Torino - Gestione delle linee metropolitane: urgono trasferimenti ministeriali
Foto d'archivio

Il Fondo Nazionale Trasporti da alcuni anni non prevede specifici trasferimenti

L’Assessore Valmaggia ha risposto oggi in aula all’interrogazione urgente del Capogruppo di SEL Marco Grimaldi sulla destinazione dei Fondi Statali alla metropolitana di Torino.

Al centro del question time vi era la proposta di utilizzare i 15 milioni di euro del Fondo Nazionale Trasporti assegnati alla Regione per la metropolitana di Torino.

Come noto, il 4 febbraio del 2006 è stata inaugurata la prima tratta della linea; una seconda è stata realizzata nel 2007 e infine, nel 2011, è stata la volta del percorso da Porta Nuova a Lingotto. Il finanziamento statale di 15 milioni annui (che nel 2013 ne prevedeva 17) non ha contribuito a quest’ultima opera, finanziata autonomamente con i fondi Gtt e il Fondo Regionale per i Trasporti.

Il problema, sottolineato dall’Assessore stesso, è che il Fondo Nazionale Trasporti da alcuni anni non prevede specifici trasferimenti per la gestione delle linee metropolitane. Per questo la Regione ha più volte chiesto al Ministero l’integrazione del fondo per contribuire ai costi di gestione della linea della metropolitana.

“Credo - ha affermato Grimaldi -  che, oltre a sollecitare un ripensamento da parte del Ministero, l’Assessorato dovrebbe  interloquire con le altre regioni interessate (Lombardia e Lazio in primis) e i sindaci di quelle aree”.

Servirebbe sicuramente un tavolo della Conferenza Stato-Regioni dedicato al sottofinanziamento delle linee metropolitane.

Nel breve periodo dovrebbero, ed il condizionale è d'obbligo, nascere nuove tratte:

"E' incredibile - chiude il Capogruppo di SEL - che il finanziamento ordinario di queste infrastrutture non sia sostenuto dal Fondo Nazionale”.

In chiusura, desideriamo ricordare una considerazione da noi più volte espressa sulla "disattenzione metropolitana" rea di aver dimenticato come nelle grandi città europee e mondiali la prima linea colleghi il centro metropolitano con l'aeroporto.

Ciò favorisce, indubbiamente, lo sviluppo culturale, economico e commerciale di cui oggi la prima capitale d'Italia è colpevolmente orfana.

Correre ai ripari, come si tenta di proporre, rammenta la classica "pezza" che si pone per limitare i danni; ora i costi di realizzazione sono notevolmente lievitati ed i progetti prevedono un altro Calvario cittadino che sa di passante ferroviario o di grandi opere che si sa quando iniziano e mai quando finiscono.

Probabilmente ciò che difetta è la "volontà di continuare" di vallettiana memoria risalente ai tempi della Fabbrica Italiana Automobili Torino.

La prossima annunciata fuga culturale (Salone del Libro) ne è l'ulteriore conferma e non vorremmo che si producesse un effetto a cascata che distrugga, nel breve periodo, ciò che è ancora rimasto.

 

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Articolo pubblicato il 20/07/2016