L’Educatorio delle Sordo-Mute povere, a Torino

La sede di via San Quintino n. 39, costruita nel 1885 e attivata l’anno seguente, viene abbandonata nel 1894; oggi ospita lo IED - Istituto Europeo di Design

A Torino, in via San Quintino, nell’isolato compreso tra le vie Avogadro e Donati, adiacente alla Chiesa dei Santi Angeli Custodi, vediamo oggi al civico 39 l’edificio che ospita lo IED - Istituto Europeo di Design.

In passato qui ha avuto sede L’Educatorio delle sordomute povere, fondato nel 1881 dal sacerdote Lorenzo Prinotti (Racconigi, 1834 – Torino, 1899).

Prinotti, mentre frequenta il Seminario metropolitano di Torino, inizia ad interessarsi all’educazione dei sordomuti. Il sordomutismo in Piemonte era piuttosto diffuso, riconducibile alla forte consanguineità che si verificava nelle valli di montagna più isolate. La condizione dei sordomuti era molto grave, se provenienti da ambienti poveri: del tutto emarginati, erano spesso affidati ad inidonee istituzioni di beneficenza e la maggior parte era analfabeta.

Prinotti, per 25 anni, opera come maestro e poi come vice direttore e tesoriere, presso il Regio Istituto dei sordomuti di Torino, che ha sede in via Assarotti 12 ed è stato promosso dal re Carlo Alberto, quando nel 1835 il sacerdote Francesco Bracco ha portato la sua scuola per sordomuti da Acqui a Torino.

Nell’aprile del 1881, Prinotti fonda l’Educatorio per le sordomute povere. La prima sede è una modesta casa privata in via Allioni 3, all’angolo con via del Carmine, nei pressi di piazza Statuto, dove ospita dodici di queste ragazze per istruirle e insegnare loro un lavoro.

La sede di via San Quintino 39 è costruita nel 1885 e attivata l’anno seguente.

Questa nostra ricostruzione si basa sulle notizie coeve pubblicate dalla “Gazzetta Piemontese”, più affidabili delle informazioni, spesso imprecise, reperibili in rete.

La costruzione dell’educatorio per le sordomute, sul terreno municipale della ex piazza d’armi, all’angolo delle vie Donati e San Quintino, dietro la chiesa in costruzione dei Santi Angeli Custodi, è  annunciata il 27 marzo 1885. Si parla di 2.000 metri quadri ceduti da Municipio al prezzo di favore di 12 lire al mq.

Il 21 luglio 1885 si pone la prima pietra e, il 5 maggio 1886, per sopperire in parte alle spese di costruzione, è indetta una tombola di beneficienza. Gli organizzatori chiedono ai torinesi di concorrere con doni: scampoli di stoffe, giocatoli, fiori, ricami, profumerie, conserve alimentari, vini, liquori sono molto graditi.

Venerdì 12 novembre 1886 la “Gazzetta Piemontese” così annuncia il trasferimento:

«Educatorio delle sordo-mute povere. – Questo benemerito Istituto ha trasportato in questi giorni la sua sede nel nuovo ed ampio edifizio costrutto appositamente in via S. Quintino, n. 39 (vecchia piazza d’Armi), su disegno dell’ing. Ghiotti. La casa finora occupata in via Allioni, n. 3, angolo via del Carmine, è posta in vendita, ed il suo prodotto servirà a compensare in parte le gravi spese incontrate nella costruzione ed arredamento della nuova casa.

I nostri augurii al giovane Istituto affinché possa raggiungere presto un completo sviluppo a benefizio dell’umanità sofferente e dell’istruzione nazionale».

Il 23 dicembre 1886, appare la notizia che il Duca di Genova ha offerto all’Educatorio un suo artistico Presepe.

Le notizie sull’Educatorio si fanno a questo punto più rare: se ne parla il 12 febbraio 1888, in occasione dell’inaugurazione della Chiesa dei Santi Angeli Custodi, il 10 maggio 1890 e il 22 maggio 1890 per iniziative benefiche in suo favore.

Nello stesso anno, il libro di Gustavo Strafforello “La Patria” scrive:

«Educatorio delle Sordo-Mute povere (via San Quintino, 39). — Questo educatorio fondato nel 1881, ed eretto in Corpo Morale con R. Decreto 14 novembre 1882 ha per iscopo di provvedere in generale ai bisogni delle sordo-mute; per cui oltre l'istituto per le educande e convitto per le adulte con annesso laboratorio o scuola professionale per sarta da donna, biancheria e maglieria, mantiene una scuola serale festiva, una biblioteca circolante, ed un oratorio festivo per ambo i sessi. Esso si sostiene coi redditi del fondatore e coi mezzi procurati dalla carità pubblica» (Strafforello G., La Patria. Geografia dell’Italia, II. Provincia di Torino, UTE, Torino, 1890).

Il 15 aprile 1891 si annunciano i festeggiamenti per il decennale di vita dell’Educatorio: si svolgeranno dal 19 al 21 aprile e saranno accompagnati da una tombolina di beneficienza.

Nello stesso anno sono annunciate alcune iniziative a favore dell’Educatorio: saggi musicali (21 maggio) e un concerto benefico  (23 maggio).

Il 25 ottobre 1891 si comunica la pubblicazione del Rendiconto del primo decennio di attività, offerto ai benefattori. Si ricorda il numero elevato di sordomuti (oltre 30.000 nel 1881) e si sottolineano le molte realizzazioni nella sede di via San Quintino: il Patronato per i sordomuti poveri, l’oratorio pubblico, la biblioteca, l’asilo notturno per i sordomuti poveri senza famiglia, la casa famiglia con pensione, il laboratorio di calzoleria, l’asilo infantile per bambini sordomuti, mentre si lavora ad una colonia agricola.

Tutte queste iniziative fanno sì che Prinotti nell’edificio di via San Quintino si trovi a disagio per la mancanza di spazio. Non può ampliare il fabbricato, come vorrebbe, e così decide di costruirne uno nuovo presso la barriera di Francia (attuale piazza Bernini).

Il 18 luglio 1892 viene inizia lo scavo, terminato il 10 agosto, quando è posato il primo mattone. Sorge così quello che noi conosciamo come l’ex Istituto per sordomuti “Lorenzo Prinotti”, in corso Francia n. 73, nell’isolato compreso tra le vie Bruino e Trana.

Non si trova nella “Gazzetta Piemontese” la notizia del trasferimento nella nuova sede alla barriera di Francia. Un documento del Servizio Edifici Municipali della Città di Torino del 2012, sostiene che l’inaugurazione della nuova Casa ha luogo il 1° luglio del 1894, senza particolari festeggiamenti.

La sede di via San Quintino è venduta alle Suore della Consolata di Torino (“La Stampa”, 24 dicembre 1896).

Ringrazio il signor Aurelio Sartor per le foto.

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Articolo pubblicato il 07/05/2016