Tim Cook contro l'Ue per la multa ad Apple: "Una stronzata politica ingiusta".

Fiducioso su ricorso.

La stangata Ue che ha colpito Apple - 13 miliardi di euro di imposte arretrate da versare - è "una stronzata politica" ingiusta, "deludente", "esasperante". Lo ha detto l'amministratore delegato del colosso di Cupertino, Tim Cook che continua a sostenere che non c'è niente di illegale nell'accordo fiscale siglato con l'Irlanda, con cui l'azienda "ha 37 anni di matrimonio". In un'intervista esclusiva all'Independent, il successore di Steve Jobs ha ribadito che Apple e Dublino "hanno rispettato le regole" e si è detto convinto che vincerà il ricorso.

"Siamo soggetti a un'aliquota in Irlanda del 12,5%, abbiamo pagato in tasse 400 milioni di dollari nel 2014. Crediamo di essere il maggiore contribuente" nella nazione, ha aggiunto Cook, dichiarando anche che l'aliquota allo 0,005% che Apple è accusata di avere pagato "è un numero falso. Non ho idea da dove venga quel numero. Questa è la verità: in quell'anno abbiamo pagato all'Irlanda 400 milioni e ciò era basato su un'aliquota fissata per legge al 12,5%".

Cook resta fiducioso che Dublino si opporrà a sua volta alla decisione di Bruxelles e ha specificato che l'impegno dell'azienda californiana in Irlanda non è venuto meno. "Vediamo il team là come di prima classe. Fa un lavoro incredibile per Apple e andiamo avanti con gli investimenti pianificati".

In Europa si guarda più a una composizione del rapporto con Washington. "Vedrò Jack Lew a settembre - dice la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager parlando del segretario Usa al Tesoro - c'è un sentimento comune che è molto importante continuare il dialogo", soprattutto nel momento in cui "si sta formando una coalizione globale per una maggiore trasparenza fiscale". Secondo Vestager, malgrado la reazione dura della Casa Bianca e del Tesoro americano "Ue e Usa sono sulla stessa pagina per quanto riguarda i principi" della lotta all'evasione fiscale.

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Articolo pubblicato il 02/09/2016