I Grandi Magazzeni Bianchi, in via Viotti, a Torino, dal 1907 al 1961

Ercole Bianchi, battagliero negoziante con uno spiccato senso degli affari, dal dicembre 1907 trasferisce i suoi Grandi Magazzeni dalla Galleria Nazionale nel Palazzo Dellazoppa di via Viotti, dove rimangono fino al giugno 1961

Questa ricerca è nata da una cartolina pubblicitaria pubblicata da Giorgio Pelassa nel Gruppo “Torino sparita su Facebook”, il 13 giugno 2015.

Raffigura i Grandi Magazzeni (sic!) della Società Anonima Ercole Bianchi & C. con un disegno idealizzato del Palazzo Dellazoppa, in via Viotti angolo via Monte di Pietà, con il ritratto di Ercole Bianchi, Direttore Generale e Fondatore nell’anno 1892, posto in un tondo.

Questa cartolina mi ha subito incuriosito perché del Palazzo Dellazoppa mi ero già occupato per gli elaborati capitelli presenti sulle colonne del suo porticato.

Situato in via Viotti al civico 4, all’angolo con la via Monte di Pietà n. 6, questo palazzo, progettato dall’ingegner Carlo Angelo Ceresa e realizzato nel 1906 per volere dei coniugi Dellazoppa, è un imponente costruzione porticata in stile liberty. Almeno in rete, non si trovano notizie sul suo impiego come sede dei Grandi Magazzeni di Ercole Bianchi. Ecco perché ho iniziato a ricostruirne la storia consultando l’archivio on line del quotidiano torinese “La Stampa”.

Se la nostra cartolina indica Ercole Bianchi come “Fondatore” nell’anno 1892, le prime notizie reperibili risalgono a mercoledì 11 novembre 1896, con l’annuncio pubblicitario della messa in liquidazione, “a prezzi di vero stralcio”, di tutta la sua merce.

Al quel tempo, i Magazzini di Ercole Bianchi hanno sede nella Galleria Nazionale, struttura scomparsa con il rifacimento del secondo tratto di via Roma (1935-1937), collocata nell’isolato circoscritto da via Roma, via XX Settembre, via Arcivescovado e via Gramsci, al tempo non ancora suddiviso dalle vie Bruno Buozzi e Giovanni Amendola. Inaugurata il 24 novembre 1889, collega via Roma con via XX Settembre e, con un braccio, si apre sulla via Arcivescovado.

Nella Galleria Nazionale Ercole Bianchi ha installato i suoi Grandi Magazzini, affittando dei locali nel novembre 1893. Nel 1896, al momento di rinnovare il contratto, ha lanciato la campagna pubblicitaria prima ricordata, come se avesse intenzione di andarsene. Ha poi rinnovato l’affitto ed ha fatto costruire dei padiglioni di legno, che hanno innescato una causa, diventata una “lunghissima odissea giudiziaria” che si prolunga dal 1900 al 1907.

Cosa vendevano i Grandi Magazzini? Lo scopriamo dalle pubblicità che appaiono con regolarità su “La Stampa”, dove Ercole Bianchi dimostra grandi capacità innovative, impiega slogan e formule che possano colpire la fantasia dei potenziali compratori.

Ad esempio, il 13 gennaio 1897, propone “Un vero miracolo!” perché mette in vendita “14 articoli del valore di lire 20 spediti per sole 7 lire”.

Pochi giorni dopo, il 18 gennaio, è la volta di “Lire 18 per Lire 9 con l’invio di pacchi che contengono 26 pezzi, del valore di 18 Lire, a chi manda un vaglia di sole 9 Lire.

Il sistema di vendita dei Grandi Magazzini consiste nella esposizione della merce in  quattro reparti, suddivisi in base ai prezzi: 30 centesimi, 48 centesimi, 96 centesimi e prezzi diversi.

Bianchi punta molto sulla vendita degli articoli a cent. 48. Il 6 giugno 1903 fa pubblicare un avviso pubblicitario che illustra questi articoli, in ordine alfabetico, iniziando da “Acqua Colonia – flacone grande” per terminare con “Ventaglio vero spagnuolo – ultima novità”. Sono compresi oggetti oggi inusuali, come “allarga guanti (molla garantita)” e “bastoni da passeggio”, altri usati ancor oggi ma presentati con termini desueti, come “tire bouchon” (cavatappi), “lapis” (matita), “collier oro doublé” (bigiotteria), “corno calzascarpe con allaccia bottoni”. Vi sono poi cartelle in tela per scuola, cipria extra fina, bussola, calamaio, lume ad olio in ottone, asciugamani, carta da lettera, forbici, libro da messa, attrezzi da lavoro, varie scatole, spazzole, specchi, temperino a due lame con tire bouchon extra, vassoio vero giapponese. Non mancano prodotti alimentari: “Cioccolato Piramidi Talmone”, “Salsa di pomidoro in vasetti”, “Mostarda finissima”. Sempre a cent. 48 si possono anche trovare numerosi giocattoli.

In Galleria Nazionale Ercole Bianchi rimane fin sul finire del 1907, quando si inizia a parlare della nuova sede di via Viotti. Sabato 14 dicembre 1907 compare questo annuncio: “I Grandi Magazzini Ercole Bianchi e C. […] avvisano la spettabile Cittadinanza che dal 16 dicembre faranno pure la vendita dei giocattoli nei nuovi locali di via Viotti (non completamente terminati, ma solo per la ricorrenza delle prossime feste) […] La completa apertura dei Grandiosi magazzini di via Viotti verrà annunziata con prossimo avviso”.

L’avviso pubblicitario che indica la sede dei Grandi Magazzini in via Viotti compare domenica 16 febbraio 1908.

La nuova sede viene enfatizzata con la cartolina pubblicitaria citata in apertura ma compare anche in un certificato delle azioni societarie, datato 31 ottobre 1907, trovato in rete: in stile liberty, mostra, nell’ovale inferiore, il Palazzo Dellazoppa, evidenziato rispetto agli edifici circostanti.

La storia dei Grandi Magazzeni è essenzialmente tracciata dagli annunci pubblicitari. Se ne parla in cronaca nera il 18 aprile 1912, quando è annunciato un furto avvenuto nella notte precedente.

Un ricordo letterario viene dal romanzo poliziesco di Gianna BaltaroNelle nebbie del Gambero d’oro” (1990), dove si parla di un “ … negozio di giocattoli «Bianchi», fra via Viotti e via Monte di Pietà …”. Questa curiosa deformazione deriva verosimilmente dal fatto che l’astuto Bianchi proponesse ricche vetrine di giocattoli per attirare i bambini e, di conseguenza, reclutarne i genitori come clienti. Forse Gianna Baltaro, o qualche suo informatore, lo ricordava come un negozio di giocattoli, ma in ogni caso le va riconosciuto il merito di aver rievocato una attività commerciale torinese significativa ma ormai dimenticata.  

I Grandi Magazzeni rimangono in via Viotti per oltre mezzo secolo. La loro chiusura viene così annunciata su “La Stampa” di martedì 13 giugno 1961: “I Grandi Magazzini Bianchi chiuderanno prossimamente il negozio di via Viotti 4 […]. È una rara opportunità per rifornirsi a prezzi eccezionali di giocattoli, di valigerie, dei più svariati articoli per la casa. Non perdete l’occasione!”.

La vocazione di Palazzo Dellazoppa a ospitare grandi magazzini viene continuata perché in questi locali si installa la STANDA. Secondo le informazioni fornite da Daniele Cordone, nel Gruppo “Torino sparita su Facebook” (9/1/2016), la STANDA di via Roma, nel 1960, si allarga nei locali di via Viotti, su due piani fuori terra. I due settori sono uniti da un passaggio sotterraneo sotto via Viotti.

Oggi i locali al pianterreno di Palazzo Dellazoppa ospitano una banca.

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Articolo pubblicato il 02/07/2016