Le basi storiche della possibile futura islamizzazione del continente europeo.

Un continente sempre più vecchio che rischia molto.

Fin dal terzo secolo, l’occidente europeo subì una orientalizzazione progressiva; il motore di questo fenomeno fu una rapida espansione delle relazioni commerciali con la Siria, l’Egitto e Costantinopoli. I mercanti Siri fornitori di oggetti di lusso, portarono ovunque fino alla Gran Bretagna le oreficerie e gli avori venuti dall’oriente.

Le invasioni germaniche non portarono in questo campo alcun cambiamento, anzi in realtà esse collaborarono  al movimento perché i Germani e soprattutto i Goti, durante il loro soggiorno nella pianura russa subirono profonde influenze orientali arrivate attraverso il mar Nero: le collane, gli anelli gli oggetti di oreficeria intagliata risentirono dell’arte decorativa Sarmata e Persiana a cui si mescolarono i caratteri propri delle loro suppellettili dell’epoca del bronzo, la cosiddetta ars barbarica. 

Questa penetrazione orientale si nota ovunque: in Gallia, in Italia, in Africa e in Spagna, dando a tutto l’occidente una impronta bizantina. L’influenza della chiesa, al pari di quella del monachesimo, agì nella stessa direzione.

Ma è dal VII secolo che inizia l’invasione dell’Islam nell’Impero Romano, un impero ormai senza frontiere e senza futuro. Assorbiti dal loro conflitto secolare, né l’Impero Romano né quello Persiano non sospettarono della propaganda con la quale Maometto stava per dare al suo popolo una religione destinata ad essere proiettata nel mondo per dominarlo.

Nel 632 , anno in cui Maometto morì, nulla lasciava presagire il pericolo che si manifestò poi concretamente due anni più tardi; nessuna misura era stata presa alla frontiera orientale. Avendo la minaccia germanica assorbito da sempre e continuativamente l’attenzione degli imperatori, l’attacco arabo fu una vera sorpresa.

L’espansione dell’Islam fu la conseguenza di molteplici cause tra loro correlate. Come detto il successo dell’attacco si può spiegare con l’esaurimento dei due imperi confinanti con l’Arabia, il Romano e il Persiano , in seguito alla lunga lotta che li aveva da sempre sospinti l’uno contro l’altro. Ora Bisanzio stava per riavere il suo splendore e un avvenire sicuro grazie alla caduta del nemico secolare che le restituiva la Palestina, la Siria e l’Egitto.

La Santa Croce perduta  era ricondotta trionfalmente dal vincitore a Costantinopoli. L’enorme sforzo per arrivare a questa situazione aveva però esaurito l’Impero e l’Islam si apprestava a sottrargli quelle province che la Persia gli aveva appena restituite.

La conquista araba si scatenò con enorme forza in entrambe le direzioni, verso l’Europa e verso l’Asia, disorientando il mondo come fenomeno senza precedenti: la velocità dei suoi successi è paragonabile solo a quella con la quale si costituirono gli imperi mongoli di Attila, di Genghis Khan e di Tamerlano; ma questi furono così effimeri come la conquista dell’Islam fu invece durevole.

La religione portata da Maometto  ha ancora oggi i suoi fedeli quasi ovunque dove si è imposta sotto i primi califfi e la sua fulminea diffusione è incredibile se paragonata al lento progresso del cristianesimo. Intere parti dell’Impero crollano davanti agli arabi, dal 634 al 638 cadono la fortezza bizantina del Bothra, Damasco, l’intera Siria e Gerusalemme, mentre verso l’asia sono conquistate la Mesopotamia, la Persia e l’Egitto.

Le cause che hanno contribuito a questo fenomeno vanno anche ricercate nella confusione degli eserciti bizantini, disorganizzati e avulsi da un modo nuovo di combattere, dal malcontento religioso e nazionale in Siria, con quello della chiesa copta in Egitto e la debolezza dei persiani.

La conquista araba fu completamente diversa dalle precedenti conquiste germaniche: mentre i germani non ebbero nulla da opporre al cristianesimo dell’Impero, gli arabi erano esaltati da una fede nuova che li rese inassimilabili.

All’inizio non erano neanche fanatici e non volevano convertire i loro soggetti ma volevano unicamente che obbedissero all’unico dio Allah e al suo profeta Maometto e poiché questo era arabo, all’Arabia; la loro religione universale era allo stesso tempo nazionale “poiché essi sono i servitori di Dio”. Islam significa rassegnazione o sottomissione a Dio e musulmano significa sottomesso. Allah è uno e quindi è logico che tutti i suoi servitori abbiano il dovere di imporlo ai miscredenti e agli infedeli con un pieno assoggettamento.

La conquista da parte degli arabi si estese alla scienza e all’arte degli infedeli che essi coltivarono in onore di Allah, inoltre si appropriarono anche delle istituzioni civili che giudicarono utili.

L’Impero si arabizza nel momento che è conquistato dall’Islam cambiando insieme di anima e di corpo, la società civile è trasformata tanto quanto quella religiosa. Con l’Islam un nuovo mondo entra nel bacino del mediterraneo già dominato dalla cultura romana e dove Roma aveva diffuso il sincretismo della sua civiltà: ha inizio una lacerazione che durerà per secoli. Sulle rive del “Mare Nostrum” si stendono ormai due civiltà differenti e ostili, il mare che sino allora era stato il centro della cristianità ne diviene la frontiera: l’unità mediterranea è rotta.

La navigazione commerciale del Mediterraneo occidentale nell’ottavo secolo sparisce completamente; non esiste più un traffico mediterraneo tranne che sulle coste bizantine, il mare appartiene ormai ai pirati saraceni che nel nono secolo si impadroniscono delle isole, distruggono i porti e fanno scorrerie ovunque. Il grande porto di Marsiglia che un tempo era stata la tappa principale dell’occidente verso il levante è ora tristemente vuoto: l’unità economica del Mediterraneo è ormai infranta e tale resterà sino all’epoca delle crociate.

Da questa disamina, possiamo concludere evidenziando che molte, forse troppe sono le similitudini con la nostra situazione attuale: un nord Africa  e un medio oriente che paiono sempre in bilico tra “la vita e la morte”, una Turchia che si trova in prima linea tra occidente e l’oriente, un Egitto sempre più instabile, ma soprattutto una Unione Europea nella quale non ci sono nemmeno tutti i Paesi fisicamente presenti nell’area, non coesa, che non opera con una sola voce, un continente che sta invecchiando molto rapidamente, senza una forza di difesa comune, con una situazione economica non particolarmente rosea, che potrebbe quindi trovarsi impreparato a fronteggiare nuovi scenari aggressivi che potrebbero arrivare dalle coste mediterranee dell’Africa, dal medio e dal lontano oriente sino all’Asia.

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Articolo pubblicato il 02/09/2016