L’ultima tempesta di luglio spazza il Piemonte
Chieri (TO) 31 luglio 2016 ore 17: Formazione nuvolosa in arrivo da ovest

Fenomeni esagerati si susseguono. Anomalie e una domanda

Questo luglio 2016 non ha lasciato un buon ricordo sul Piemonte, non quel bel tepore dell'estate che, fino a pochi decenni fa lo caratterizzava come il miglior mese per andare in vacanza.

Luglio  iniziato con devastanti temporali che hanno spazzato il torinese con una furia rara, sganciando bombe d'acqua, di grandine e di vento nella zona del chierese. I danni sono stati importanti, la dinamica insolita, la vastità della zona interessata, incompatibile con i temporali estivi tipici dei cumulonembi.

Non si è trattato di un fenomeno isolato, il sole si è concesso di rado e a partire dalla seconda metà del mese, immense masse temporalesche hanno iniziato a nascere in più punti per poi sommarsi e moltiplicarsi, scaricando precipitazioni anomale quasi in simultanea sulle province di Torino, di Asti e di Cuneo, procurando danni devastanti a cose e agricoltura.

Ho assistito personalmente ad almeno quattro di questi avvenimenti da luoghi diversi e, da tempo interessato alle anomalie delle perturbazioni, sono rimasto attento al movimento dei nubifragi, quanto sbigottito per la loro rapida formazione e altrettanto lesto movimento.

26 luglio: Chicco gigantesco a Cuneo

Non sono temporali estivi, non hanno la forma ad incudine, non sono downburst, non sono trombe d'aria, ma qualcosa d'altro. Quello che più sorprende è la rapidità di formazione della tempesta e quindi, la vasta copertura di territorio interessato, ma non è tutto.

Sembra che a metà del pomeriggio di giorni annunciati dal sole, una enorme copertura nuvolosa si estenda quasi nascendo dal nulla, muovendosi ad alta velocità su tutto il territorio per poi soffermarsi più a lungo in alcune zone specifiche. Alcuni viticoltori della zona di Barolo, particolarmente colpita, con i quali mi sono intrattenuto a discutere sono i primi ad essere tristemente sbigottiti.

Un altro fenomeno anomalo è il rumore di fondo di un tuono continuo che dura anche per un'ora, ma non è accompagnato da fulmini. Un rumore forse d’attività elettromagnetica? È un brontolio sordo che ricorda quello di un aereo che gira in tondo a quota non elevata, un brusio che, non sono il solo ad avere rilevato.

Il sospetto che il fronte nuvoloso non sia unico, ma plurimo, oltre ad un'osservazione visiva è avvalorato da una insolita frequenza di arcobaleni doppi e tripli, spettacolo raro, ultimo, bellissimo omaggio della tempesta che va.


31 luglio Chieri: Arcobaleno doppio

Chieri, oggi,31 luglio, ore 18, il cielo si è fatto scuro quasi di colpo, ho visto la l’uragano arrivare gonfio, lesto, basso e nero come un immenso drago e poi, bufera è stata ancora.

Il mese ha voluto salutare con la sua spettacolare violenza. Sono scesi 70 mm di acqua e grandine nel torinese, ad Alba, nel cuneese, nella zona di Asti e poi chissà. Alle ore 21.30 il cielo era ancora molto nero verso oriente.

Che non ci siano più le stagioni di una volta è un modo di dire ormai obsoleto, che il riscaldamento del globo prometta vendetta all'ingordo genere umano è cosa ormai risaputa, che esperimenti di manipolazione del clima a scopi bellici, economici e di protezione dai raggi solari anche. È argomento di dibattito da molto tempo, e anch’esso dichiarato nel suo spargere nanoparticelle di alluminio, di nitrato d'argento, di silicio e altri ingredienti per i suoi scopi reali ancora tutti da verificare, e più di un dilemma resta. La realtà è un tempo da paura che fa macelli dal Piemonte al Veneto, alla costa adriatica.

L'aereo nella tempesta?

Chieri 31 luglio ore 20: L'aereo nella tempesta?

Ultima anomalia rilevata la pongo direttamente ai divi in divisa che dal video annunciano sorridenti le previsioni del tempo. I messaggi sono quasi precisi, molto colorati, ormai un appuntamento mediatico che fa audience per la sua spettacolarità.

In mezzo a tanta accuratezza di previsione, spicca un lesto accenno: "temporali in formazione nelle ore pomeridiane in corrispondenza dei rilievi e zone limitrofe". Non sono un colonnello, ma quel che accade è ben altro. Lo sapete prima oppure no? E se sì, siete pagati per dirlo oppure per tacerlo?

Le zone a rischio si conoscono, dagli schermi delle TV, ora di pranzo: perchè non allertare per tempo anche la popolazione, ancor prima della protezione civile?


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Articolo pubblicato il 01/08/2016