I Testamenti Spirituali

Sesta Puntata: Charles Darwin

IL TESTAMENTO SPITRITUALE DI CHARLES DARWIN

Nulla di più confuso e dibattuto del pensiero di Charles Darwin.

Grandi Soloni, portatori di “Verità”, hanno imposto spesso con solenne arroganza le proprie interpretazioni, mettendo in bocca al Grande Inglese uno sconcertante numero di fesserie.

Darwin ateo o fervente cristiano?  Come se non esistesse la possibilità di scegliere forme intermedie, come se si trattasse di optare per il bianco o per il nero…

Darwin in età matura si professò un Agnostico, dichiarando apertamente con questa affermazione la sua estraneità ai vari dogmatismi di natura religiosa. Questo non significa essere Ateo. Darwin afferma che l’intelligenza umana non sia in grado di comprendere il pensiero divino, e ovviamente neppure la Natura divina: queste affermazioni ci presentano uno scienziato che con grande umiltà non si permette di sentenziare su argomenti fuori dalla portata della mente umana.

L’Uomo non può comprendere Dio, semmai è possibile il contrario.

Inoltre non dimentichiamo mai che Darwin fu un autentico genio: uno scienziato che raccolse un concetto vago di evoluzione, espresso già nella Cultura greca e rivisitato a vari livelli attraverso i secoli, per trasformarlo, tramite il sottile meccanismo della “Selezione Naturale” in un processo dinamico basato su dati scientifici.

Il Testamento Spirituale di Darwin non riguarda solo i meccanismi biologici che hanno diretto l’Evoluzione delle Specie: la Scienza ha tratto grande profitto dalle sue idee, completandole senza disattenderle, con le nuove scoperte della Genetica relative al DNA, ai geni, ai cromosomi…

In questa Sede vorrei sottolineare quanto Darwin ha lasciato in eredità riguardo alla sua visione dell’Universo e della divinità, traendo spunto da una lettera piuttosto sintetica, andata recentemente all’asta a New York, presso la casa Bonhams. 

La lettera in questione è la risposta ad una precedente missiva ricevuta dall’avvocato Francis Mc Dermott che gli chiedeva se credesse o meno nei contenuti del Nuovo Testamento. Mc Dermott desiderava ottenere da Darwin una risposta chiara, garantendo l’assoluta segretezza sui contenuti della sua eventuale opinione.

La risposta di Darwin fu sintetica e molto chiara: "Mi dispiace di dover comunicare che non credo nella Bibbia come una rivelazione divina, e quindi nemmeno in Gesù Cristo come il figlio di Dio".

La lettera, che inserisco nel testo, appartenne ad un privato che la custodì per oltre un secolo, decidendo solo una ventina d’anni fa di venderla tramite asta.


Riguardo alla Teoria dell'Evoluzione una autentica pioggia di polemiche si versò sull’immagine del nostro Scienziato, religiosi, dogmatici, bacchettoni di varie estrazioni si divertirono a sbeffeggiare Darwin chiedendosi se fosse così tanto decoroso accettare che l’Uomo provenisse da antenati comuni alle scimmie.

Le critiche, spesso basate su emozioni di bassa natura, non lo scalfirono minimamente. Darwin come afferma in una intervista ad Aleteia  il giornalista e scrittore Francesco Agnoli, esperto di tematiche legate al rapporto scienza e fede, «Darwin abbandona la fede nel cristianesimo». Ma liquidarlo come un ateo tout court è sbagliato. Abbandona il suo credo religioso nel tempo, perché da giovane era un convinto sostenitore della Parola di Dio. «Il suo primissimo articolo – sentenzia Agnoli – scritto insieme a FitzRoy sul South African Christian Recorder nel 1836, racconta come i missionari cristiani abbiano contribuito al bene delle popolazioni indigene allontanandoli da pratiche come quella del sacrificio umano e dell’infanticidio. A quest’epoca Darwin crede nella forza civilizzatrice del Vangelo. Con il tempo si allontanerà dalla fede nella Bibbia, e nella Rivelazione».

Man mano Darwin si allontanerà da questa posizione, dichiarandosi “agnostico” (mai ateo) senza però “rompere” con la dottrina cristiana. Non a caso, prosegue Agnoli, «alla fine de “L’origine della specie” cita il Creatore e in varie lettere dice che la sua teoria non è contro il Creatore. Per tutta la vita dirà di non essere in grado di capire davvero l’esistenza di Dio: “Il mio giudizio è spesso fluttuante” scrive in una lettera; altrove si definisce un agnostico, ma afferma che questa stessa definizione non è sempre giusta: penzola tra credere in un Dio Creatore, il non credere, e la sospensione del giudizio». “NON E’ SOLO IL FRUTTO DI UNA FORZA CIECA”


Sempre nell’intervista ad Aleteia si legge: “Non riesco a vederci chiaro”. “D’altra parte non posso accontentarmi di vedere questo meraviglioso Universo e soprattutto la natura dell’uomo e di dedurne che tutto è il risultato di una forza cieca. Sono propenso a guardare ad ogni cosa come il risultato di leggi progettuali (as resulting of designed laws), e che i dettagli, siano essi buoni o cattivi, risultino invece da ciò che noi possiamo chiamare caso […]. Non posso pensare che il mondo così come lo vediamo, possa essere il risultato del caso; eppure non posso guardare ogni singola cosa separata come se essa fosse il risultato di un progetto. Percepisco nel mio intimo che l’intera questione è troppo profonda per l’intelligenza umana. È come se un cane tentasse di speculare sulla mente di Newton” (C. Darwin, The Correspondance of Ch. Darwin, Cambridge UP, Cambridge 1985-1995, 224).

…Inoltre va detto che sono numerose le lettere in cui Darwin dice: «io vedo, nel complesso, un disegno intelligente nella natura, crescita di complessità della vita e della storia che non è casuale, ma nel dettaglio mi sfugge». La ragione, osserva lo scienziato, «non riesce a risolvere questo problema».

Non vorrei deludere alcuni ricercatori ma ritengo che il pensiero di Darwin fosse molto lontano da quello del francese Jacques Monod che nel 1965 vinse il Premio Nobel per gli studi sull’Operone.

Jacques Monod ha pubblicato nel 1970 il celebre Il caso e la necessità.

Nel saggio egli descrive le conseguenze filosofiche delle ultime scoperte della biologia molecolare e della genetica, imputando unicamente al caso e alla necessità i meccanismi intrinseci dei processi biologici ed evolutivi.

Negando una qualsiasi progettualità di natura metafisica ed escludendo la presenza del divino nei meccanismi evolutivi, Monod, potrà ricevere la patente di ateo in un periodo storico che fortunatamente permette a quasi tutti di esprimersi liberamente.

Per concludere, il pensiero religioso di Darwin non ci permette di definirlo assolutamente un ateo, nella sua Visione del Mondo esiste un concetto di Intelligenza Ordinatrice che non può essere antropomorfizzata o definita con qualsivoglia aggettivo.

Come affermano alcuni mistici: Dio è indefinibile al punto che non possiamo neppure dargli l’appellativo di Esistente.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 01/09/2016