Saluzzo (CN) Italia-Francia, uno scambio per crescere in Europa

L’esperienza e le osservazioni di una studentessa del Liceo Bodoni

Scambio. Questo termine ha sempre voluto significare l’avere nuove opportunità, cambiare, scegliere, prendere nuove decisioni, vivere in modo diverso. Da sempre l’uomo ha avuto l’irrefrenabile curiosità nei confronti di scambi, commerciali o culturali che fossero.

Il perché è quasi scontato, considerata la voglia di scoprire, comprendere e condividere il nuovo, il diverso, il misterioso. Ogni anno, in ogni periodo, tantissimi ragazzi di ogni dove partono alla scoperta del mondo. Io, nel mio piccolo, ho deciso quest’anno di provare a partecipare a un piccolo scambio culturale, proposto dalla mia scuola, il Liceo Bodoni di Saluzzo.

Nel periodo di dicembre è stata presentata questa opportunità a tutti gli studenti che hanno scelto l’opzione aggiuntiva per lo studio della lingua francese. Cinque alunni del liceo sono stati selezionati per provare un breve scambio di due settimane con il liceo Sainte-Marie di Riom, nei pressi di Clermont-Ferrand.

Questo istituto, essendo privato, dà la possibilità ai ragazzi di scegliere, tra italiano, spagnolo e tedesco, la terza lingua da studiare. Qualche tempo dopo, a tutti noi sono arrivate le mail dai nostri corrispondenti. La mia nuova “sorella”, come è stata chiamata da una mia professoressa, si chiama Annaelle, ha la mia stessa età e ha frequentato il penultimo anno del liceo ad indirizzo economico e sociale.

In Francia, infatti, i ragazzi terminano la scuola secondaria di secondo grado all’età di diciotto anni, avendo un anno in meno di studio. Quando è arrivata qui in Italia, dopo poche parole abbiamo capito quanto siamo simili, divise tra timidezza e stessi interessi. Inutile dire che, anche se il soggiorno è stato breve, è nata una bellissima amicizia.  

Il periodo in cui ha soggiornato da me coincideva con quello di altri quattro ragazzi del suo istituto, pertanto ci siamo uniti e aiutati a vicenda in modo tale da rendere unica la nostra esperienza. Quando poi è toccato a noi andare a Riom, grandi sono state le scoperte e le nuove amicizie.

Abbiamo compreso meglio il funzionamento della scuola, le abitudini, le differenze e le similitudini e, cosa ancora più importante, che i ragazzi di tutto il mondo amano divertirsi allo stesso modo, organizzando feste, ballando, ridendo.

Appena entrata nella classe della mia corrispondente, tutti i suoi compagni si sono avvicinati, provando a parlarmi in francese, italiano, spagnolo, cercando di farmi sentire a mio agio. Grazie a questa possibilità, ho potuto allargare i miei orizzonti culturali e linguistici, vivere momenti unici e indimenticabili e costruire nuove, splendide amicizie.


Unici sono stati gli istanti vissuti con questi fantastici ragazzi e con la classe in cui mi trovavo che, benché non studiasse italiano, è stata molto curiosa e ha cercato di imparare qualche parola per tentare in qualche modo di farmi sentire a casa o, perlomeno, una di loro. Ora che è arrivata l’estate e i contatti con Annaelle e i suoi amici non si sono chiusi, stiamo programmando di vederci ancora, di trovarci, di invitarci una a casa dell’altra per imparare, scoprire e ridere ancora dei nostri errori.

Tra le particolarità della scuola francese che ho maggiormente apprezzato c’è il fatto che si sta tutto il giorno a scuola, a volte fino alle 17.30, ma una volta usciti di lì non vi sono compiti e i ragazzi possono dedicare il proprio tempo libero a svaghi di ogni tipo.

La scuola offre la possibilità di mangiare in mensa e questo aspetto, a parere mio, permette agli studenti di creare nuove amicizie e di rafforzare quelle già esistenti. In tal modo, ho notato, gli alunni francesi socializzano più facilmente di quelli italiani che, in gran parte, una volta terminate le lezioni, si chiudono nelle proprie stanze a studiare o a “vivere una vita virtuale”. È però certo che i programmi di studio italiani sono decisamente maggiori e la preparazione degli studenti molto più elevata.

Chissà se questi miei pensieri serviranno mai a qualcosa. Chissà che queste esperienze non aiutino un giorno a creare una società migliore in cui il tenore di vita possa crescere mediante il confronto. Chissà se la mia voce, unita a quella di tantissimi altri inguaribili viaggiatori possa avere la meglio.

Giulia Basso

I Liceo Classico

Liceo Bodoni - Saluzzo

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Articolo pubblicato il 11/09/2016