Incontro con l' Alchimista contemporaneo Altotas in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro

libIncontro di nuovo con piacere Altotas, uno fra i più preparati custodi moderni della Tradizione Alchemica.  L’occasione per la nostra conversazione è l’uscita del suo ultimo testo, fresco di stampa:  “Alchimia di laboratorio per fare la Pietra dei Saggi”, pubblicato dalla casa editrice Psiche 2 di Torino, a breve distanza dalla uscita del precedente lavoro, sempre la stessa casa editrice, "Il libro delle formule". Tenace studioso dei lavori di Fulcanelli e Canseliet, conosce a menadito le loro opere, di cui mi parla a lungo, affrontando la descrizione di alcuni passaggi fra i più complessi dell’Opera, senza però lasciar trapelare alcuni segreti, come vuole la Tradizione.

La Collana Alchemica si arricchisce così di un nuovo prezioso volume offerto dall'anonimo alchimista contemporaneo. In questa occasione ha voluto proporre al pubblico di appassionati di Alchimia un'opera, tanto rara quanto preziosa, in cui sono trattati argomenti fino ad oggi tenuti nascosti o celati sotto un linguaggio poco comprensibile.

Il trattato "Alchimia di laboratorio per fare la Pietra dei Saggi",è composto da una collezione di lavori che si rivelerà interessante per gli innamorati dell'Arte, impegnati attivamente nel cercare di raggiungere il premio promesso all'Alchimista, la Pietra Filosofale. E’ chiaro che negli ultimi decenni, specie dalla comparsa di Internet, siano maturate le condizioni per divulgare i risultati di Maestri come Altotas, che continua a lavorare in segreto, senza voler svelare la propria identità, poichè, rispetta la Tradizione di restare in disparte, pur manifestando la volontà di aiutare il neofita a non perdersi nel labirintico percorso di una materia, che i nostri antenati hanno voluto venisse divulgata solo agli appassionati studiosi.

Volenterosi innamorati di una materia apparentemente impenetrabile e racchiusa in testi in cui è contenuto un mistero che, solo dopo uno studio costante, lascerà trapelare il suo occulto significato. Altotas, dopo anni trascorsi a praticare l'Alchimia, ora mette a disposizione del neofita osservazioni ed esperienze da lui effettuate e verificate nel corso degli anni, realizzate  grazie al paziente studio del Trattato, oggi finalmente reso pubblico.

studEsperienze che tralasciano, pur tenendolo in adeguata considerazione, il mero approccio puramente filosofico, assai abbondante nell'immenso panorama letterario dedicato alla materia, ma che offre la preziosa e rara analisi del lavoro pratico che permetterà di comprendere quale sia realmente il pensiero degli antichi alchimisti e cosa abbiano voluto affermare dal più remoto passato fino ai giorni nostri, senza mai modificare di una sola virgola il loro insegnamento.

In questo modo l'appassionato, potrà iniziare correttamente il percorso lavorativo della Grande Opera con maggiori probabilità di raggiungere la preziosa ricompensa, per cui è richiesta un'anima semplice, associata ad una attitudine ad orientarsi contro corrente nei confronti della scienza tradizionale, arroccata nel sostenere che l'oro non può essere realizzato artificialmente. Anche se la pietra filosofale è considerata ancora oggi un mito, sappiamo che gli Alchimisti non hanno raccontato favole; le loro affermazioni possono essere finalmente verificate.

 Utilizzando le moderne attrezzature  di laboratorio della fisica moderna, come gli acceleratori di particelle, è infatti possibile creare l'oro da altri elementi, anche se in quantità infinitesima ed il processo è antieconomico perché l'intero procedimento per giungere al risultato costa più di quel poco di sostanza aurea che si riesce ad ottenere. Ma questo è sufficiente per dimostrare come la trasmutazione che avviene in Natura, sia realmente riproducibile.

dragGli Alchimisti erano al corrente dei passaggi necessari per realizzarla senza eccessiva difficoltà, come affermano nei loro testi che racchiudono l'identica realtà positiva in ogni angolo del pianeta. Il linguaggio dell'insegnamento alchemico è infatti comune in ogni punto del globo; non vi è sostanziale diversità fra quanto scritto nei testi, antichi di secoli di Alchimia occidentale, a confronto con un testo di Alchimia indiana o cinese. Grazie al lavoro di Altotas, si è ora in grado di lavorare la materia senza incertezze, secondo canoni classici descritti non più in modo criptico, ma spiegati in modo chiaro, secondo insegnamenti canonici, tratti da antichi manoscritti.

Il brillante lavoro di Altotas è inoltre corredato da alcune fotografie tratte dalle sue esperienze di laboratorio e da un disegno in cui, mi spiega, è racchiuso tutto il segreto dell'Opera. Un suggerimento che l'attento ricercatore dovrà esaminare attentamente. Altotas si è poi mostrato straordinariamente caritatevole, mostrandomi come la verità positiva dell'Opera  si manifesti all'accorto ricercatore. Durante una delle fasi  della lavorazione, sul fondo del matraccio si è infatti manifestato il dragone alchemico, simile a quello rintracciabile in molte tavole a corredo dei testi più famosi. Fra questi lo "Splendor solis", affascinante manoscritto alchemico del 1532 tradizionalmente attribuito a Salomone Trismosin,  considerato uno dei Maestri di Paracelso. Ciò sta a dimostrare, secondo Altotas, come l'Alchimia sia una realtà di fatto ed il fenomeno di cui possiamo essere testimoni, dimostra una volta di più che un mondo sorprendente e meraviglioso, sopito in testi antichi, si può spalancare di fronte allo studioso che opera con passione sostenuto dai Maestri che dimorano nella sua ombra e dai loro scritti, oggi finalmente di facile reperibilità e comprensione grazie all'instancabile lavoro di un Alchimista contemporaneo.

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Articolo pubblicato il 12/08/2016