Torino 11 settembre, gli Stati di Savoia nel cuore della capitale Sabauda

Nostra intervista con il movimento politico – culturale Piemonte Stato

Il permanere della stagione estiva, induce torinesi e turisti ad appropriarsi del centro città e soffermarsi in modo particolare, nella piazza storiche. Piazza san Carlo, ricca di eventi e testimonianze del passato, piazza Castello ove è visitabile palazzo Reale, palazzo Madama e molti altri musei e monumenti che si trovano poco lontano.

Dal museo Egizio alla pinacoteca Albertina, quali nobili retaggi dei fasti di Torino, capitale per 300 anni di un ducato divenuto poi Regno che oltre al Piemonte comprendeva la Savoia, Nizza, la Sardegna e successivamente la Liguria. Il Regno ricopriva un ruolo preminente in Europa e sovrani illuminati misero le basi ad una capitale che, nei loro disegni, doveva stare alla pari con le grandi città europee.


E’ una conoscenza ed un ricordo che dovrebbe indurre i Torinesi a documentarsi e riflettere, mentre molti di coloro che osservano estasiati, poi passano oltre.

In Piemonte è attivo da anni il Movimento Politico - Culturale Piemonte Stato che si prefigge obiettivi e finalità culturali oltre che politiche.

Domenica pomeriggio, nel cuore della Capitale sabauda, avrà luogo la seconda rivendicazione politica degli Stati di Savoia uniti.


Ne parliamo con responsabili del Movimento, impegnati nell’organizzazione della manifestazione. “ Questa, dopo il grande successo dell’anno passato, è stata concordata nel giorno e nell’ora in un giorno di primavera in un incontro tenutosi a Passy (Savoia) con esponenti dell’indipendentismo Savoiese (non savoiardo)” ci conferma Sonia Turinetti che abbiamo incontrato con gli altri componenti del direttivo. “Ricordiamo che la nostra non è né una rievocazione, né tantomeno folclore, anche perché riteniamo che per i nostri popoli non ci sia assolutamente niente da festeggiare.

156 anni fa questa nazione totalmente indipendente e sovrana è stata letteralmente fatta a pezzi senza chiedere (se non con un plebiscito farsa in Savoia e Nizza, e per di più a giochi fatti) se il popolo fosse a “favore” (si fa per dire) di un’Italia unita”.

Oltre alle finalità della manifestazione, Piemonte Stato affronta l’aspetto culturale, perché nelle scuole questa storia non s’insegna. “Popoli e famiglie, proseguono i nostri interlocutori, si sono trovati di colpo stranieri e col tempo si è lavorato anche alla cancellazione dei contenuti di ciò che era stato”.

Quanto sono diffuse queste conoscenze? “Se chiedete ad un torinese per quanti anni Torino è stata capitale, quasi sicuramente risponderà, dal marzo del 1861 al settembre1864. No, Torino è stata capitale per 300 anni, ma quelli pre-unitari, che tra l’altro sono quelli che hanno dato lustro alla città Sabauda, sembra che non contino. Peccato che se Torino sta affermandosi turisticamente è proprio grazie alle scelte ed alle testimonianze tramandate da quei 297 anni precedenti”.

Quale sarà il vostro programma di domenica?

“Per cercare di sopperire a ciò e fare chiarezza su quel che é stato e, soprattutto, potrebbe essere ritornando sovrani e senza dover fare sacrifici per mantenere uno stato fallito, corrotto e malavitoso,  ci troveremo a Torino in piazza Castello alle ore 15:00.

Tutti insieme coi nostri secolari vessilli per dimostrare il legame che ancora ci lega. Nel pomeriggio in corteo attraverseremo il centro della città toccando i punti simbolici e coglieremo anche l’occasione per commemorare i caduti nella strage di Torino del 1864 (assassinio di Stato).

Un occhio al passato per guardare al futuro”.

Il 21 e 22 settembre 1864, in piazza san Carlo la polizia sparò ad altezza d’uomo nei conforti dei cittadini inermi che protestavano contro il trasferimento della capitale da Torino a Firenze, Il risultato è stato tragico: 55 morti e almeno 133 feriti, oggi ricordati d una lapide.

Un’inchiesta municipale ordinata, a suo tempo, dal sindaco di Torino, ha accertato i fatti raccogliendo oltre sessanta testimonianze, documentando come la strage sia stata il frutto di una gestione autoritaria e inetta dell’ordine pubblico, affidata a forze di polizia e allievi carabinieri, mandati a fronteggiare una manifestazione di cittadini del tutto disarmati, che protestavano contro quello che ritenevano una provocazione, prima ancora che un sopruso.

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Articolo pubblicato il 10/09/2016