Il massacro di Dacca, perché “Allah è il più grande”.

La minaccia dell’Islamismo nei confronti dei cristiani purtroppo non conosce tregua.

Ormai la scia di sangue che i mussulmani identificati come estremisti, guerriglieri o fedeli che siano sta scatenando nel mondo, purtroppo rischia di generare assuefazioni, anche perché c’è sempre in calendario un campionato di calcio che fagocita le attenzioni e intanto le giornata passano e le stragi si susseguono impetuose ed impietose.

A tutti è ormai noto il massacro di venti persone in maggioranza cristiani perpetrato a Dacca da un commando di mussulmani, nel corso della serata di venerdì scorso.

In passato e probabilmente anche nei prossimi giorni, si sprecheranno le analisi sulla tipologia dei criminali.

Erano integrati nella cultura e nell’habitat del Paese occidentale di residenza, gli assassini di Parigi e Bruxelles che protestavano a causa delle ingerenze dell’Europa nei paesi arabi, dalla Libia, all’Egitto.

In altri casi con scenari lontani dall’Europa si parlava del tentativo di soggiogare ancor più le folle di affamati per assoggettarle alla dottrina del più forte. Quel che è successo a Dacca, e per le modalità scelte, ci lascia ancor più sgomenti, ma occorre una premessa.

I Paesi occidentali, da anni hanno subito la globalizzazione con tutti gli effetti negativi, dalla disoccupazione, alla contrazione dei redditi ed alla diminuzione della ricchezza percepita. Le cause sono molteplici ed avremo modo di ritornarci per analisi maggiormente approfondite.

Dall’altra parte del mondo, le cose sono andate assai diversamente. Tre miliardi di persone che, come i loro padri ed ascendenti sarebbero state destinate a vivere tra gli stenti e l’indigenza, son stati liberati dalla fame, grazie agli effetti della globalizzazione, all’installazione di fabbriche ed attività portate il loco proprio dall’integrazione economica.

Il Bangladesh è, in ciò un esempio clamoroso. Così le nove vittime italiane e, forse anche quelle degli altri Paesi non si trovavano a Dacca per vagabondare, come in altre occasioni, ove nostri connazionali capitati non si sa bene a cosa fare, in Paesi disagiati, sono stati presi in ostaggio da gruppi di estremisti e  poi generosamente liberati dal Governo Italiano.

Questi nostri connazionali erano tutti professionisti e managers con elevata capacità che si trovavano in quel paese, ormai da anni per prestare la loro opera per lo sviluppo di attività produttive, a vantaggio della popolazione locale.

Provenivano da ogni parte d’Italia e rappresentavano il fior fiore delle presenza italiana nel mondo.

Non si deve sottacere, poi lo spirito di socialità che ispirava la presenza di alcuni di loro. In particolare non possiamo dimenticare la nostra concittadina Claudia D’Antona, in Bangladesh da parecchi anni. Sin da ragazza si era prodigata in attività filantropiche di volontariato e in aiuto del prossimo a Torino ed anche a Dacca si comportava di conseguenza.

Costoro sono stati ammazzati con le modalità più barbare nel nome de Corano. Separati dalla popolazione locale che si trovava in quel contesto di svago, non essendo in grado di leggere i versetti di quell’opera satanica cui s’ispira l’Islam, sono stati barbaramente trucidati.

Gli esperti d’Islamismo ci hanno descritto ancor più nei particolari, i macabri riferimenti legati alla conclusione del Ramadan ed addirittura alle coincidenze rituali e dottrinali dell’orario dell’esecuzione.

Sono questi agghiaccianti dettagli, tutt’altro che casuali a mostrare l’atto ancor più feroce e riprovevole.

La domanda che ci poniamo è il perché una popolazione locale che, rispetto ai loro padri, gode nei fatti di una possibilità d’integrazione con il mondo civile, non si opponga all’affermarsi del fondamentalismo e di conseguenza delle barbarie.

Non ci interessano le frasi di circostanza dei nostri politici che in Italia ed in Europa non sono stati neppur in grado di canalizzare o arginare il fenomeno migratorio che di per sé è già stato e potrebbe continuare ad essere un ulteriore veicolo d’importazione del terrore in Occidente.

Ci riemettiamo, scartate le tante frasi fatte che abbiamo letto ieri, ad una nota veritiera che non può che spiegare quel che è successo.

Questo dichiara Padre Fabrizio Caleari , un missionario italiano giunto poco giorni fa dal Bangladesh.” Nel corso degli ultimi anni, il fondamentalismo è cresciuto, perché i governi che si sono succeduti negli ultimi decenni, compreso quello attualmente al potere, non si sono preoccupati troppo di controllare quello che veniva insegnato nelle madrasse (le scuole coraniche, ndr).

Un po’ per dare un contentino, o favoreggiare apertamente, questo tipo di islam militante, hanno lasciato crescere la diffusione delle madrasse. E’ chiaro che i giovani che escono dalle scuole coraniche, con una sostanziale ignoranza su tutto il resto, sono le prede più facili per il reclutamento dei movimenti jihadisti. A prescindere dal pagamento loro promesso, il lavaggio del cervello è tale che sono pronti a sacrificare volentieri la vita”.

Per poi concludere “L’Isis non è da considerarsi un corpo estraneo: sono bengalesi e sono mussulmani. Prima o poi, anche in questo paese, dovrà essere seriamente affrontata l’autocritica. Capire che c’è un problema e che è inutile negarlo”.

Quel governo non fornisce né le garanzie di trasparenza e collaborazione, né tantomeno pratica la democrazia e la tutela dei diritti dei residenti.

Anche da noi il ruolo delle moschee e delle scuole coraniche, periodicamente interessa la cronaca e i dibattiti politici.

A Giugno sono state rinnovate in Italia le principali amministrazioni civiche. In alcuni casi, come a Torino, da parte degli elettori è giunto un preciso segnale di discontinuità rispetto al passato.

Staremo a vedere se anche su questo fronte si eserciterà la tutela dei cittadini o se, in nome dei buonismo tutto verrà lascito come prima.

 

 

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Articolo pubblicato il 04/07/2016