L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: investimenti pubblici e privati

Viaggiare insieme per raggiungere le mete più ambite

Fra i tanti muri che crollano o che vengono abbattuti quello fra il pubblico ed il privato sta cominciando a perdere i “mattoni”. 

Si è concluso, infatti, il restauro del Colosseo realizzato con il contributo del gruppo Della Valle (Tod’s) che ha sponsorizzato l’opera.

E’ l’ennesima dimostrazione dell’impossibilità o incapacità da parte dell’amministrazione statale di salvaguardare il patrimonio nazionale senza far ricorso al sostegno dei privati, sensibili alla salvaguardia di valori storici e culturali che tutto il mondo ci invidia.

Per cui i trionfalismi istituzionali del premier Matteo Renzi, che ha ricordato come “sia finito il tempo in cui ci si lamentava perché sulla cultura mancavano i soldi” ammettendo peraltro il ruolo fondamentale dei privati, sanno di resa e nello stesso tempo di sfida a quelle frange politiche del suo stesso colore, un po’ sbiadito, che hanno sempre disdegnato questa forma di collaborazione. 

Mi viene da pensare che dietro tutto ciò si nasconda  la consapevolezza di una sorta di incapacità imprenditoriale ed economico finanziaria nel gestire i fondi pubblici, rifuggendo l’opportunità che i patrimoni privati hanno sempre messo sul piatto della bilancia in nome delle testimonianze storiche che incuria e negligenza, mal celate sotto la voce “mancanza di fondi”, hanno minato in maniera devastante.

E non basta, a mio parere, compiacersi del fatto affermando che “chi dà una mano dà un grande esempio al Paese”.

Valgono assai di più le considerazioni di Diego Della Valle che ha voluto sottolineare come il suo sostegno economico sia semplicemente “una bella cosa” sollecitando amici e colleghi imprenditori a moltiplicare il loro impegno nell’impresa che vuole ridare ai monumenti italiani il loro antico splendore o, per lo meno, un aspetto decoroso.

Per cui, come ha detto il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, sono finiti gli anni di sciocche barriere fra pubblico e privato nella tutela dei beni culturali, conferma di ciò cui ho accennato qualche riga più in su.

E già si intravede un progetto sulla copertura dell’arena del Colosseo, il che dimostra la “benevolenza” della soprintendenza ai beni culturali per un disegno dagli indubbi positivi risvolti economico commerciali.

Per cui “avanti tutta” con il pubblico che ha investito un miliardo e con i privati che possono contribuire anche in virtù degli incentivi ottenuti in cambio.

“Avanti tutta” ancora per recuperare il tempo perso, per non perdere le nuove opportunità che il rifiuto politico sistematico ha sempre ostacolato.

E nel momento in cui il mecenatismo ha ceduto il passo agli sponsor commerciali non resta che esprimere apprezzamento per coloro che decidono e decideranno di investire i propri utili con finalizzazioni nobili come il recupero dei simboli storici di un’Italia che sta vivendo profonde crisi di identità.

E non mi stupisce nemmeno che le agitazioni sindacali vadano a colpire “curiosamente” quei settori, come il turismo culturale, in crisi anch’esso per “mancanza di fondi” e che oggi pare aver trovato il sospirato sostegno economico.

Per cui sono sempre più dell’opinione che l’opposizione a prescindere sia una gravissima patologia, ma sono altresì fiducioso sulla rinascita della “Sanità Culturale” che vuole le “Città della Salute” amministrate da pubblico e privato senza prevaricazioni di sorta.

 

                                                                                                             Massimo Calleri

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/07/2016