Torino, l’alternativa è Chiara, ma poi?

Prime considerazione sul dopo voto.

Siamo sommersi da analisi, anche un po’ tanto superficiali e da commenti sul successo in apparenza fragoroso di Chiara Appendino alla quale formuliamo i migliori auguri, da torinesi che ci tengono di continuare a vivere in modo urbano, senza  diventare la brutta copia di Roma o peggio ancora di Napoli.

Ma prima di fossilizzarci sul sistema Torino e sulle presunte responsabilità di Piero Fassino, guadiamoci intorno.

Questa notte si è dato inizio ad un cambiamento epocale della fisionomia politica delle città. E’ spazzato via il centro sinistra a Roma e in altri centri del sud Italia e confermato a Napoli un sindaco che ultimamente ha tenuto testa in modo plateale a Matteo Renzi.

In altri importanti comuni del Piemonte è stato spodestato il PD, da Domodossola a Pinerolo, Carmagnola, Nichelino e San Mauro, ove in gran parte il M5S ha eletto il sindaco.

Non è certo una coincidenza casuale. Risalendo all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso, la DC, travolta da tangentopoli, lasciava ovunque lo spazio al Berlusconismo rampante, come a metà degli anni ’70 il sorpasso di Enrico Berlinguer iniziava dalla grandi città, Torino in testa con la vittoria di Diego Novelli che neppure lui si aspettava.

Si chiude certamente un’epoca per il PD, erede con qualche aggiustamento del vecchio Partito Comunista che sta per lasciare il campo con oltre vent’anni di ritardo rispetto alla DC.

Il presidente del Consiglio, affermando che si tratta di un voto locale, non trarrà le conseguenze, ma il suo impegno a difesa della riforma costituzionale, lo farà ingloriosamente capitolare dopo il previsto esito infausto del referendum di ottobre.

E’ un fiume non più carsico che, trae spunto da aspetti localistici, ma si rifà all’impostazione politica della conduzione del Paese ed ha fame di cambiamento, a prescindere.

Tornando a Torino, di fatto, anche dietro le indicazioni piovute da esponenti del centro destra e dell’ultra sinistra, si è creato un Comitato di liberazione civica, rispetto a logoro potere di un PD che dal governo della regione al sottogoverno delle partecipate, ha gestito con cinismo e, molte volte incompetenza, il potere in ogni seppur minima situazione.

L’aspettativa che gli elettori ripongono su Chiara Appendino consiste essenzialmente nel volersi liberare dei cadaveri che con supponenza erano divenuti l’emblema del potere.

Ne fa le spese in prima persona Piero Fassino che, rispetto ai suoi compagni di cordata mantiene un livello intellettuale e di prestigio personale di gran lunga superiore. E’ indubbio che se Fassino avesse lasciato il campo ad altri primari nel gestire le lezioni, la sconfitta del PD sarebbe stata ben più fragorosa e dirompente.

Inizierà da oggi, lo scarico di responsabilità che, oltre al PD dovrebbe interessare  anche la scomposta galassia del centro destra che non ha saputo ergersi ad alternativa tra il logoro potere uscente e il rampante M5S. Ma dalle purghe di staliniana memoria, il cittadino si aspetterebbe anche di scorgere, tra le fila della nuova opposizione, l’affermazione di presenze carismatiche e competenti, non calate dall’alto, ma frutto di scelte partecipate e trasparenti.

Attendiamo la presentazione della giunta ed il programma delle prime realizzazioni, e la volontà di cambiamento che non dovrebbe essere né meramente teorica, né tantomeno ideologica nell’ostinazione di affermare, sulle spalle dei torinesi, diktat o teoremi propri del M5S che, se sono legittimi come affermazione politica, poco ci azzeccherebbero con la vita della città.

Spenti i riflettori, con la testa china sul lavoro, Chiara Appendino non dovrà mai dimenticare che è risultata eletta con 202.764 voti, contro gli oltre 650.000 elettori potenziali . Non dovrà quindi mai dimenticare di rappresentare e dialogare con tutta la città, così come ha affermato stanotte appena eletta.

Seguiremo con puntiglio, sin dai primi vagiti, la nuova era che sta per muovere i primi passi, così le proposte non demagogiche, ma costruttive e volte l’affermazione del” bene comune”, che presenteranno le nuove opposizioni, sempre che ci siano!

 

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Articolo pubblicato il 20/06/2016