Sergio Minero

Un Pittore piemontese votato al Surrealismo

Conobbi “per caso”  i lavori del Pittore Minero grazie ad alcuni cari amici che lo avevano conosciuto personalmente.

Mi tuffai con l’immaginazione in quel vortice di colori e di allegorie che solo un simbolista di matrice surrealista può donare al proprio pubblico.

I "Mondi Altri" descritti da Minero sono probabilmente consustanziali ai nostri, almeno quanto lo sono i “Mondi Paralleli” descritti da Giordano Bruno.

Tuffarsi nell’immaginazione costituisce un concreto arricchimento dell’Anima: se un Artista riesce a traghettare chi osserva la sua opera in uno Spazio-tempo da lui creato significa che ha concesso ad un cavallo di Troia di rompere le barriere della cruda razionalità altrui, per diffondere come un virus memetico un proprio segnale di presenza.



 

Simboli alchemici, colori inquietanti, forme generosamente astratte, sculture bidimensionali cristallizzate sulla tela, urla disumane rese percepibili dal colore, impronte digitali di divinità dimentiche della propria presenza.

Difficile descrivere i lavori di un astrattista, impossibile valutarne gli effetti sulla mente e sul cuore di chi li osserva. I sogni si possono solo ricordare, ogni tentativo di descrizione diviene castrazione ontologica, delitto verbale.



 

Un quadro sembra riprendere i tratti del noto “Giardino delle Delizie” di  Hyeronimus Bosch, dove le forme astratte del trittico sposano un concetto di Modernità Tradizionale che oggettivizza le più profonde regioni dell’inconscio.

Le figure umane rappresentano Archetipi assoluti che sposano le emozioni del Profondo, simboli, appendici carnose, improbabili strutture anatomiche permeano i lavori di Minero rendendoli unici e armonici, pur nella loro ossimorica costruzione  formale.



 

La minuziosità quasi maniacale, intesa come tensione verso il Perfetto, la delicata e ossessiva ricerca di accostamenti cromatici in grado di generare autentici Choc sensoriali, sono le impronte digitali di questo grande Pittore, nato a Balangero in provincia di Torino nel 1937 e scomparso solo di recente, un Pittore che ha lasciato una importante eredità di idee e di lavori che possono essere tradotti in esperienza di personale intimità.

La sua compagna di vita, Silvana, ci racconta in una pubblica intervista i momenti più importanti di una condivisione artistica che diventa complicità e complementarietà di Anime votate alla ricerca del sublime. Dalle commoventi parole di Silvana emerge una imponente figura di Artista e di Uomo, o meglio di Uomo che si è votato all'Arte per pura necessità non potendo e non volendo tradire la propria ispirata missione creativa.



 

Talvolta, come nel caso di Minero, la poesia assume forma, esprimendo senza l’uso della parole quei concetti che nemmeno le poesie possono trasmettere con la semplice parafrasi dei propri versi. In Minero non esiste la presuntuosa volgarità della riduzione concettuale, esistono emozioni del profondo, esistono sorrisi descritti nelle ombre di impercettibili angoli occulti, disegni di forme nuove come le linoleografie sui Tarocchi, immagini distratte di arcani simbolismi nati nella tradizione più antica.  Il colore è linguaggio simbolico, il bianco-nero esprime, a sua volta, concetti essenziali legati a un dualismo cromatico, narrato attraverso una scacchiera che assume forme sempre diverse, baciando l’estasi della semplicità.



Non pensate mai di comprendere una vera Opera surrealista, ne distruggereste l’immagine mentale senza offrire nulla in cambio. Riducendo i simboli a concetti si otterrà unicamente un cadavere morfologico, uno scheletro insignificante che chiede un corpo nuovo per ritornare a palpitare. L’Arte si deve vivere, come si deve vivere la passione amorosa, i cui soli strumenti espressivi nascono dall' autenticità di una intimità mai repressa e forse mai definita da nessuno.

 

 

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Articolo pubblicato il 19/05/2016