L’Europa? Arricchisce i tedeschi.

Germania leader mondiale export e surplus.

Se nelle elezioni locali in Meclemburgo-Pomerania hanno visto il partito di Angela Merkel fortemente penalizzato sulla questione immigrazione, la realtà dei numeri dice che l’economia tedesca vola.

I tedeschi beneficiano sia dell’esportazione, di cui diventano i leader mondiali stando addirittura davanti alla Cina, sia delle politiche monetarie della BCE, sè è vero come è vero che – a dispetto delle continue critiche dei ‘falchi’ di Berlino al presidente italiano Mario Draghi – fra il 2008 e il 2015 il paese ha accantonato un tesoretto da 122 miliardi di euro.

SURPLUS ED EXPORT DA RECORD – Iniziamo dal surplus commerciale, già argomento di discussione nei mesi scorsi visto che la Germania è velatamente accusata di giovarsene a scapito dei paesi vicini.

L’IFO, uno dei più prestigiosi centri di studi economici della Germania, ha pubblicato le sue previsioni sul conto delle partite correnti: risulta che nel 2016, grazie alle esportazioni, il Paese raggiungerà un surplus record attorno ai 310 miliardi di dollari, nettamente avanti rispetto all’altro campione di export e di surplus, la Cina.

Nella prima metà dell’anno, le esportazioni tedesche sono state superiori alle importazioni per 159 miliardi di dollari. Riportato ai 12 mesi del 2016, la previsione è che si arriverà a 310 miliardi di dollari, l’8,9% del Pil tedesco. Una quota enorme, che eccede per l’ennesima volta il limite massimo del 6% raccomandato dalla Commissione Ue.

L’eccesso, infatti, è considerato negativo: se da un lato è il risultato della forza competitiva dell’industria, dall’altro lo sforamento crea sbilanci considerevoli internamente all’Unione. Tuttavia, fino ad ora, non è mai stata aperta alcuna procedura d’infrazione.

Mario Draghi ha precisato prima delle ferie estive che i tassi d’interesse bassi che la Banca centrale europea è costretta a tenere sono il risultato di grandi masse di risparmio che si accumulano, anche a causa del surplus tedesco, e non trovano domanda per essere investiti accelerando di conseguenza la caduta dei rendimenti.

La questione è politicamente delicata: è difficile obbligare un Paese a non avere successo nell’export, tuttavia gli squilibri restano ed anzi aumentano.

POLITICA MONETARIA FAVOREVOLE – E qui torniamo alla politica monetaria della BCE, tanto attaccata dai tedeschi per la sua guida italiana eppure tutt’altro che lontana dagli interessi teutonici.

I bassi tassi d’interesse hanno infatti permesso alla Germania di risparmiare cifre enormi, frutto della differenza fra le cedole previste e quelle effettivamente pagate.

“Mario Draghi ha fatto più di Schauble (ministro delle finanze ndr) per il pareggio di bilancio della Germania” – ha ironizzato in proposito Sven-Christian Kindler, esponente dell’opposizione coi Verdi.

Intanto Eurostat ha reso note le stime sull’andamento del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre di quest’anno: tre paesi – Italia, Francia e Finlandia – registrano crescita zero rispetto ai tre mesi precedenti, un altro gruppo di paesi è cresciuto modestamente e i Paesi dell’Est Europa hanno invece dato segni di evidente dinamismo. Una situazione che va complicandosi.

Anche le divergenze nell’andamento dei Pil – Italia, Francia e Finlandia ferme e gli altri che si muovono a velocità diverse – inizia a riverberarsi in politica.

 

quifinanza.it

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Articolo pubblicato il 11/09/2016