I Testamenti Spirituali

Prima Puntata: Sergio Minero

Desidero proporre, in questa sessione, una raccolta di Testamenti Spirituali donati da Maestri di un passato più o meno recente.

Non solo i grandi nomi della Storia hanno desiderato condividere con i posteri l propri sogni e le proprie speranze: anche molti personaggi meno noti che la Storia non ha ancora riconosciuto completamente, ci hanno lasciato delle autentiche Perle di Saggezza dai contenuti di rara bellezza.

Come primo contributo ho scelto il Testamento dell'Artista piemontese Sergio Minero che abbiamo già conosciuto in un articolo precedente.

Il suo messaggio è molto forte e ricco di spunti sicuramente stimolanti: può essere letto come una autentica preghiera dell'Anima, una limpida esortazione a considerare, come egli stesso racconta, il valore della Libertà, della Bellezza, della Verità e dell'Amore.

Lascio al Lettore il piacere della scoperta dei concetti che Minero desidera condividere, ponendo molta attenzione a ciò che traspare velatamente tra le righe. 

 

 

 

 

Il Maestro SERGIO MINERO scrive AGLI SPIRITI LIBERI E FORTI

         “AGLI ARTISTI IN PARTICOLARE”

Se ci capita di consultare un manuale di Storia dell’Arte moderna si scopre che invariabilmente viene lasciato spazio ad una premessa dedicata alla ricerca delle “radici” che hanno dato linfa all’Albero della “Modernità”.


Generalmente queste propaggini sotterranee si riconoscono attive attorno alla seconda metà del XVIII secolo, in Europa. Però, a ben vedere, sono radici che sprofondano in una terra ben più antica e senza tempo. Questo particolare punto di vista sarebbe da tenere sempre presente per analizzare i percorsi dell’Arte (non solo dell’Arte) entro un orizzonte che abbracci l’Infinito. Se tuttavia vogliamo indagare più da vicino le trasformazioni che si sono succedute nei vari periodi storici, mi pare che proprio in quei pochi decenni che giungono sino alla soglia del XIX secolo siano successe tali trasformazioni decisive e irrevocabili le cui fatali conseguenze sono drammaticamente verificabili ben addentro ai nostri sì oscuri giorni.


Come potrei definire in poche parole l’essenza di quel profondo sconvolgimento che si preparò e si compì nel giro di quei pochissimi anni? Credo di poterlo accennare ricorrendo, in parte, a quell’affermazione di Hegel che annunciava la morte dell’Arte e penso per conseguenza logica anche la morte dell’Uomo; più tardi verrà poi Nietzsche ad affermare la morte di Dio. In altri termini, è lo stesso concetto che alcuni anni più tardi ispirò a quel capo pellerossa la lettera al presidente degli Stati Uniti d’America in cui annunciava (a seguito della strage degli ultimi bisonti compiuta dai “civilizzati pionieri”) la fine della Vita dell’uomo e l’inizio della sua pura Sopravvivenza.


Questa è la condizione attuale della nostra incerta esistenza e anche l’Arte, come la Religione, ha seguito quest’inarrestabile destino. In poco più di due secoli trascorsi dall’instaurarsi di questo malefico spirito distruttore, che è anche autodistruttivo, propostosi in nome della ragione, della libertà, della democrazia e del progresso, le forze del Male hanno imposto il loro brutale dominio mortificando le espressioni creative e spirituali dell’uomo fondandosi sui nuovi “valori” del materialismo, dell’utilitarismo e del profitto a tutti i costi.


Una sempre più esigua presenza di Apostoli e di Artefici ha tenuto vivo il sacro e magico Fuoco dell’Arte, fino a scomparire del tutto più i tempi si sono approssimati ai nostri. Certo l’Arte è ufficialmente morta, assassinata “scientificamente” dai rappresentanti più biechi di un’umanità privata dei suoi supremi ideali di Bellezza e Verità in favore di un mondo ridotto alla stregua di un miserabile quanto venalmente ricchissimo baraccone fieristico-turistico-mercantile che nel campo dell’arte sta sommergendo le Gallerie ed i Musei d’arte contemporanea di tutto il pianeta con montagne di ciarpame e di rifiuti in una frenetica corsa nel vuoto, nel nulla. Nichilismo puro.

 

Segno di una disperazione crescente, irrimediabilmente priva di ogni spiraglio di luce.

Di fronte a questa situazione ormai giunta al limite della sopportabilità per la mente umana, io propongo a tutti gli Spiriti Liberi e Forti – agli Artisti in particolare – un’urgentissima e profonda presa di coscienza prima che sia troppo tardi.

 

Mi rivolgo a tutti coloro che affidandosi alla propria sensibilità e alle ragioni della propria mente e del proprio cuore vogliono ancora trovare la via verso gli ideali più sublimi della vita: la Libertà, la Bellezza, la Verità e l’Amore. Finché qualcuno di noi avrà l’onestà, l’intelligenza, la volontà ed il coraggio per accendere nelle più remote profondità dell’anima la scintilla da cui scaturirà la fiamma di un’autentica crescita spirituale, ci sarà ancora speranza per tutta l’umanità. Allora il tempo potrà dimostrarsi maturo per una nuova visione del mondo e “attraverso il potere dell’immaginazione creativa potrà ridare nuovi valori alla vita” (da Lama Anagarika Govinda).



 

Per raggiungere questa meta c’è richiesto uno sforzo di grand’umiltà perché questa scelta non potrà mai trovare l’approvazione di un Potere che ha totalmente cancellato ogni autentico slancio creativo, negando lo spazio ad ogni ricerca che non sia finalizzato agli scopi, sempre loschi, della così detta “industria culturale” e delle grandi holding affaristiche internazionali.


Anche il Cervello deve avere una sua quotazione in Borsa altrimenti non è ritenuto funzionale all’ideologia del Sistema che vuole ridurre ogni individuo a puro oggetto facilmente manipolabile, omologabile e utilizzabile seguendo le “Ferree Leggi dell’economia”. Le uniche leggi che la trionfante egemonia capitalistica dell’Occidente riconosce e alle quali tutti devono forzatamente soggiacere.

 

  Chi si rifiuta diventa presto un “fuorilegge” che viene perseguitato con l’ostracismo e l’emarginazione. Così tutte le manifestazioni della Tradizione e dello Spirito umano sono state sottoposte ad un processo di distruzione sistematico ed in particolare l’Arte quale espressione più immediata della creatività, la più antica che noi conosciamo ed alla quale l’uomo deve molta parte della propria conoscenza.


Penso quindi che proprio agli Artisti sia richiesto un decisivo impegno per riproporre in questi tempi oscuri l’indicazione di un’estrema via di salvezza unendo alla rivendicazione della libertà creativa, contro la dittatura delle “Ferree Leggi”, una nuova dimensione della personalità umana che possa intraprendere coraggiosamente quella che Novalis chiama “il cammino misterioso che va verso l’interno” al fondo del quale sta la Luce della vera Conoscenza.


Dobbiamo anche essere consapevoli che non arriveremo mai ad una soluzione definitiva e tutte le nostre acquisizioni non avranno mai una fine perché non ci sarà mai fine all’avventura spirituale di una vita creativa – che avrà il suo senso nel procedere stesso, non nella meta da raggiungere – perché non c’è nulla da raggiungere anche se abbiamo un fine e una direzione. Il Fine stesso sarà raggiunto a ogni passo compiuto. La Via stessa è il Fine e ogni essere umano ha una sua via da percorrere che non può essere l’imitazione di un’altra perché negherebbe la propria personale natura.


A tutti coloro i quali condividono i termini esposti nella mia proposta voglio ancora indicare la pressante necessità di attenersi ad un principio essenziale che implichi la responsabilità delle nostre azioni fondate su presupposti etici e morali irrinunciabili, senza i quali non può esserci un libero e creativo dispiegamento della vita individuale, esercitando nel frattempo più inflessibile opposizione al totalitarismo mortale della presente “civiltà” industriale tecnologica che riduce l’esistenza ad un “rigido automatismo di un processo meccanico dentro un cerchio senza fine di cieca necessità”.

 

A questo destino da incubo dobbiamo saper contrapporre l’azione liberante e creatrice di una profonda e autentica Rivoluzione Spirituale in divenire, che abbia come fine ideale l’Illuminazione di tutti gli esseri viventi.


Possa questo mio “messaggio”, insieme con la mia opera, rappresentare uno stimolo ed un riferimento affinché altri “viandanti” si ritrovino idealmente affiancati in questo arduo cammino, ben sapendo che solo nel buio della Notte si ritroverà la Luce.


                                                          Dall’Isola Sconosciuta,12 ottobre 1999

 


 

 

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Articolo pubblicato il 04/08/2016