Incontro pubblico con Beppe Fossati, direttore di “Cronaca Qui”, per i “Caffè Culturali” di Viù (Torino)

L’ospite ha illustrato le sue idee sul tema “I quotidiani nell’epoca del 2.0” confrontandosi anche con il pubblico

A Viù (Torino), nella serata di giovedì 21 luglio si è svolto  un altro importante appuntamento dei “Caffè Culturali”, iniziativa promossa dal Comune di Viù e della locale Pro Loco.

È stato protagonista Beppe Fossati, direttore di “Cronaca Qui” che, nell’incontro moderato da Fabrizio Gaudio, si è confrontato con Daniela Majrano, sindaco di Viù e vicepresidente dell’Unione Montana Alpi Graie, e con il pubblico sul tema “I quotidiani nell’epoca del 2.0 per trovare una risposta alle questioni sollevate dal cambiamento dei mezzi di informazione nella società dello smartphone, dal futuro per la carta stampata e dal ruolo del giornalismo nelle nuove crisi sociali e politiche.

L’incontro è stato aperto da un breve saluto del sindaco Daniela Majrano e di Pino Carbone, Presidente della Pro Loco Viù.

Prima alla storica “Gazzetta del Popolo” e poi per 16 anni con Indro Montanelli come corrispondente da Torino de “Il Giornale”, con Marco Travaglio come collaboratore, nel 2002 ha inventato “Torino Sera”, la prima free press pomeridiana con un taglio davvero unico e votata a privilegiare le notizie del territorio. È stata poi la volta, nel 2007,  di “Cronaca Qui Torino”.

Recentemente insignito del Premio internazionale di Giornalismo “Vitaliano Brancati” 2016, Fossati non si mai tirato indietro, neppure in un momento complesso come quello che stanno vivendo i media ed, anzi, da qualche anno ha rilanciato creando “Cronaca Qui Milano”.

Fossati, voce scomoda e fuori dal coro, nel luglio del 2006, ha rischiato la vista a causa di un pacco bomba esploso mentre lo stava aprendo, dopo che già l’anno prima aveva ricevuto una busta con due proiettili.

Per stimolare la discussione, sono stati proiettati anche  due brevi spezzoni di film con preciso riferimento al mondo dei giornali: “L’ultima minaccia” (1952) di Richard Brooks, dove Humphrey Bogart pronuncia la celebre frase “È la stampa, bellezza! La stampa! E tu non ci puoi far niente! Niente!” e “Sbatti il mostro in prima pagina” (1972), diretto da Marco Bellocchio ed interpretato da Gian Maria Volonté che impartisce ad un giovane giornalista una lezione sul modo di scrivere i titoli degli articoli.

Fossati ha insistito molto sullo scopo sociale del quotidiano, che si esplica anche con l’elenco delle farmacie aperte di domenica, e sul senso di appartenenza alla vita della comunità che, a volte, si finisce col perdere lavorando per giornali a carattere nazionale.

“Cronaca Qui” parla del territorio, di cui ha una profonda conoscenza, come il sindaco di un piccolo comune ne conosce le varie priorità e cerca di provvedere al meglio. Analogamente, lo spirito che muove “Torino Cronaca Qui” è quello di  “fare cose utili”, come l’adozione di cani in cattive condizioni fisiche (circa 400 ogni anno!), segnalare e, spesso, ottenere lo spostamento delle strisce pedonali in punti più adatti a evitare incidenti o migliorare le condizioni di strade e giardini.

“Cronaca Qui” è oggi il quotidiano generalista al prezzo più basso. Dispone di due redazioni, a Torino e Milano, che possono contare su una ventina di giornalisti più una miriade di collaboratori ed una diffusione complessiva intorno alle 250 mila copie. Pubblicato dal martedì al sabato, è presente in 1.500 edicole del Capoluogo piemontese e della provincia, oltre che a Milano e nel suo hinterland, a Monza, Lodi e in Brianza.

Fossati si  è poi soffermato sull’importanza dei titoli di prima pagina, citando alcuni esempi fra quelli pubblicati negli ultimi giorni e chiarendo che spesso  i titoli nascono dalle sue emozioni che intende trasmettere ai lettori.

Per la comunicazione del futuro, Fossati ritiene che il giornale cartaceo possa continuare ad esistere quando assume carattere locale e popolare: vede quindi incerto il futuro dei giornali nazionali, con la precisazione che, al momento attuale, in Italia, i veri giornali nazionali cioè che raggiungono tutte le edicole italiane, non sono molto numerosi. L’esperienza degli Stati Uniti conferma la sopravvivenza dei giornali locali cartacei mentre le grandi testate compaiono on line, a pagamento.

Fossati ha anche sottolineato come il giornalista debba sapersi resistere alle lusinghe che possono venire dall’esterno e affrontare con coraggio situazioni difficili: l’attentato subito e le minacce ricevute dimostrano che si tratta di affermazioni vissute e non soltanto enunciate a parole! Ha ricordato la responsabilità dei giornalisti, ad esempio, nel caso delle cronache di suicidi che possono indurre l’emulazione da parte di soggetti più deboli, ed ha espresso i suoi dubbi sulla efficienza della giustizia italiana,  sottolineando l’incapacità a mettere in atto un vero deterrente al problema di quella che è detta “microcriminalità” che desta tanta preoccupazione nella gente comune.

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Articolo pubblicato il 23/07/2016