Torino - Amministrative 2016: ballottaggio per il governo della città
Fassino - Appendino: deciderà il ballottaggio (foto fanpage.it)

Osservazioni e riflessioni di GianFranco Billotti, un caro ed affezionato lettore

Gentile Direttore, per quanto possa valere il mio pensiero e la mia scelta elettorale per un migliore avvenire della nostra Torino, mi consenta alcune osservazioni e riflessioni che spero possano almeno trovare interesse negli altri navigatori di "Civico20News". 

Il 19 Giugno dovremo fare una scelta importante e coraggiosa, se non vogliamo subire per altri 5 anni la pesante ipoteca PD peraltro mal rappresentata da Piero Fassino. Al di là della presunzione che questo moloch della 'politica trinariciuta' ha quando parla, convintamente, dei propri meriti, credo che nessun Torinese, che ami questa città, possa sperare in un avvenire migliore rinnovandogli la fiducia.

Da Liberale che ha vissuto per oltre vent'anni i troppi opportunistici tradimenti e travestimenti di giovani promesse della Politica e della Società torinese, non mi spaventa pensare che il cambiamento e la scelta in favore di Chiara Appendino, possa sembrare un'avventura.  Soprattutto pensando a una Torino 'città laboratorio' della Politica nazionale che ha oggi anche ruolo di 'città metropolitana'.

Fassino demonizza l'avversaria e, grazie all'influente ruolo dei soliti 'media' tenta di far credere che questa giovane bocconiana non abbia nè programma, nè esperienza.  È invece importante chiedersi, a parte l'ultraquarantennale militanza di Fassino nella 'sinistra' con tutte le etichette di cui si è servito  (dal PCI ai DS, dalla Quercia all'Ulivo, dal PDS al PD),  quali siano le sue attitudini e la sua professionalità.

Il voto del 19 Giugno 2016 può essere una occasione storica e nobile per tutti i Torinesi per essere protagonisti di una pacifica ma forte rivoluzione civile che ci affranchi  dai  costosi e soggioganti apparati dello stantio 'regime catto-comunista'. E come Torinese che crede nella Partecipazione  faccio appello agli 'astenuti' del Voto, perchè tornino, quel giorno, in modo attivo ad esercitare con il Voto il proprio Diritto di 'garanti della Democrazia'.

Cordiali Auguri alla Città che Amo.

 

                                                                                                 GianFranco Billotti

 

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Carissimo Sig. Billotti,

leggo con grande interesse la disamina politica che Lei, sapientemente, ha saputo tratteggiare con dovizia di particolari.

Torino, si sa, è sempre stato un feudo della sinistra, una sorta di Forte Apache da difendere ad ogni costo più per una questione di prestigio politico di parte piuttosto che per andare incontro alle desiderata del popolo.

Oggi pare proprio che la fiducia storica nei rappresentanti dell'attuale sinistra targata PD stia scemando in maniera preoccupante, per Fassino e la sua Giunta naturalmente.

Oggi pare proprio che il nuovo non incuta più il timore di un tempo: gli elettori, o almeno i superstiti, hanno finalmente capito, pare proprio, che è giunta l'ora di spalancare le finestre per far entrare un pò d'aria fresca e pulita, di cambiare radicalmente il modo di pensare e di agire finora soffocato dalle spire di un mal celato regime.

E la demonizzazione del nuovo da parte del vecchio, Fassino per intenderci, cui Lei fa cenno con acutezza di osservazione non è che la rivelazione del timore di aver quasi perso il timone, di non possedere più le uniche carte di navigazione bensì di dover fare i conti con chi propone nuove rotte prive di scogli ed incagli sommersi peraltro noti ed utili, in passato, per giustificare i mancati approdi.

Ma soprattutto vacilla la certezza di un ricompattamento, consueto per la sinistra, per salvare la "patria" dagli attacchi esterni che minano la certezza del dominio assoluto, del potere decisionale che affossa qualsiasi minoranza.

L'invito al voto che Lei rivolge ai torinesi è da me pienamente condiviso anzi è da tempo che ricordo ai lettori come il voto stesso sia un dovere civico oltre che un diritto.    

Non ci resta, perciò, che attendere il fatidico 19 giugno che potrebbe rivelarsi "the day after" inteso nel senso lato del concetto, cioè la rinascita con nuove forze e capacità alla ricerca del bene comune, quello finora immolato sull'altare dei protagonismi personali.

Comunque vadano le cose, mi associo al Suo amore verso la città di Torino che difenderò sempre dagli attacchi trasversali di chi non ha capito, o non vuol capire, che è ora di cambiare musica.

Il direttore d'orchestra c'è, anzi è una direttrice con Chiara visione dello spartito da interpretare.

 

                                                                                                   Massimo Calleri

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Articolo pubblicato il 09/06/2016