I Testamenti Spirituali

Terza Puntata: Johann Sebastian Bach

Il Testamento Spirituale di Johann Sebastian Bach

 

Il Dr. Albert Schweitzer, Medico, Musicista, Filantropo e Premio Nobel per la pace 1952, ne “Il Simbolismo di Bach”, afferma che il più grande musicista di tutti i tempi fosse nello stesso tempo poeta e pittore. L’arte esige delle capacità tecniche per potersi esprimere, queste permetteranno all’artista di condividere con gli altri quanto egli stesso sia in grado di provare. Ogni artista sceglierà una forma espressiva che gli consenta di raccontare, al meglio, quanto desideri condividere. 

Il fatto che un Autore prediliga questa o quella particolare forma potrà dipendere da molti fattori ed in special modo dalle proprie naturali inclinazioni. 

Schweitzer prosegue considerando che sia errato classificare un artista esclusivamente sulla base della forma artistica che egli predilige, poiché sarebbe estremamente limitativo e poco rispettoso della realtà. 

Riporto un breve frammento tratto da “Il Simbolismo di Bach”: 

“……..noi siamo abituati a classificare un artista giudicando dai mezzi di cui si serve per tradurre la propria vita interiore, e chiamiamo musicista chi si esprime coi suoni, pittore chi usa i colori e poeta chi si serve delle parole. Bisogna però riconoscere che queste classificazioni stabilite in base a criteri tanto esteriori, sono arbitrarie. 

L'animo dell'artista è tutto un mondo in cui confluiscono insieme i doni del pittore, del poeta e del musicista in proporzioni infinitamente varie. Noi non possiamo erigere a principio generale il fatto che determinate manifestazioni debbano corrispondere sempre a quelle date emozioni ed a quei dati sogni dell'artista, e che ad esempio soltanto coi suoni si possa tradurre ciò che nel nostro intimo si presenta come un'emozione di natura musicale….” 


Oltre: 

“…..L'autore delle Cantate e delle Passioni era un poeta, anche se non si sapeva esprimere con eleganza, e se il suo gusto non era più raffinato di quello dei suoi contemporanei, come si vede dal fatto che tanto gli piacevano i libretti di Picander. Egli era un poeta nell'animo e quando esaminava un testo, cercava soprattutto di metterne in luce la poesia. 

La lingua musicale di Bach è la più plastica e precisa che possa esistere perché ha radici e derivazioni proprio come qualsiasi lingua parlata. Nelle sue opere si trova tutta una serie di temi elementari nati da immagini visive, ognuno dei quali dà origine ad una famiglia di temi leggermente diversi a seconda delle diverse sfumature dell'idea che egli vuol tradurre in musica. Spesso la stessa radice appare così in venti o venticinque varianti diverse poiché Bach, per esprimere un'idea, ritorna sempre alla corrispondente formula fondamentale. 

Egli può esprimere così ogni idea con sorprendente evidenza, e specialmente per la descrizione del dolore e della gioia la sua musica ha una tale varietà di sfumature che non si trova presso nessun altro musicista. 

Quando ci si sia bene impadroniti degli elementi del suo linguaggio, anche le composizioni prive di testo letterario, come i preludi e le fughe del Wohltemperierte Klavier, diventano in un certo senso parlanti, ed esprimono anch'esse delle idee concrete. Se invece la musica è scritta su di un determinato testo, noi siamo in grado di precisarne le idee più caratteristiche ricavandole dalla sola osservazione dei temi, indipendentemente dal testo.  [...] 

Riferendoci a quanto condiviso con Albert Schweitzer potremmo affermare che Bach ci abbia lasciato un Testamento Spirituale redatto nella lingua dei suoni, utilizzando un linguaggio di note e intervalli in grado di comunicare direttamente con l’Anima senza la necessità di alcuna verbalizzazione. 

Sulle note del corale Von deinen Thron tret’ich BWV 668, dettato al figlio Carl Philipp Emanuel sul letto di morte, il maestro si congeda dalla vita affidandosi definitivamente nella mani di Dio (“Mi avvicino al tuo trono, o Dio”) logica conclusione ad un’opera che sempre di più sembra delinearsi come un Testamento Spirituale.

Alcuni suggerimenti d'ascolto:

 

J.S. Bach: Vor deinen Thron tret ich hiermit BWV 668 (G. Leonhardt)  

https://www.youtube.com/watch?v=V1E6U2pfZKU

 

Johann Sebastian Bach—The Art of Fugue—Angela Hewitt (piano)  

https://www.youtube.com/watch?v=IRLmtpFn1Ws

 

Bach - WTC II (Angela Hewitt) - Prelude & Fugue No. 23 in B Major BWV 892  

https://www.youtube.com/watch?v=OCnENbenhzw

 

Angela Hewitt: Chromatic Fantasy & Fugue in D Minor, BWV 903 (JS Bach) – Live

https://www.youtube.com/watch?v=FWQYLsuR6nE

 

 

 

 


  

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/08/2016