I raid Usa in Libia, la patetica saga del governo italiano.

Così continueremo ad essere infestati ed invasi da libici camuffati in tutto e per tutto, senza mai ammettere che l’Isis favorisce anche l’invasione dell’Europa con i suoi infiltrati.

Ci risiamo. Barack Obama, su richiesta del leader libico, entra a piedi giunti in un’altra mini guerra contro lo Stato Islamico che, come quelle in Iraq e Siria, non sarà risolutiva ma foriera di ulteriore destabilizzazione. Non interviene isolato, ma riscuotendo  consensi diffusi anche in Europa e, a parole in Italia.

Ad oggi le milizie libiche fedeli al governo di Tripoli guidato da Fayez al-Sarraj sono in difficoltà nella battaglia di Sirte. Hanno circondato i miliziani dell’Isis ma questi combattono senza tregua e hanno ucciso finora 500 avversari ferendone oltre 2mila.

Troppi per le raffazzonate milizie libiche, poco disposte a subire perdite elevate. I raid aerei americani daranno quindi una mano a smantellare postazioni e a distruggere carri, blindati e artiglieria. Finora sono impiegati gli elicotteri da attacco Super Cobra della portaelicotteri Wasp, mentre i droni basati a Sigonella dovrebbero svolgere solo compiti di ricognizione poiché Roma ne vieta l’impiego offensivo.

Non si riesce a prevedere se i raid americani saranno limitati a Sirte o se continueranno anche in futuro a offrire appoggio a Tripoli per combattere il Califfato. Le forze messe in campo da Washington potranno conseguire solo obiettivi tattici limitati, evidenziando la volontà di Obama, a soli tre mesi dalla scadenza del suo mandato, di rispondere agli attacchi di Donald Trump proprio sulla debolezza che l’Amministrazione democratica ha mostrato nel combattere lo Stato Islamico.

Anche la Libia dal punto di vista politico non ne esce bene. Il premier al-Sarraj, che aveva sempre escluso interventi stranieri sul suolo nazionale, ha mostrato tutta la sua debolezza prima ammettendo la presenza di forze speciali britanniche sul fronte di Sirte e poi chiedendo l’intervento dei velivoli americani.

I raid USA rischiano quindi di indebolire sul fronte interno al-Sarraj e di non risultare decisivi nella guerra al Califfato contribuendo così ad ampliare la destabilizzazione della Libia.

I nostri governanti, Renzi in testa, appaiono sempre più personaggi in cerca d’autore. Risulta tragicomico leggere che i raid siano stati valutati “positivamente dall’Italia” come ha reso noto la Farnesina, precisando che Roma “incoraggia a realizzare le iniziative per ridare stabilità e pace ai libici”.

Il governo  ha precisato che Roma non partecipa alle operazioni belliche né con l’invio di militari né con il supporto di basi e di aerei ricognitori. “Il sostegno italiano al governo libico si è concretizzato in forme diverse nel corso degli ultimi mesi, in particolare attraverso importanti operazioni umanitarie” ha detto la Farnesina smentendo ancora una volta presenza di forze speciali italiane in Libia.

"Mi auguro” che l’intervento americano contro l’Isis a Sirte “sia risolutivo, sarebbe un messaggio molto forte non solo per la lotta al terrorismo ma anche per la stabilizzazione della Libia” ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, ribadendo che “è molto positivo che gli Stati Uniti abbiano deciso di intervenire”.

Roma apprezza gli sforzi bellici contro il Califfato, ma non intende parteciparvi, forse nel timore (o certezza) che essi determinerebbero una forte rappresaglia terroristica sul nostro territorio nazionale.

Il governo italiano poi, non è per nulla irritato con al-Sarraj che ben si guarda dal chiedere alle flotte europea e italiana di intervenire sulle coste libiche contro i trafficanti di immigrati clandestini il cui business coinvolge milizie e tribù che sostengono il governo di Tripoli.

Inoltre l’intervento britannico e americano a Sirte manda definitivamente in soffitta l’operazione di supporto e addestramento alle truppe governative, che avrebbe dovuto avere la guida italiana e il via libera dell’Onu, ma che Tripoli non ha mai chiesto.

Il risultato è che in Libia non vi sono forze internazionali ma contingenti britannici, statunitensi e francesi che perseguono interessi nazionali e che rendono sempre più marginale e irrilevante il ruolo dell’Italia nella sua ex colonia come ha ben dimostrato anche il rifiuto di al-Sarraj di fermare i flussi di migranti illegali e di accettare il loro respingimento sulle coste libiche. 

Così continueremo ad essere infestati ed invasi da libici camuffati in tutto e per tutto, senza mai ammettere che l’Isis favorisce anche l’invasione dell’Europa con i suoi infiltrati.

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Articolo pubblicato il 04/08/2016