Torino - Il volto delle malattie reumatiche
Palazzo Lascaris

Una mostra per conoscerle meglio

La diagnosi precoce ha un ruolo determinante nella cura delle malattie reumatiche che ad oggi non solo colpiscono oltre 59.300 persone in Piemonte, pari all’1,5-2 % della popolazione, ma la loro natura comporta dolore e può anche portare a disabilità. Ecco perché è importante diagnosticarle per tempo (sono conosciute 150 patologie reumatiche) e perché un ruolo decisivo ce l’ha il medico di base affinché indirizzi al reumatologo il più rapidamente possibile chi manifesta sintomi dolorosi.

 

IL VOLTO DELLE MALATTIE REUMATICHE

 

A Torino, dove da giovedì 19 al 21 maggio si è svolto il 19esimo congresso del CReI, il Collegio dei reumatologi italiani ospedalieri e territoriali, “La Reumatologia in fiore”, esiste il primo ambulatorio per la diagnosi precoce dell’artrite reumatoide ed ha sede nella struttura complessa di reumatologia diretta dal dottor Enrico Fusaro, dell’ospedale Molinette della Città della salute.

 

I reumatismi cronici infiammatori, come l’artrite reumatoide e le spondiloartriti, di cui fanno parte la spondilite anchilosante e l’artrite psoriasica colpiscono perlopiù giovani, mentre l’artrite reumatoide riguarda in prevalenza donne a partire dai 20 anni fino alla menopausa. Altre patologie, come la spondilite anchilosante, invece colpisce i giovani maschi, mentre altre ancora, come gotta, artrosi e polimialgia reumatica si manifestano con l’avanzare dell’età.(foto De Maria)

 

L’ESPERTO: “NON VANNO LASCIATE A SE’”

 

Tra i 9 milioni di italiani colpiti da questi disagi, 2 milioni soffrono di malattie invalidanti progressive: «L’artrite reumatoide, il lupus, le spondiloartriti e tutte le malattie autoimmuni sistemiche in generale richiedono continui accertamenti, cure impegnative e molto costose e soprattutto una diagnosi precoce» spiega il dottor Fusaro. «Non vanno lasciate a sé, ma bisogna curarle adeguatamente, prendendole per tempo».

 

La Regione Piemonte si è dotata inoltre di una lista d’attesa diversificata che tiene conto dei gradi di urgenza clinica del paziente. «Questo permette di fare una selezione a seconda della gravità della malattia e di accedere più velocemente alle cure» puntualizza Fusaro.

 

Oggi i farmaci biotecnologi sono in grado di bloccare il progresso delle malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide, psoriasica e la spondilite. “Grazie a questi – spiega Stefano Stisi, presidente CReI - il destino prognostico è decisamente migliorato rispetto al passato». (foto Murgia)

 

UNA MOSTRA PER CONOSCERE QUESTE MALATTIE

 

A Palazzo Lascaris è visitabile fino al 2 giugno una nuova tappa della mostra itinerante di Roberto Murgia “Malattie senza dignità”, organizzata dal CRei e dalla sezione piemontese dell’A.Ma.R. Associazione nazionale dei malati reumatici, allo scopo di porre l'attenzione sul tema delle patologie reumatiche, caratterizzate da sofferenze non solo fisiche ma spesso anche emotive: isolamento, incomprensioni e mancato riconoscimento.

 

Sono fotografie poetiche, a volte tristi a volte piene di speranza e di voglia di vivere. Raccontano la vita quotidiana dei quasi 5milioni di persone che in Italia soffrono di una malattia reumatica, spesso persone molto giovani, contrariamente a quanto si crede di solito. 

 

Attraverso 50 pannelli fotografici realizzati da Roberto Murgia, reumatologo e fotoblogger, la mostra racconta i disagi e le sofferenze di chi è stato colpito da alcune tra le 150 patologie ‘reumatiche’, spesso confuse con le inevitabili conseguenze dell'età che avanza. In realtà questo gruppo di malattie, fortemente limitanti della libertà di movimento e dell'autonomia delle persone, colpisce diverse fasce di età, soprattutto i giovani adulti di sesso femminile, comportando disabilità, ricoveri, lunghissime cure e costi sociali molto alti. 

 

«Con questa iniziativa vogliamo portare l’attenzione della pubblica opinione sui tanti malati reumatici che spesso sono condannati all’isolamento ed alla sofferenza - dichiara Stefano Stisi, presidente del CRei -. Anziché parlare di scienza e dell’avanzamento delle cure, oggi sempre più efficaci, abbiamo voluto puntare sugli aspetti più personali. Per riflettere insieme e per poi passare all’azione, ciascuno nel suo ambito, per far sì che queste persone abbiano una vita sempre più attiva ed escano dall’isolamento».

 

«Queste fotografie, alcune offerte da amici fotografi, raccontano la vita quotidiana di chi soffre di una malattia reumatica. – ha dichiarato Roberto Murgia - Spesso ho usato l’arma della metafora, per raccontare attraverso oggetti della vita quotidiana gli stati d’animo, i pensieri, le emozioni. Le fotografie poi sono accompagnate da frasi prese da opere d’arte, più o meno note, cercando di creare un percorso, un racconto. Tecnicamente, le fotografie sono tutte quadrate e realizzate con l’iPhone utilizzando il programma Instagram, di cui sono appassionato. Questo programma consente di giocare con le luci e con gli effetti, per creare scenari surreali e, a mio parere, più poetici». (foto Murgia)

 

                                                                                                  Liliana Carbone  

 

 

 

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 27/05/2016