TANDEM TRA FINZIONE E REALTÀ: Le streghe – prima parte

La “Donna malefica che si credeva avesse commercio col demonio e facesse opere di magia”, secondo la definizione del vocabolario, è stata per secoli soggetto di quadri di celebri pittori

LEGGI L'ARTICOLO "GEMELLO" DEL TANDEM

STREGHE AL CINEMA - PRIMA PARTE 

La negromante di Endor, citata dalla Bibbia nel Primo libro di Samuele, le maghe della Tessaglia, nell’antica Grecia, citate da Aristofane nella commedia “Le nuvole” e dallo scrittore latino Apuleio, nel romanzo “L’asino d’oro”, le tre sorelle fatali del “Macbeth” di William Shakespeare (1605-1608), Celestina, la poco accorta fattucchiera popolana del capolavoro letterario spagnolo “La Celestina”, attribuito a Fernando de Rojas (1499-1502), tutte queste signore sono indicate come streghe.

In questa categoria entrano anche la strega di Biancaneve, la strega antropofaga di Hansel e Gretel e tutte le loro innumerevoli “colleghe” che popolano le fiabe popolari, spesso nel ruolo di nemiche dei protagonisti positivi, maschi e/o femmine.

Per chiarirci le idee, leggiamo la definizione di strega fornita dai vocabolari: “Donna malefica che si credeva avesse commercio col demonio e facesse opere di magia (Palazzi, 1956) e, più modernamente, “Donna che, nelle credenze popolari di molte civiltà, e in particolare nell’Europa medievale e rinascimentale, è ritenuta in rapporto con le potenze malefiche e accusata di azioni delittuose contro la religione e la società” (Zingarelli, 1995).

Omologo maschile della strega è lo “stregone”, figura che riveste decisamente meno appeal sia a livello popolare che letterario.

Secondo le definizioni prima riportate, le streghe sono quindi donne che praticano la stregoneria in quanto dotate di poteri occulti, ottenuti grazie all’asservimento al demonio o ad altre arcane entità malvagie, visto che erano presenti in culture precedenti a quella cristiana. Per incontrare e adorare il demonio partecipano ai “sabba”, sinistri e inquietanti convegni che si svolgono al venerdì, di notte. Le streghe impiegano i loro poteri soprattutto per ledere, o addirittura far morire, uomini, donne, bambini, animali, raccolti agricoli della comunità dove vivono: questa idea è ben radicata nel patrimonio culturale delle popolazioni occidentali, soprattutto di quelle delle campagne.

Il termine “strega” deriverebbe dal latino “striga” e “stryx” (in greco “strygx, strygòs”) che indica “strige, barbagianni, uccello notturno”.

Nel latino medievale si utilizzava il termine “lamia”. L’Editto del longobardo Rotari (643 d.C.) considera le streghe e le definisce col vocabolo “masca” che compare così per la prima volta in un testo scritto: «… strigam, quod est Masca, …». “Masca” è anche il termine della lingua piemontese che indica la strega in vaste aree della nostra regione, argomento che ci ripromettiamo di approfondire in altra sede.

Per tornare al tema più generale delle streghe, la vastità dell’argomento mi permette di ritagliarmi un percorso personale. Anche in relazione al parallelo articolo di Fabio Mandaglio che considera le streghe nel cinema, pare intrigante in prima battuta soffermarsi sulla iconografia di queste creature, senza pretese di esaustività ma procedendo per suggestioni.


Gli artisti, nei secoli, hanno spesso raffigurato le streghe, alcuni dipingendole come vecchie megere, torve e spaventose, che, da sole o più spesso in gruppo, eseguono riti magici oppure partecipano al sabba. Esempio tipico è quello dello spagnolo Francisco Goya (1746–1828).

Molti altri pittori hanno preferito ritrarre streghe belle e maliarde, come nel quadro “Il sortilegio d’amore, di un maestro renano del XV secolo. Se la strega è bella, si spazia dalle sacerdotesse coperte da pesanti abiti rituali alle giovani donne nude, presentate secondo tutte le possibili declinazioni dell’erotismo.

Più o meno significativa la presenza dell’apparato stregonesco, come uccelli notturni, corvi, pipistrelli, topi, rospi, gatti, mostri, teschi, ossa e scheletri umani e animali, figure diaboliche e così via.

Tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento, troviamo incisioni su questo tema di pittori tedeschi: le algide streghe “cicciottelle” di Albrecht Dürer (1471-1528) e, soprattutto, quelle del suo allievo Hans Baldung “Grien” (1485 circa–1545), autore di inquietanti xilografie che presentano streghe mentre praticano riti magici e ostentano uno sfrenato erotismo. Sono impersonate da donne di varia età, i cui corpi nudi sono indagati con occhio spietato nel loro progressivo decadimento (quello delle diverse età dell’uomo e della donna è un tema caro a questo autore). Quella di Baldung è una visione moderna, di forte impatto emotivo, dove l’apparato stregonesco appare suggestivo ma non invadente.

Molto importante è la rappresentazione del sabba, che può ricordare un angosciante film dell’orrore, come nei numerosi quadri dell’italiano Salvator Rosa (1615–1673), oppure un affollato party di Halloween, nei dipinti del fiammingo Frans Francken II (1581–1642).

Ancora nell’Ottocento, il tema è variamente considerato: il belga Antoine Wiertz (1806-1865) ne “La giovane strega”, oltre alla apprendista dal corpo tizianesco un po’ sovrappeso, piuttosto impressionata all’idea del prossimo volo, mette in scena una strega proveniente dalla iconografia dei secoli passati.

Lo spagnolo Luis Ricardo Falero (1851 - 1896), autore di nudi femminili mitologici e fantasy, nelle “Streghe che vanno al sabba” (1878), ne presenta un campionario assai variegato, dalle sensuali signore fino a mostri sconcertanti. Falero raffigura ancora una strega nella “Musa della notte” (1880): la bella donna nuda, dai capelli rossi, non ha nulla di inquietante e appare soltanto caratterizzata dalla scopa, dal pipistrello, dal volo notturno.

Si avverte un certo senso di costruito, di “messa in posa”, ancora maggiore nel quadro del francese Albert Joseph Penot (1862-1930) “Partenza per il sabba” (1910), la cui strega è una modella nuda seduta su una ramazza chiesta in prestito al portinaio.

Le streghe sono anche rappresentate come le mitologiche Moire greche, le Parche romane e le Norne scandinave che filano il destino degli uomini: il pittore spagnolo Ignacio Zuloaga (1870-1945) nel suo quadro del 1907 “Le streghe di San Millán” ritrae una vecchia con un fuso.

Streghe, voli magici, sabba e riti demoniaci sono raffigurati anche nei manuali usati dagli inquisitori.

Il soggetto della strega è stato anche praticato dagli illustratori di favole per bambini, secondo canoni piuttosto tradizionali, almeno nel passato, e dai disegnatori di pinup.

Gil Elvgren (1914-1980), George Petty (1894-1975) e Alberto Vargas (1896-1982), insigni esponenti di questo genere, hanno prodotto notevoli esemplari di pinup con le (succinte) vesti di strega.

Il grande sviluppo della festa di Halloween ha ulteriormente incrementato la produzione di queste immagini di streghe, giovani, belle, poco o pochissimo vestite e, soprattutto, senza legami con la cultura popolare tradizionale.

La stessa carica sexy si trova nei costumi da strega, indossati dalle ragazze per partecipare ai festeggiamenti di Halloween, la cui offerta sul mercato appare molto elevata, tanto più che ne esistono versioni più castigate destinate a bambine e ragazzine.

Sono documentati abiti da strega per le signore di epoca vittoriana, probabilmente destinati ai balli mascherati: rispetto a quelli moderni lasciano scoperte porzioni del corpo assai limitate anche se ne condividono gli accessori come il cappello e la scopa.

La scopa, mezzo di locomozione per i voli notturni, non sempre presente nelle raffigurazioni del passato, è diventata una sorta di costante sia per le pinup che per i costumi di Halloween.

L’idea tradizionale, e molto diffusa, del volo a cavallo di una scopa avvicina la strega alla Befana: entrambe costituiscono nell’immaginario popolare elementi mediatori tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Nelle tradizioni siciliane si parla di donne che entrano di notte nelle case e che, a volte, lasciano dei doni per i loro proprietari: queste “visitatrici” notturne probabilmente derivano da antichi miti celtici.

 (Fine della prima parte - continua)

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 04/09/2016