La Turchia alza la voce con l'Ue, esenzione dal visto entro ottobre o l'accordo sui migranti potrebbe essere ritirato.

BERLINO - Se i cittadini turchi non saranno esentati dal visto per entrare nell'Ue entro ottobre, la Turchia non riconoscerà più la convenzione con Bruxelles sui rifugiati, firmata lo scorso 18 marzo, facendo saltare l'intesa che ha sostanzialmente fermato l'"invasione" dell'Europa.

È l'ultimatum che il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu affida alla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), uno dei quotidiani più influenti di quella Germania con cui i rapporti di Ankara diventano sempre più tesi e complicati.

Un monito a cui ha risposto in serata un portavoce dell'Unione: "Il presidente Juncker - ha affermato - è stato molto chiaro in numerose occasioni, se la Turchia vuole la liberalizzazione dei visti, deve soddisfare i criteri". "Priorità della Commissione è assicurare la piena attuazione" dell'intesa Ue-Turchia, ha spiegato.

"Ci aspettiamo sia la stessa cosa da parte del nostro partner. La tempistica finale dell'abolizione dipenderà sia da quando la Turchia ultimerà il lavoro, sia da quando i co-legislatori prenderanno la decisione finale".

Tra i Paesi meno inclini all'esenzione del visto per i turchi che intendano entrare in Europa c'è la Germania, dove i turchi sono circa tre milioni. Proprio in questi giorni nel Paese ferve un dibattito, alimentato dalla Csu bavarese sull'onda emotiva degli attentati di Monaco e Ansbach, sull'opportunità che Berlino ponga fine alla possibilità per i turchi di avere la doppia cittadinanza.

Il ministro Cavusoglu dice alla FAZ che la sua "non è una minaccia". Tuttavia sa perfettamente di avere in qualche modo il coltello dalla parte del manico, soprattutto nei confronti di una Germania che ha accolto oltre un milione di persone dai Paesi in guerra e che è scossa dal fatto che due sanguinosi attentati nel suo territorio rivendicati dall'Isis siano stati perpetrati proprio da rifugiati.

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Articolo pubblicato il 01/08/2016