Domani 22 agosto 2016 Summit di Ventotene con la trilaterale Renzi, Merkel e Hollande.

Ventotene 2, forse l’ultima speranza.

Nel mese di agosto del 1941, ormai in piena seconda guerra mondiale, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli, esiliati dai fascisti a Ventotene, scrissero un Manifesto dal titolo “ Per una Europa libera e unita”, il loro ideale di una nuova Europa federale.

Il 22 agosto 2016 a Ventotene, sulla portaerei Garibaldi al largo delle isole Pontine, avremo l’ennesimo summit tra Angela Merkel  Francois Hollande  e Matteo Renzi, con l’obiettivo di far decollare una nuova Europa iniziando dai fondamenti dell’Unione: i valori e la cultura.

Ripartiamo dall’ultimo documento approvato a giugno dai 28 stati dell’Unione che presenta la global strategy di Federica Mogherini quale alto rappresentante per gli affari esteri e la sicurezza dell’UE che punta sulla ricerca del consenso, ricucendo spaccature diverse tra gli stati,  che richiedono risposte operative efficaci; si evidenzia quindi la necessità di adottare una strategia globale non solo dal punto vista meramente geografico ma soprattutto adottando politiche e strumenti idonei a raggiungere gli obiettivi, tra questi il delicato settore difesa e sicurezza che vede purtroppo molti stati europei non concordi sulle strategie da adottare.

In questo incontro da parte dei Paesi fondatori si dovrà ripartire dalle origini del manifesto del 1941 per capire quali potranno essere i principi fondanti di una Europa diversa da quella attuale che palesa molti limiti e incongruenze, anche rivedendo gli atti originari che hanno portato all’attuale configurazione istituzionale dell’UE.

Un punto di partenza potrebbe essere una strategia europea condivisa per crescita, lavoro e stabilità, richiesta già presentata con il documento che il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ha elaborato e reso pubblico a fine febbraio 2016 e che rappresenta un contributo di grande importanza al dibattito sulla riforma della governance europea sotto il profilo politico, analitico e procedurale.

Il documento ha una forte rilevanza politica sia sul piano interno, sia sul più ampio fronte europeo, facendo giustizia delle polemiche, rimbalzate tra Roma, Bruxelles e altre capitali europee, su un’Italia che chiede solo e sempre flessibilità e che non avrebbe una vera strategia economica coerente con le regole e gli impegni sanciti dai Trattati e dalla normativa europea.

Siamo comunque in presenza di dover puntare ad un rilancio globale, in quanto l’architettura dell’Ue per la gestione delle crisi e le sue capacità civili e militari non soddisfano ancora le esigenze dettate delle sfide attuali e soprattutto di quelle future.

Oltre ai problemi interni, la UE deve anche convivere con L’economia globale che ha davanti a sé ancora molta strada per uscire dalla crisi, un percorso rallentato da diversi fattori: tra questi ci sono il deleveraging (ovvero la riduzione dell’indebitamento) nel settore privato, in ritardo nella zona euro, gli effetti negativi delle politiche del rigore e il rallentamento dei paesi emergenti, in parte riconducibile alle vicende dell’Eurozona.

In particolare, l’inadeguatezza delle scelte di politica economica, in Europa ma pure negli Stati Uniti, si traduce nell’insufficiente stato di fiducia delle imprese e dei consumatori.

La trilaterale di Ventotene si dovrà dunque confrontare anche con la obbligatorietà delle riforme strutturali mirate a rafforzare la competitività e difendere le fasce deboli e con una disciplina di bilancio più coerente con la crescita; inoltre nel medio termine bisognerà correggere i differenziali di competitività misurati dai costi del lavoro unitari e provvedere al rilancio dei consumi.

L’aumento di un clima di fiducia , attualmente ad un livello piuttosto basso, riteniamo sia la prima pietra sulla quale puntare, di un percorso difficile e pieno di insidie.

 

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Articolo pubblicato il 21/08/2016