Salute, Italia: nel 2015 si riduce l'aspettativa di vita. E in Piemonte?

Per la prima volta nella storia del nostro Paese. Prevenzione a corto di 930 milioni di euro

Su richiesta delle opposizioni, dopo lunga attesa, nel corso della seduta di ieri, l’assessore alla Sanità ha svolto una comunicazione in Consiglio regionale sugli investimenti in edilizia sanitaria in Piemonte.

L’assessore ha premesso che “il fondo sanitario nazionale di 8 miliardi all’anno deve finanziare, nel tempo, non solo il funzionamento della sanità pubblica ma anche gli investimenti in edilizia sanitaria e in tecnologia.

“ Per questa ragione,  precisa Saitta, in questi mesi abbiamo messo in campo strumenti per una gestione più efficiente che, senza penalizzare i servizi, liberasse fondi da investire”.

In particolare, l’assessore ha ricordato la manovra di contenimento della spesa farmaceutica attraverso la concorrenza tra aziende, la centralizzazione delle gare e la riorganizzazione delle strutture ospedaliere. “Abbiamo un patrimonio molto vecchio – ha sottolineato - e molti edifici ospedalieri sono in forte deficit, con strutture vecchie e antiquate e spese di gestione molto elevate.

Se a questo aggiungiamo che un decreto del governo prevede il rientro per tutti gli ospedali in deficit – nel 2014 le Molinette, ad esempio, presentavano un disavanzo di 180 milioni, oggi fortemente ridotto – si comprende che dobbiamo affrontare il tema con scelte coraggiose”. 

Critici con la relazione dell’assessore i consiglieri del Movimento 5 Stelle, che hanno ribadito la richiesta di poter discutere in Consiglio regionale una delibera con le indicazioni delle localizzazioni dei nuovi ospedali, le loro motivazioni tecniche ed economiche, i piani di riqualificazione energetica e le destinazioni degli edifici dismessi.

Il gruppo ha inoltre evidenziato le criticità legate al partenariato pubblico privato e ha proposto una banca dati dell’edilizia sanitaria che evidenzi le inefficienza dal punto di vista sia energetico e sia organizzativo.

Critica anche Forza Italia, che ha sottolineato come l’ultima delibera sugli investimenti in edilizia sanitaria risalga al 2007 e che si tratta  di una competenza del Consiglio regionale.

Nel dibattito è infine intervenuto il presidente della Commissione Sanità, sottolineando la disponibilità della Commissione a proseguire il confronto su un tema così importante, e annunciando che il Partito Democratico presenterà un ordine del giorno per promuovere progetti sostenibili di edilizia sanitaria.

Valuteremo nel dettaglio le singole indicazioni che l’assessore svilupperà in Consiglio, oltre alle posizioni che più nello specifico, esprimeranno i consiglieri. Non si è accennato ai tagli importati che tra il 2015 e l’anno in corso, hanno penalizzato le strutture ospedaliere sul territorio, a prescindere dalla vetustà. La soppressione dei primariati, le lunghe code di accesso ad esami di laboratorio e strumentali, alle visite specialistiche ed ai ricoveri, rappresentano una piaga ricorrente del nostro sistema sanitario.

Non sono stati ancora diffusi i dati sulla ricaduta effettiva sulla popolazione piemontese, delle scelte che da circa re anni stanno adottando i governatori regionali, da Cota a Chiamparino.

Il campanello d’allarme ci arriva d Roma.

L’aspettativa di vita degli italiani, per la prima volta nella storia del nostro Paese, è in calo. Si tratta dell'indicatore statistico che esprime il numero medio degli anni di vita di un individuo all'interno di una popolazione, noto anche come speranza di vita alla nascita.
A certificare il calo è l'ultimo rapporto Osservasalute, curato dall'Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, secondo cui il fenomeno è collegato alla riduzione della prevenzione. «Il calo è generalizzato, normalmente un anno ogni quattro anni è un segnale d'allarme. Anche se dovremo aspettare l'anno prossimo per vedere se è un trend. Siamo fanalino di coda nella prevenzione nel mondo, e questo ha un peso», ha spiegato il professor Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio.

Il fenomeno ha pochissimi precedenti in Occidente: «L'unico in un paese democratico è la Danimarca 21 anni fa», ha precisato Ricciardi. L'altro caso riguarda la Russia, dopo la caduta della dittatura comunista. In Danimarca all'allarme statistico hanno fatto seguito «massicci investimenti in prevenzione, per contrastare i fattori di rischio come il fumo, l'alcol e la sedentarietà. I risultati ottenuti sono stati incredibili. Noi stiamo cominciando a vedere un segnale d'allarme, speriamo che possa essere immediatamente invertito».

Con quali misure? Riusciranno Saitta e Chiamparino a percepire e scongiurare questo rischio?

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Articolo pubblicato il 27/04/2016