Una mostra a Villa Mistrot in Villarbasse dedicata agli interessanti studi di Giovanni Orso Giacone


MISTROT
Nella splendida cornice di villa Mistrot a Villarbasse, sabato 2 Luglio, si è svolta una interessante manifestazione organizzata da Giovanni Orso Giacone, perito elettrotecnico, collezionista ed esperto di storia della radio, simpatico conferenziere capace di incantare giovani e meno giovani mostrando attrezzature originali e sue brillanti ricostruzioni di strumenti d’epoca, per lo più apparecchiature elettriche che si rifanno agli studi di Guglielmo Marconi e a Nicola Tesla.

Fra questi , su alcuni tavoli appositamente allestiti hanno fatto bella mostra di se la bobina di Tesla, il rocchetto di Ruhmkorff, capace di sviluppare l’impressionante potenza di 157.000 volt. Il visitatore curioso ha potuto rendersi conto di persona di quanto poco materiale  sia necessario per disporre di un detector magnetico  capace di captare, ruotando una semplice manopola, i segnali presenti nell’etere provenienti da distanze notevoli, anche fino a 1500 Km. Fra le altre era presente la macchina elettrostatica di Winter creata a metà ottocento per generare cariche elettriche.

Orso Giacone, dopo aver rivolto un saluto a tutti i prestigiosi ospiti intervenuti,  ha messo a disposizione il suo sapere ed i suoi macchinari, alcuni risalenti ai primi anni del '900, altri ricostruiti, ma caratterizzati dall’essere stati realizzati esattamente come quelli autentici d’epoca, mantenendo intatto il fascino degli oggetti antichi. Orso Giacone si è dimostrato instancabile nell’illustrare il suo operato; ha iniziato mostrando ad un pubblico numeroso e attento, il disco Di Newton, dimostrando come la sua rotazione veloce, ottenuta manualmente, permetta di vedere tutti colori su di esso rappresentati fondersi in una unica tonalità, il bianco, a ricordo di una sperimentazione antecedente la scoperta dell’elettromagnetismo e della radio, per comprendere come si è arrivati alla sua realizzazione.

 La rassegna è stata ospitata nella elegante dimora della Contessa Piera Capello alla presenza di illustri invitati, il sindaco di Villarbasse Eugenio Aghemo , del  presidente deiCONTESSA Radioamatori di Torino Carlo Carlicchi, del Presidente Andrea Ferrero dell’Aire e del direttore del museo della Radio e della televisione della Rai, Girivetto Claudio.  Orso Giacone si è dilungato sulla dimostrazione della formazione delle onde elettromagnetiche con brillanti sperimentazioni capaci di mostrare ai più giovani quale sia stata la strada che ha condotto alla costruzione dei moderni cellulari, ormai compagni indispensabili per ognuno di noi.

Molto interessante, e rara a vedersi,  è stata la dimostrazione di un motore Stirling da lui costruito e perfettamente funzionante con grazie ad  fiammella alimentata da poche gocce d’alcool. Ma la notizia più interessante è stata l’aver appreso che, attualmente, sta lavorando con un gruppo di collaboratori ad un motore identico, ma alimentato da energia solare, con l’obbiettivo di ottenere una gran quantità di energia in modo totalmente gratuito ed ecologico. E’ convinto che, nonostante i detrattori, i suoi studi stiano dimostrando come il tutto sia facilmente realizzabile e come lo Stirling possa essere utilizzato al pari di altri motori che richiedono una gran quantità di energia.

Tutte le attrezzature presenti fanno parte di una esposizione itinerante che viene mostrata alle scolaresche in visita, assai numerose nell’ambito delle rassegne estive organizzate da “Estate ragazzi”, di certo un’opera meritoria capace di rendere tangibili ai giovani studenti esperienze di cui, di norma, si legge solo sui libri, fornendo loro la possibilità di sperimentare su  apparecchi che permettono di comprendere appieno con quali mezzi semplici, valorosi scienziati dei secoli scorsi, abbiano tracciato la strada che ci ha portato fino ai nostri giorni, consentendo alla nostra generazione di inviare e ricevere segnali provenienti non solo da ogni angolo del pianeta, ma fino dagli angoli più remoti dello spazio.

STIRA Settembre la mostra sarà presente a Ciriè, nell’ambito  della manifestazione dedicata ai funghi, organizzata dall’AIRE, (Associazione Italiana Radio d’Epoca) e dal  Museo della Radio e della Televisione, per presentare i lavori dei fratelli Judica Cordiglia fra i primi ad ascoltare i segnali provenienti dallo spazio, studiosi precursori delle TV private, avendone organizzata una nello scantinato della loro abitazione.

"Sarò presente", dice Orso Giacone, "per presentare una mia collezione di lanterne magiche, le prime  in cui si possono osservare immagini in movimento, autentiche anticipatrici degli spettacoli che verranno trasmessi via etere,  che deliziavano i nostri antenati nel 700 fino agli inizi del’ottocento".

"Infatti, dopo la fotografia ed ancora prima del cinema era nata l’idea di poter trasmettere immagini sfruttando quanto fino ad allora scoperto in elettromeccanica e fisica. I primi tentativi di inviare immagini in movimento si possono attribuire al francese Maurice Le Blanc, che nel 1880 riuscì a costruire  un trasmettitore di immagini proiettate su uno schermo da una lanterna magica. L’immagine veniva analizzata punto per punto da uno specchio oscillante e trasformata in segnali elettrici che all’arrivo facevano oscillare uno specchio analogo sul quale un’altra lanterna magica proiettava un fascio luminoso. La complessità del marchingegno, però, non gli aveva consentito mai di realizzare in modo soddisfacente questo ingegnoso procedimento".

"Fu  proprio in quegli anni", continua Orso Giacone, "che si cominciò a pensare di sfruttare le proprietà del selenio (scoperto nelMARCO 1817 da Jons Jacob Berzelius -1779/1848), che poteva trasformare gli impulsi luminosi in elettrici. Si arrivò dunque alla trasmissione di immagini grazie ad un altro dispositivo con queste caratteristiche: il cosiddetto disco di Nipkow, brevettato in Germania nel 1884 dallo scienziato tedesco Paul Gottlieb Nipkow".

"Si trattava essenzialmente di una coppia di dischi, rotanti con uguale frequenza, sui quali era praticata una serie di piccoli fori disposti secondo una spirale con origine nel centro del disco; quando il primo disco ruotava, la luminosità dei punti dell’immagine veniva trasmessa in successione dai fori presenti sulla superficie del disco stesso e trasmessa a una cellula fotoelettrica situata nello spazio tra i due dischi. Complesso da descrivere ed altrettanto complesso da far funzionare".

Questo ed altro racconterà il simpatico e preparato Orso Giacone dal 3 al 18 Settembre 2016 all’interno della chiesa dello Spirito Santo in Borgo Loreto, a Ciriè, grazie all’impegno dell’A.I.R.E., della Bibliomediateca della Rai e della famiglia Judica Cordiglia.

scolPrima di salutare il bravo ricercatore, ci racconta dei suoi studi all’istituto tecnico industriale Amedeo Avogadro. Qui gli studenti, negli anni 70, si costituivano in squadre dove l’elemento più capace e meritevole, veniva eletto caposquadra ed aveva diritto ad indossare un copricapo particolare che doveva realizzare lui stesso. Molta è la sorpresa e fragoroso l’applauso che scatta spontaneo quando, una volta indossato il suo copricapo che pare uscito da un fumetto, costruito a scuola negli anni in cui frequentava il noto Istituto Tecnico,  lo attiva, mostrando tutta l’energia di cui dispone quel semplice ed originale manufatto, capace di sviluppare fulmini che circondano al pari di un’areola il capo di questo eclettico studioso grazie a cui le giovani generazioni condotte in visita, hanno modo di rendersi conto la semplicità con cui operavano i precursori di una scienza che oggi ci vede fortunati fruitori dei loro studi  

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Articolo pubblicato il 23/07/2016