Parigi. Cattolici sulle barricate per difendere una chiesa dalla demolizione

Le sconcertanti contraddizioni di un Paese colpito dal terrorismo islamico

Nella Francia ancora scossa dalla carneficina messa sapientemente in atto a Nizza da un mussulmano tunisino il 14 luglio, è avvenuto un fatto sconcertante, passato sotto silenzio, complice anche l’inizio delle vacanze. Episodio, è bene precisare, autorizzato deliberatamente dalla magistratura francese.

Forze dell’ordine in assetto antisommossa entrano in un edificio e portano via, ad una ad una, le persone che vi si sono asserragliate dentro. A causa della strenua resistenza opposta, le strattonano di forza e le trascinano lungo il pavimento.

Non ci troviamo, è bene precisare in Siria, in Nigeria o in Pakistan dove i cristiani sono una minoranza perseguitata e le loro chiese vengono sistematicamente incendiate e abbattute. Invece queste immagini si riferiscono a quello che è accaduto mercoledì, 3 agosto, a pochi giorni dall’assassinio di padre Jacques Hamel mentre celebrava l’Eucarestia, a Parigi, rue François Bonvin, nel 15 ° arrondissement  e  alcuni “occupanti”, stavolta, non indossano abiti casual, bensì la talare dei sacerdoti.

Del resto non capita tutti i giorni che un cospicuo drappello di fedeli e preti si ritrovi a compiere un gesto di tal risma. Pare proprio che questi cattolici parigini abbiano raccolto l’invito lanciato da Papa Francesco da Cracovia, a “scendere dal divano”. Lo hanno fatto per difendere le mura della loro chiesa, dedicata a Santa Rita, da una decisione che è segno evidente di un’Europa che lascia seccare le sue radici cristiane.

Quella che la questura pensava fosse una formalità, si è però trasformata in un lavoro impervio. Freddo e lapidario il comunicato emanato dalla Polizia una volta tornata la calma presso la chiesa di Santa Rita: “Trenta persone si sono radunate all’interno dell’edificio per opporsi alla presa di possesso del luogo. La loro evacuazione è stata completata senza incidenti”.

Questa breve velina della gendarmerie nasconde però un particolare: l’irruzione all’interno dell’edificio sacro è avvenuta mentre si stava celebrando una Messa. Lo ha raccontato Frédéric Lefebvre, politico di centro-destra, già ministro del Commercio ai tempi della presidenza Sarkozy. Anche lui era presente, mischiato tra i fedeli insieme ad esponenti del Front National e deputati dell’Ump (maggior partito di centro-destra) come Philippe Goujon, sindaco del distretto di Parigi in cui si trova la chiesa.

Il subbuglio intorno al destino di questo luogo sacro va avanti da tempo. L’associazione titolare della chiesa (la belga Les Chapelles Catholiques et Apostoliques) ha messo in vendita la struttura nel lontano 2000. Ma soltanto dieci anni dopo la Commissione francese che si occupa di questi casi ha dato l’autorizzazione per la cessione, ritenendo che non ci fossero motivi artistici o urbanistici tali da impedire che ciò avvenisse. È così che l’associazione titolare ha ceduto l’edificio alla società immobiliare Garibaldi, che ne ha stabilita la demolizione per costruire sul posto un parcheggio.

A seguito della transazione, si è formato tuttavia un ampio fronte di oppositori, che va dal mondo politico a quello intellettuale e che comprende anche  Brigitte Bardot. La decisione della Commissione fu contestata nel 2014 anche da un gruppo di architetti, che evidenziò la singolarità degli archi di stile neo-gotico della chiesa, costruita agli inizi del ‘900.

Tutto inutile. Il potere dei soldi ha prevalso sul senso del sacro e pure sulle considerazioni artistiche. Il 5 ottobre 2015 sarebbe dovuta avvenire la demolizione, se non fosse che l’energia di un gruppo di fedeli si è messa di traverso.

Fin dalla cessione dell’edificio, infatti, i cattolici parigini (guidati dal clero dell’Istituto del Buon Pastore) hanno ricominciato ad animare Santa Rita. Messe quotidiane, rosari di gruppo, battesimi e finanche la benedizione degli animali, che avviene ogni anno ad inizio novembre, da qualche anno sono tornati ad essere tratti distintivi di questa chiesa. Pertanto la demolizione prevista in autunno è slittata a data da destinarsi.

Venditori ed acquirenti si sono allora rivolti alla giustizia francese. Lo scorso 6 gennaio il Tribunale amministrativo di Parigi ha ordinato una data definitiva per la demolizione. Di qui l’intervento della polizia, per dare esecuzione alla sentenza dei giudici.

Tra pochi mesi, al posto del simbolo della civiltà cristiana in Europa, sorgerà un grigio parcheggio. Gli automobilisti parigini avranno un servizio in più nella loro città, ma rinunceranno a un patrimonio di bellezza nonché a una fonte di spiritualità e a un pezzo delle proprie radici.

Il destino che attende Santa Rita è lo stesso che è spettato a tantissime altre chiese in Francia e in altri Paesi al di sopra delle Alpi. Dal 2000 al 2013 sono state rase al suolo 20 chiese in Francia e, secondo un rapporto del Senato francese, altre 250 si apprestavano alla stessa sorte. D’altronde si sta consolidando la società’ multiculturale, omologata al pensiero unico laicista e relativista, tollerante nei confronti dell’invasione islamica, intollerante con le comunità’ cattoliche tradizionaliste che non si sono inchinate al pensiero unico imposto dalle centrali di potere sovranazionale.

E’ un piano subdolo per distruggere le identità’ tradizionali e culturali dei popoli europei che procede spedito ed ha i suoi complici nei palazzi dell’Unione Europea,  dell’ONU, nelle grandi istituzioni finanziarie e purtroppo anche nelle stanze del Vaticano a Roma

Intanto le moschee legali ed illegali crescono come funghi in tutta Europa. Poi qualche benpensante continuerà ad indicare all’origine delle stragi dell’Isis, le predicazioni dell’odio e dell’annientamento dell’occidente, che principalmente avviene nelle moschee contigue alle nostre residenze. Ma poi, nei fatti…..

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Articolo pubblicato il 25/08/2016