Saluzzo CN) L’esame di Maturità, nella cronaca di una studentessa

Ludovica Rossi, maturanda al Liceo Classico Bodoni di Saluzzo, ci racconta la prima prova scritta di maturità.

Siamo abituati ormai ad ascoltare dalla TV o leggere sui giornali, le interviste agli studenti appena usciti dalle prove di maturità o l’analisi degli argomenti proposti dal Ministero, da parte degli insegnanti che segnalano il livello di difficoltà o meno.

Quest’anno CIVICO20, si affida alla cronaca redatta da una studentessa che, con l’originalità dell’essere contestualmente protagonista,  descrive, con bravura e spontaneità, gli aspetti e le emozioni della giornata.

“22 giugno 2016: data fatale, oggetto di immaginazioni, incubi, aspettative dei maturandi di ogni scuola, di ogni indirizzo, di ogni sezione. Partenza e traguardo allo stesso tempo. Terreno dello scontro con il più inquietante e temuto nemico di ogni studente: la maturità.

Non sapevamo che cosa ci avrebbe riservato, che cosa avremmo trovato ad attenderci a scuola, al di là di quel portone, di cui così tante volte avevamo oltrepassato la soglia, senza nemmeno farci caso, senza darci peso, e che oggi invece appariva così imponente, così maestosa, quasi volesse introdurci in un qualche mondo segreto e misterioso, fino ad oggi celato e sconosciuto.

Tante erano le opinioni, le descrizioni, i consigli, gli avvertimenti, le esortazioni giunteci dai più svariati punti di vista: professori, familiari, ex studenti, sottoposti come vittime impotenti già in passato al medesimo, inesorabile destino e uscite vittoriose da tale esperienza.

La prima prova scritta, identica per tutte le scuole di ogni indirizzo, consisteva nel tema, dinnanzi al quale si offriva alla scelta dell’alunno una miriade di tracce possibili: un’analisi del testo, quattro ambiti di saggio breve, un componimento storico o uno argomentativo.

Le nostre aspettative? Castelli di ipotesi costruite su precarie basi di sabbia. Chi parlava dell’emergenza immigrazione, chi del rapporto Stati Uniti – Cuba, chi dell’esperienza “ultraterrena” di Samantha Cristoforetti, chi di Cesare Pavese, chi della drammatica e toccante vicenda circa la morte del giovane italiano Giulio Regeni… e chi, come la nostra professoressa Caizzo, alle otto meno un quarto di questa mattina, durante l’ultimo incoraggiamento e commiato finale, come una sorta di profetessa, pronuncia un nome, “Eco”, il cui eco effettivamente avrebbe risuonato nelle nostre menti per le successive sei ore.

Protagonista della prima tipologia si è rivelato infatti proprio Umberto Eco, uno dei maggiori rappresentanti della letteratura italiana, scomparso il 19 febbraio di quest’anno. L’estratto a cui fare riferimento, estrapolato da una raccolta saggistica dell’autore, verteva sul valore della letteratura, sull’importanza da essa detenuta in rapporto alla lingua e alla società, sul suo “potere immateriale” ed eterno.

Conformemente alla mia formazione classica e spiccatamente letteraria ho scelto di affrontare proprio tale proposta di scrittura. Interessanti e stimolanti anche le altre opzioni possibili, tra cui un titolo dedicato al settantesimo anniversario del suffragio femminile, un saggio di ambito artistico – letterario a proposito del rapporto intercorrente tra padre e figlio e un molto attuale tema argomentativo inerente al significato di “confine” e “frontiera”.

Insomma, un ricco conglomerato di proposte, in grado di rispecchiare e catturare i più svariati interessi dei ragazzi, nel tentativo di  soddisfare il più possibile esigenze e potenzialità di ognuno.


Ludovica Rossi

3^Classico

Liceo Bodoni - Saluzzo

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Articolo pubblicato il 25/06/2016