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Articolo pubblicato il 20/09/2016