La tragedia del terremoto non ferma la movida
Foto di repertorio (lastampa.it)

I morti sotto le macerie non arrestano la macchina del commercio

Nutriti gruppi di subumani urlano, sghignazzano, sbraitano fra via Matteo Pescatore, via Vanchiglia, piazza Vittorio e tutte le vie circostanti e in Vanchiglia dove i locali della notte hanno riaperto i battenti e forse anche in San Salvario...mentre assistiamo a una tragedia italiana di proporzioni apocalittiche.

I morti sotto le macerie di un terremoto spaventoso, dispersi ancora non contati, altri morti di cui avremo notizie a giorni, scosse che continuano a ripetersi violente in mezza Italia, sofferenza, morte, disperazione non fermano la macchina del commercio di alcol e droga che prosegue imperterrita nella sua famelica ricerca di profitto, di soldi, di ottundimento dei cervelli.

Assistiamo con profondo sgomento, in queste notti gravide di notizie sconvolgenti, al sabba che implacabilmente coinvolge centinaia di subumani per i quali alcol e droga sono gli unici obiettivi, per i quali lo sballo e lo sfascio psico fisico sono l'unico interesse, per i quali le risate sbracate e urlate, la violenza e lo svacco sono gli unici motori di esistenze perdute. 

Siamo attoniti, pietrificati di fronte a comportamenti di centinaia di persone che forse nemmeno sanno della tragedia che si sta consumando, che non sanno quante centinaia e forse di migliaia di altre persone stanno dedicando la loro vita, la loro energia, la loro abnegazione per cercare di salvare vite umane...se la movida genera questi mostri in nome degli dèi alcol e droga forse essa davvero è diventata un fenomeno diabolico?

 

                                                                                                        Simonetta Chierici

 

 

 

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Articolo pubblicato il 28/08/2016