Torino - La “fetta di polenta” della borgata Cenisia

Una casetta in stile Liberty, sovrastata da due anonimi palazzi che la fanno apparire microscopica, presenta decori che evocano misteriose atmosfere esoteriche, alchemiche se non addirittura sulfuree

A Torino, nella borgata Cenisia, in via Sanfront n. 9, si trova una casetta in stile Liberty, di tre piani fuori terra. Schiacciata e sovrastata da due anonimi palazzi più moderni che la fanno apparire microscopica, a chi la osserva dall’esterno dà l’idea che all’interno in ogni piano ci sia una sola unica stanza di piccole dimensioni, come in una casetta delle bambole.

L’ho osservata per caso, certo non è segnalata dai libri che descrivono i capolavori del Liberty torinese.

Mi ha subito colpito, in primo luogo perché mi ha ricordato – mutatis mutandis – la “fetta di polenta” di Alessandro Antonelli, ma anche per un altro aspetto di cui dirò dopo.

Si tratta di un Liberty piuttosto dozzinale, in pratica limitato  agli ornamenti in litocemento sovrapposti e sottoposti a porte e finestre.

Al primo piano, le tre decorazioni superiori, consistono in un arco sopra due rami di alloro, sostenuto da due formelle, con un viso di bimbo, circondato da ali più o meno stilizzate, inserito su un caduceo di Mercurio stilizzato.

Al centro dell’arco è posto uno stemma con un vistoso ovale al centro.

Al secondo piano le due finestre presentano questa decorazione mentre, alla porta centrale, è sovrapposto un ornamento, più semplice, poco conforme agli altri.

Le decorazioni al di sotto delle finestre appaiono piuttosto semplici.

Più interessanti le rugginose ringhiere e le inferriate delle finestre del pianterreno, in ferro. Sono piuttosto lineari, non particolarmente elaborate ma sono state eseguite senza saldature, con rivetti e fascette poste a caldo, una lavorazione che oggi risulterebbe piuttosto costosa.

Ho detto in precedenza di essere stato attratto anche da un altro aspetto della casa.

La facciata ormai male in arnese, con le finestre dalle imposte ermeticamente chiuse, che pare quasi volersi nascondere fra i due rassicuranti palazzi, conferisce alla casa un aspetto sinistro.

I fregi con le creature alate e i caducei evocano misteriose atmosfere esoteriche, alchemiche se non addirittura sulfuree. Vorrei suggerirla ai valorosi scrittori di polizieschi torinesi e ai creatori di leggende metropolitane.

Ringrazio l’amico Andrea Biscàro per le foto.

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Articolo pubblicato il 29/05/2016