Napoli: De Luca augura ai vertici del M5S “Che vi possano ammazzare”!

Estemporaneo ed irrituale sfogo di un governatore del sud

Siamo ogni giorno letteralmente bombardati e il più delle volte infastiditi dalle dichiarazioni ad effetto o interviste rilasciate dai politici di casa nostra. Il tutto avviene tra la noia generale.

Domenica era una giornata di sole, e nonostante la lontananza siderale dalla politica da parte dei più, c’è un figuro che è riuscito a sintonizzare migliaia di persone per una lungo monologo diffuso a raffica da più emittenti. Di chi si tratta?

Semplice, tale Vincenzo De Luca governatore della Campania, notoriamente senza freni quando emette giudizi su altri. In quest’occasione ha paragonato il M5S a una «scorfana» di cui gli elettori si sono innamorati credendola una «principessa».

E attacca il  trio Di Maio, Fico, Di Battista definendoli «galli cedroni» «falsi come Giuda», «che vi possano ammazzare tutti quanti». Il governatore della Campania, intervistato da un contenitore in TV, è andato a ruota libera sul Movimento cinque stelle. Con metafore e affondi che hanno suscitato il divertimento dei suoi difensori e l'indignazione dei grillini.

Ma, per il diletto di chi se l’è perso, procediamo nella cronaca.

Prima gli elettori, è il ragionamento del politico di Salerno, non vedevano niente. «Gli psicologi, quando si riferiscono all’innamoramento, parlano di anestesia percettiva: quando ti innamori, non vedi più niente, c'è una nuvola che ti avvolge, non vedi più la realtà.

Una scorfana ti pare una principessa: magari non vedi neanche i suoi pelacci, i suoi baffi, le sue varici. Questo vale ovviamente anche per gli uomini, non vorrei che l’associazione 'Amici delle bambole' mi accusasse di sessismo».

De Luca ha ricordato il giustizialismo a targhe alterne dei grillini: «Vi ricordate quando facevano i balletti in mezzo alle strade: 'Onestà, onestà, giustizia'». «Vi ricordate quante persone sono state offese ingiuriate per un avviso di garanzia?»

«Quelli degli altri sono condanne a morte, quelli propri vanno valutati nel merito», ha attaccato il presidente della Campania, rivolgendosi a Virginia Raggi: «Quando riempivate di vaffa il mondo intero, non le dovevate leggere le carte?» Ma il siparietto non finisce qui.
Ma il passaggio più forte, un affondo violentissimo, è quello sui membri del direttorio: «Abbiamo visto emergere un trio, già li avevamo visti nella vicenda di Quarto, li avevamo visti appollaiati, il Di Battista, il Di Maio e il Fico, ecco oggi si rivelano all'Italia nelle vesti proprie: Giggino il chierichetto, Fico il moscio ovviamente, e l'emergente Di Battista detto Dibba, il gallo cedrone, ora ognuno ha trovato il suo ruolo in commedia».
«L'Italia dovrebbe essere diretta da questi signori», ha proseguito De Luca, secondo il quale la sola cosa che hanno in comune è «che sono delle mezze pippe», perché ha ricordato De Luca, quando si sono presentati alle elezioni con la loro faccia hanno perso o raccolto poche decine di voti.

«Sono tre miracolati che hanno sfruttato l'onda grillina. Sono falsi come Giuda, ognuno vorrebbe accoltellare alla schiena l'altro, però in pubblico baci e abbracci... che vi possano ammazzare tutti quanti», è arrivato a dire, «La maggior parte di quelli che votano Cinquestelle, certo non votano per voi».
Un attacco che già ha diviso i giudizi sull'esponente del Partito democratico, noto per il suo uso e soprattutto abuso del linguaggio.

Sino ad ora roboanti indignazioni provenienti dalla casta dei politicanti non si sono lette o sentite. Poi, uscendo dal politicamente corretto, magari saranno in molti a plaudire alla sincerità, ovviamente un tantino ruspante.

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Articolo pubblicato il 13/09/2016