L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: il senso di appartenenza

Una qualità che oggi odora di prevaricazione

Il senso di appartenenza è, o meglio era, l’orgogliosa manifestazione del proprio credo religioso, politico o sociale che si manifestava nella maniera più schietta, sincera e rispettosa del senso di appartenenza altrui. Ma soprattutto senza la violenza e senza la volontà di sopraffazione su chi viveva in un’altra scuola di pensiero.

Oggi, purtroppo, non è più così anzi, in nome di una democrazia che stenta ad affermarsi come tale, lo spirito di affermazione del proprio io non fa sconti a nessuno generando odio, insofferenza e tragiche realtà. Ed intorno all’attuale consacrazione del protagonismo a tutti costi nascono immancabilmente le divisioni, le scissioni nette ed esasperate che sfociano nel fondamentalismo e nel nazionalismo portati al massimo valore esponenziale.

Espressioni quotidiane, queste ultime, che trovano ampi consensi fra coloro i quali, delusi dal naufragio dei propri ideali pacifici, si rifugiano nell’arroganza, quasi sempre cruenta, che diviene l’unica sfogo mentale e fisico del proprio intelletto.

Ed attorno ai nuovi profeti si sviluppano le fasce violente create per neutralizzare, con qualsiasi mezzo, tutto ciò che si frappone al dominio esclusivo ed incondizionato dell’esistenza umana.  I fatti di cronaca accaduti negli ultimi mesi confermano questa assai preoccupante tendenza che si sviluppa nei più disparati contesti, ma che fa sempre riferimento alla prevaricazione di quello che è il nemico da abbattere, non da combattere lealmente con il pacifico confronto.

Oggi si fa più fatica ad essere disponibili e comprensivi verso alcune realtà che poi si manifestano nel loro aspetto peggiore, quello cioè che neutralizza qualsiasi volontà alla ricerca della pacifica convivenza. Tutto ciò determina inoltre l’esigenza di appartenere ad un gruppo, ad una entità che ti riconosce ed è pronta sempre a prendere  le tue parti.

E questo è il risvolto più pericoloso: infatti il sentirsi spalleggiati produce le più strane ed imprevedibili reazioni che possono anche sfociare nell’atto violento che non avresti mai commesso, nel gesto dimostrativo che tradisce il peggior coinvolgimento emotivo concretizzato al di fuori di qualsiasi forma di azione collettiva rendendo quasi impossibile ogni forma di prevenzione.

Stiamo vivendo, per ora, un crollo verticale senza precedenti ed orizzonti di cambiamento in meglio checchè ne dicano i burattinai governativi, a tutti i livelli nazionali e internazionali. Come ho già avuto, purtroppo, occasione di sottolineare l’importante è non cedere alla rassegnazione perché in essa nidificano le peggiori gestazioni, le peggiori negatività.

Non credo tuttavia che l’essere umano sia giunto alla negazione di se stesso anche se mi duole ricordare il proverbio secondo il quale la mamma degli stolti è sempre incinta.

 

                                                                                              Massimo Calleri

 

 

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Articolo pubblicato il 24/07/2016