Lavagna (GE) - Matrimonio gay: orgoglio di padre

Il commento del padre novantunenne di uno dei due protagonisti

Il quotidiano Il  Secolo XIX - Levante riporta, con enfasi forse degna di miglior causa e dovizia di particolari, la prima "unione civile" nel Tigullio, dove, nella sala consiliare del municipio di Lavagna,  si sono "uniti civilmente due omosessuali.

Vorrei, ma non qui e non ora, entrare nel merito della questione, quanto mai "scivolosa" e impervia ma mi limito ad una considerazione: l'amore è sicuramente il sentimento più bello ed elevato dato in dono all'umanità e non importa chi ne sia il destinatario: l'amore è bello "a prescindere" e lo sostengo con fermezza.

Accetto ed ammetto (meglio sarebbe dire: prendo atto, poichè non posso fare diversamente) che un uomo possa amare un altro uomo e una donna un'altra donna (amare "carnalmente" per intenderci, usando un termine forse desueto ma quanto mai efficace) poichè, mia opinione strettamente personale politicamente scorrettissima, l'omosessualità è una devianza, una "anomalia genetica" di cui non do colpa agli interessati, nè più nè meno di quanto si possa dar colpa a un miope perchè non ci vede bene o a un dispeptico perchè digerisce male.

Fuor di metafora, è ovvio che ognuno può convivere e fare ciò che gli aggrada con chi gli pare, all'interno delle propria mura domestiche ma che si voglia dare a tale "amore" patente di normalità tramite riconoscimento con atto ufficiale, no, questo non  lo accetto.

Ma non è il fatto in se ad aver destato la mia curiosità, un po' di disgusto, lo ammetto e, non lo nego, la mia ilarità; ciò che mi ha mosso al riso (dopo un primo attimo di sconcerto e una punta di compassione) è il commento del padre novantunenne di uno dei due protagonisti: il vegliardo che, forse inopinatamente, richiama orgoglioso il proprio passato partigiano (nome di battaglia "Giotto"), si dichiara parimenti orgoglioso di cotanto erede (orgoglio per orgoglio!) e cela a fatica la propria esultanza per il fausto evento!

Che dire? Che il peso degli anni si fa sentire? Perchè, mi chiedo, come può un uomo di novantun'anni, quindi nato e vissuto per buona parte della sua esistenza in  un  periodo in cui gli omosessuali "godevano" di ben altro trattamento, essere "felice" perchè il proprio figlio si unisce con un  altro uomo? Un ex combattente, poi, a cui mi piacerebbe chiedere se, quando, alla macchia, tendevano imboscate al nemico, un commilitone avesse manifestato simili propensioni, cosa avrebbero fatto? Come minimo, lo avrebbero cacciato tra lazzi e insulti, se non peggio... e ora?

Ora va tutto bene: ora, in nome appunto del "politicamente corretto" si passa sopra  a tutto e c'è già chi reclama a gran voce il diritto a detenere un minore alle coppie dello stesso sesso e anche su questo si potrebbe aprire un ampio capitolo...ma questa è un'altra storia; lasciamo all'ex partigiano tutto il suo orgoglio di padre augurandoci e augurandogli (ma ci credo poco!) che non abbia mai sognato e desiderato di tenere tra le braccia un vispo nipotino.

   

                                                                                                   Leonardo Incorvaia

 

 

 

 

 

        

 

         

 

 

     

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 31/08/2016