Inghilterra, si profila il NO all’Europa, 51,3% contro 48,7%

Lo scrutinio sino all’ultimo voto, situazione alle ore 6

Il verdetto definitivo non c’è ancora, ma con oltre il 90% di schede scrutinate, stanno prevalendo nettamente i NO.

E’ stata una notte di testa a testa, con l’inversione di tendenza che poco dopo l’una è iniziata inesorabile. Gli Inglesi voglio abbandonare l’UE. La sterlina è  picco e le borse mondiali sono nel panico.

Non si può iniziare la cronaca di una notte di suspense per lo spoglio dei voti, senza ricordare che nella lunga campagna elettorale per il referendum sulla permanenza o meno dell’Inghilterra in Europa, si è consumato un assassinio politico e la vittima sacrificale, a prescindere dall’esito del referendum è stata Jo Cox, deputata laburista.

Ancora ieri in una Trafalgar square di Londra gremita di persone c’é stato l’omaggio alla sua persona e il ricordo della parlamentare laburista britannica assassinata giovedì scorso.

Il ricordo più toccante è stato quello del marito Brendan Cox, che ha partecipato all’appuntamento con i figli della coppia, Cullin e Lejla:

“Da giovedì scorso Cullin, Lejla e io abbiamo discusso ogni giorno di quello che ci mancherà, dei ricordi che avremo cari. Cercheremo di non pensare alla crudeltà con cui ci è stata tolta, ma a quanto siamo stati fortunati ad averla con noi nella nostra vita per tanto tempo”.

Fra le persone invitate a parlare c’era anche la premio Nobel per la pace Malala Yousafzai, ferita dai terroristi islamici in Pakistan:

La vita di Jo è la prova che un messaggio di pace è sempre più potente di di qualunque arma da guerra. Di nuovo gli estremisti hanno fallito

In questi mesi si sono sprecate previsioni disparate e di segno opposto. Chi ha preconizzato la disfatta del polo finanziario che impiega oltre due milioni di persone, in caso di uscita dell’Inghilterra dalla Comunità Europea, chi al contrario prevede che la scomparsa degli assoggettamenti e dei lacci e lacciuoli imposti dall’Europa, porterebbe invece ad uno sviluppo delle transazioni e l’afflusso libero dei capitali, iniziando da quelle attività di riciclaggio dei capitali arabi verso il dollaro o l’euro che si effettuano prevalentemente sulla piazza londinese.

Così lo spauracchio della flessione delle prestazioni pensionistiche o la disoccupazione annunciata causa la contrazione dei traffici commerciali con l’Europa e la mancanza dei sussidi e delle sponsorizzazioni per le opere pubbliche e per  progetti d’investimenti da parte dell’Europa.

La Borsa e la sterlina ieri non hanno manifestato segnali riflessivi, ma euforici. Ciò significa che il risultato atteso, rientrava tra le aspettative del mondo finanziario e dell’alta politica non solo inglese. Però c’è stata l’inversione di tendenza.

L’esito di questo referendum segnerà comunque un inizio anche oltre le bianche scogliere di Dover.

Le critiche che condividiamo ampiamente, investono tutta l’impostazione e la politiche della Comunità Europea, deterioratisi negli ultimi vent’anni.

Non si può dimenticare quali erano i presupposti che animarono la creazione di un Europa politica, Europa dei Popoli, dopo la tragica conclusione della seconda guerra mondiale, con la  fine dei totalitarismi con tutte le loro prerogative, azioni e conseguenze.

Ma, proprio perché i presupposti erano nobili, non si può non ricordare, come, salvo lodevoli eccezioni, i governi dei Paesi che, soprattutto dopo la caduta dei comunismo e del muro di Berlino, sono entrati nella Comunità europea, si sono portati dietro il bagaglio di differenze e, in qualche caso di travagli e di egoismi, senza contribuire al rilancio dell’istituzione Europa.

La designazione dei commissari europei da parte dei Paesi membri, è stata quasi sempre uno sport al ribasso.

L’Italia ha inviato a Bruxelles politici capaci, ma indesiderabili, pur bravi e preparati come Antonio Giolitti o Franco Maria Malfatti, in contrasto con tromboni incapaci come Lorenzo Natali, o Federica Mogherini, tanto per fare un esempio, che hanno solamente contribuito, questi ultimi a fare danni.

Le ultime designazioni, anche da parte di altri,  non sono state positive e rilevanti. Pensiamo a quell’ubriacone di  Jean Claude Junker, designato addirittura presidente, a gestire la patata bollente di questi anni.

L’altra grossa pecca è dovuta alla mostruosa crescita, favorita dai politici dell’influenza della lobby degli eurocrati, ormai indipendenti e incontrollati dalla politica, avulsa dalle esigenze dei mercati e dei paesi e divenuta sempre più autoreferenziata.

Oltre alla gabbia delle disposizioni sulla curvature del cetriolo, s’é osservata  l’assenza totale di politiche preventive e prospettiche. Ci riferiamo in particolare all’esodo di milioni di persone  che fuggono dalla fame e dalla violenza, dei Pesi dell’Africa e del Medio Oriente.

Non si è neppure giunti alla formulazioni di norme globali su come fronteggiare la immigrazione degli ultimi mesi che è ormai divenuto un fenomeno geopolitico da gestire con cura e lungimiranza. L’indifferenza e la negatività dell’Europa, ha creato disagio e danni a carico dei popoli europei, con lo sbandamento totale.

Chi porrà rimedio per evitare che quel che non si sta concretizzando  in Inghilterra trovi terreno facile in altri paesi? Non nutriamo speranze sull’attuale sclerotizzata Commissione Europea.

Solo un intervento pesante dei maggiori Pesi europei, potrebbe cercare di porvi rimedio. Altrimenti sarà il caos e la dissoluzione non solo dell’Europa istituzione, ma dei patrimonio ideale che ci faceva sentire l’orgoglio di essere cittadini europei.

Un disegno come quello che iniziava con la tappa gloriosa del Trattato di Roma del 1957, prevede che i cittadini non soffrano, ma anzi percepiscano l’orgoglio di essere europei. Qualcuno capirà la lezione?

Purtroppo, invece dello sfacelo degli Stati Nazionali e del prevalere delle autonomie regionali, ci stiamo avviando all’affermazioni dei nazionalismi e del seppellimento degli ideali Europei.

 

 

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Articolo pubblicato il 24/06/2016