Alghe infestanti nel Po, ennesimo buco nell'acqua

Il problema, che da diversi mesi persiste nel corso delle acque fluviali, pare non arrivare ad una soluzione concreta in tempi brevi

La situazione che da diversi mesi sta interessando le acque del Po sta assumendo dei connotati che stanno facendo ridere amaro i torinesi.

Da metà giugno nelle acque del fiume che bagna la nostra città sono presenti delle alghe infestanti che hanno trasformato il manto fluviale in un immenso prato verde.

L'alga in questione, il cui nome scientifico è Myriophyllum Aquaticum, più semplicemente Millefoglio Acquatico, non è pericoloso per la salute umana ma mina l'ecosistema del fiume e la bellezza del corso d'acqua.

La giunta pentastellata, insiedatasi in Comune da qualche mese in seguito alla vittoria delle elezioni amministrative di Chiara Appendino, ha cercato di trovare una soluzione "popolare" per cercare di arginare una situazione che stava degenerando troppo in fretta.

L'Appendino in persona quindi, ha deciso di proporre un'iniziativa intitolata Un Po più tuo, dove con un accorato appello mascherato da una sorta di tentativo di riavvicinamento della politica cittadina verso gli abitanti ha "reclutato" una masnada di cittadini che si sono offerti volontariamente di estirpare parte della pianta acquatica.

Ed ecco qui l'errore. La neo sindaca e la sua giunta sono state per lungo tempo criticate per aver adottato una soluzione "di fortuna", piuttosto che rivolgersi ad aziente specializzate nella pulizia dei corsi fluviali.

Tra i vari enti preposti che si occupano della salute del Po c'è anche l'Arpa, l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, la quale fin da subito ha spiegato come fosse importante cercare di non estirpare la pianta infestante in piccole quantità siccome ha un'alta capacità di ricrescere ancora più fortte laddove venisse rimossa.

La prima cittadina ha minimizzato le polemiche dicendo che ha caldeggiato l'iniziativa Un Po più tuo per far si che i cittadini potessero contribuire attivamente a ciò che accade in città ma si è trattato (ed è proprio questo il caso di dirlo) dell'ennesimo buco nell'acqua.

E intanto la situazione va avanti e la pianta acquatica continua ad infestare le acque e l'ecosistema del Po. Il 6 settembre si è riunito in Comune un tavolo tecnico con tanto di sopralluogo con esperti sulle rive del fiume che avrebbe (in teoria) dovuto portare ad una soluzione ma che, pare, si sia risolto in un nulla di fatto e un'alzata di voce da parte delle forze dell'opposizione presenti nella Sala Rossa.

L'assessore ai Trasporti (che si occupa anche dei corsi d'acqua) Maria LaPietra, ha ribadito il successo dell'iniziativa che ha definito fondamentale e propedeutica alla rimozione meccanizzata delle alghe infestanti.

Ma il problema, come prevedibile, è di carattere più materialistico. La rimozione del Millefoglio Acquatico dovrebbe essere effettuata da ditte specializzate nella pulizia dei fondali fluviali e di piante acquatiche.

Il tutto ha un costo che, pare, il Comune di Torino sembra non potersi permettere.

La domanda, dunque, sorge spontanea: dove vanno a finire tutti i soldi riscossi dalle multe, dagli abbonamenti e dai biglietti per usufruire dei mezzi pubblici che, ogni anno, aumentano non di certo per apportare migliorie ai trasporti pubblici cittadini?

Dove finiscono i soldi riscossi per mezzo di tutte quelle tasse comunali salate che devono essere saldate in tempi brevi?

Questo è l'ennesimo esempio di come non sia importante il colore presente sulla bandiera di un partito, ma di quanto effettivamente conti quello dei soldi che, pare, il Comune non abbia. Ma ne siamo davvero sicuri?



Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 08/09/2016