C'è un cuore che batte nel cuore di Moncalieri: ANTONELLO VENDITTI in concerto

Sono passati quasi quarant’ anni da quella volta al Palasport di Parco Ruffini: era una sera di Maggio del 1978, c’erano gli Stradaperta ad accompagnarlo, lui aveva la barba e i capelli lunghi e per tutto il concerto stava seduto dietro al pianoforte.

Sono passati quasi quarant’anni da quella sera: adesso lo accompagna la Superband e dietro al pianoforte ci passa molto meno tempo, non ha più la barba e del look di un tempo sono rimasti solo i fedeli Ray Ban.

Sono passati tanti anni ma l’emozione è sempre la stessa: Antonello Venditti torna in Piemonte con il “Tortuga in Paradiso & Superband Live Tour”, al 45° Nord Entertainment  Center, nell’ambito dell’ormai consueta rassegna musicale moncalierese di fine estate.

 

Come tanti anni fa, chi scrive è in piedi sotto il palco da ore, perchè Antonello non lo si può ascoltare comodamente seduti nell’area Vip o in tribuna stampa, Antonello bisogna “viverlo” canzone dopo canzone, nota dopo nota, parola dopo parola, in mezzo agli altri, cantando con lui le canzoni che sono state, sono e saranno la colonna sonora di questi “quasi” quarant’anni: una macchina del tempo che pochi artisti riescono a mettere in moto, come ho già scritto precedentemente parlando di Antonello in un mio articolo di qualche mese fa.

 

Alle 22.00 precise i musicisti salgono sul palco e attaccano l’intro strumentale che introduce la prima canzone in scaletta: “Raggio di Luna” seguita da “I ragazzi del Tortuga” e “Giulio Cesare”, un trittico da paura, una passeggiata nel tempo, tra canzoni vecchie e nuove, che sarà il leitmotiv di tutto lo show.

Dopo una manciata di canzoni, compresa una intensissima versione unplugged di “Lilly”, Antonello, stranamente poco loquace, saluta il pubblico, si siede al pianoforte e chiede: “...siete pronti a fare una cantatona con me?...”: il boato dei presenti copre i primi accordi di tastiera, ma tutti sanno cosa cantare in coro, “Sotto il segno dei pesci”, manifesto generazionale di chi come me, in quegli anni era poco più che adolescente.

Poi, tra lo stupore dei suoi stessi musicisti, l’artista romano ci regala una versione per voce e piano di “Sara”, completamente stravolta, ma dal pathos indescrivibile.

Altri accordi di pianoforte coperti da un altro boato del pubblico ed è ora naturalmente di “Notte prima degli esami”: lucciconi grossi così per chi ha fatto sua questa canzone, e siamo in tanti, credetemi.

 

La prima parte del concerto si chiude con un altro trittico esplosivo: “Alta marea”, “Benvenuti in Paradiso” e “In questo mondo di ladri”.

Una brevissima pausa e Antonello, Marlboro in mano, provoca ancora dei brividi con una spettacolare interpretazione di “Roma capoccia” e chiude definitivamente lo show ricordandoci il suo affetto per Torino e dicendoci “...vi dedico il più bell’ inno all’amicizia che io conosca...”: “Grazie Roma” ovviamente.

 

Menzione particolare merita la Superband, una squadra che gira a mille e che asseconda il “capitano” in tutto e per tutto: Alessandro Canini (batteria, percussioni, chitarre), Toti Panzanelli e Maurizio Perfetto (chitarre), Danilo Cherni e Angelo Abate (tastiere), Amedeo Bianchi (sax), Laura Ugolini e Laura Marafioti (cori) e due fuoriclasse, per ammissione dello stesso Antonello, alla sezione ritmica, Fabio Pignatelli (basso) e Derek  Wilson (batteria).

 

Per l’ennesima volta grazie Antonello: il ragazzo della “terza E” è cresciuto, diventato uomo con i suoi pregi e i suoi difetti, ascoltando le note di “...un pianoforte, una chitarra e molta fantasia...”, insieme a te, un amico “...qui per sempre al mio fianco...”.

 

Un caloroso ringraziamento a Roberto Troisi (www.troisiphoto.com) per i bellissimi scatti.

 

Stay always tuned !!!

 

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Articolo pubblicato il 10/09/2016