Commando jihadista in azione a Dacca.

Assalto a un caffé nella zona diplomatica - L'Isis rivendica, ci sono tra i 20 e i 60 ostaggi, principalmente stranieri, tra cui sette italiani.

DACCA – ieri sera, intorno alle 21 locali, un commando di una decina di persone è entrato in azione all'Holey Artisan Bakery, un caffé-pasticceria nel quartiere di Gulshan, frequentato dai diplomatici, stranieri e middle-class locale.

Subito è scattata l'allerta della polizia, che ha bloccato la zona. Un impiegato del locale riuscito a fuggire ha raccontato che "cinque assalitori hanno fatto irruzione armati di pistole e machete ed hanno lanciando bombe, al grido di 'Allah uh Akbar' (Allah è grande), scatenando il panico tra le persone". Altri testimoni che sono scappati hanno detto di avere visto "molti corpi a terra", anche se non hanno potuto sostenere che si trattasse di cadaveri.

L'Isis ha rivendicato l'assalto, attraverso l'agenzia Amaq, che gli fa da megafono, sostenendo che 24 persone di diverse nazionalità sono rimaste uccise e 40 ferite, tra le quali un numero imprecisato di stranieri. Quindi Amaq ha rilanciato, promettendo nuovi attacchi per la festa dell'indipendenza degli Usa, il 4 luglio, negli aeroporti di Heathtrow (Londra), Los Angeles e Jfk (New York).

Stando ad altre fonti, invece, in un primo momento la polizia ha parlato di tre feriti tra cui due agenti ed un civile, ma report successivi hanno aggiornato il bilancio ad almeno due morti tra gli agenti e fino a 30 feriti.

E, soprattutto, diversi ostaggi, tra i 20 ed i 60, principalmente stranieri. "Ci risultano sette italiani tra gli ostaggi" nel caffè di Dacca assaltato dai jihadisti, ha detto l'ambasciatore italiano in Bangladesh, Mario Palma. Da parte degli assalitori del locale a Dacca "non c'è alcuna volontà di negoziare alcunchè" ha detto Palma. "È una missione suicida, vogliono attuare un'azione molto forte e cruenta in cui non c'è spazio per il negoziato", ha aggiunto. L'ambasciatore ha poi confermato la morte di due poliziotti locali e il ferimento grave di 11 persone. 

Sono imprenditori e commercianti del settore dell'abbigliamento gli italiani che si trovavano all'interno del caffè di Dacca al momento dell'assalto dei jihadisti, ha detto Palma. L'ambasciatore ha spiegato che ad allertare la sede diplomatica è stato un connazionale che era nel gruppo di italiani e che al momento dell'assalto era uscito nel giardino del locale per fare delle telefonate. Ora lui, ha riferito ancora l'ambasciatore, "è stato tirato fuori". Palma ha inoltre assicurato che tutto il personale dell'ambasciata è al sicuro e non è stato coinvolto nella presa di ostaggi.

Sin dall'inizio di questo attacco "abbiamo fatto presente ai vari livelli la preoccupazione del ministro degli Esteri e del governo" perché qualsiasi opzione della polizia tenga in considerazione la sorte degli ostaggi, ha detto Palma, precisando che probabilmente "il blitz per liberare gli ostaggi non sarà immediato, stanno discutendo".

Il ministro italiano Paolo Gentiloni ha twittato: "Seguo momento per momento la situazione a Dacca. Ansia per gli italiani coinvolti, sono vicino alle famiglie". Il premier Matteo Renzi è rientrato a Palazzo Chigi per seguire la vicenda. 

La tv all news indiana India Today ha parlato addirittura di due italiani morti, ma senza citare fonti. E nel caos delle testimonianze, un media di Dacca ha citato la preside di una scuola americana, Ann Walsh Imdad, secondo cui il commando avrebbe ucciso i due dipendenti italiani del caffé, "il panettiere e la moglie". Secondo il responsabile dell'Holey Artisan, invece, il panettiere è riuscito a mettersi in salvo.

Nella zona, che si trova vicino a molte ambasciate straniere, fra cui quella italiana, sono stati dispiegati reparti di teste di cuoio locali (Rapid action battallion, o Rab) che si preparano ad un blitz, mentre alle tv è stato chiesto di sospendere le dirette.

 

cdt.ch

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 02/07/2016