Un interessante studio della ASL Roma A e del Policlinico Umberto I per la corretta erogazioni di prestazioni sanitarie nell'ottica di ottimizzare le risorse salvaguardando la salute

Negli ultimi anni l’esposizione dei pazienti alle radiazioni ionizzanti per esami diagnostici è cresciuta in modo esponenziale. Vi è stato una notevole evoluzione delle tecnologie impiegate che hanno permesso di raggiungere risultati impensabili anche solo alcuni decenni orsono;sono state  ideate nuove attrezzature  ormai indispensabili  al miglioramento delle diagnosi rapide ed approfondite di malattie la cui difficoltà nell'individuarle precocemente, le rendeva incurabili.

lavorTale evoluzione tecnologica ed il  poter disporre di nuovi avanzati strumenti ha però fatto si che  venisse incrementata notevolmente l'esposizione complessiva dei pazienti. Dai dati della letteratura viene evidenziato  tale incremento, specie in seguito all'utilizzo di metodiche come la TC, la PET e la RM.  Vi sono alcuni indubbi vantaggi nel poter disporre di simili attrezzature, a cui però corrisponde un rovescio della medaglia, rappresentato dalla possibilità che le metodiche vengano utilizzate in modo  incongruo, con potenziali rischi per i pazienti, quali l'insorgenza di malattie derivanti da una eccessiva esposizione alle radiazioni, come le leucemie, modificazioni genetiche e insorgenza di tumori che saranno tanto più frequenti, quanto più aumenterà la dose assorbita dal paziente. 

E' ovvio che si debba evitare qualunque tipo di procedura che possa danneggiare il paziente, specie in età pediatrica, periodo in cui i rischi in soggetti di giovane età sono particolarmente  elevati.  E' necessario che una procedura venga giustificata e siano fornite rigorose linee guida tese alla protezione delle persone sottoposte alle metodiche radiografiche. Alcuni studi condotti in vari Paesi hanno evidenziato come molti medici e professionisti della salute non siano effettivamente informati sui rischi connessi alle radiazioni mediche e sulla quantità della dose erogata nell’esecuzione dei test più importanti e delle procedure interventistiche.

I criteri relativi all'appropriatezza in Radiologia Diagnostica rappresentano uno sforzo importante volto a stabilire le situazioni in cui il ricorso a tecniche di imaging debba  essere usato in medicina. Tale tematica è stata esaminata ed approfondita in un documento elaborato dalla ASL Roma A  e dal Policlinico Umberto I al fine di permettere  sostanziali miglioramenti dei  criteri necessari per permettere il rispetto degli standard attuali per linee guida  di ogni metodica. E' pertanto necessario che dalle istituzioni preposte alla salvaguardia della salute vengano forniti  suggerimenti concreti per migliorare la base di criteri di appropriatezza.

Oggi le tematiche relative all'appropriatezza  sono rappresentate dalla somma di esperienze  e discussioni sulla  letteratura medica, cui seguono una sintesi ed una valutazione  dei risultati.  Questa riassume  le raccomandazioni del gruppo per le procedure o trattamenti basati su rischi e benefici di ogni metodica relativa all'imaging. Inoltre questa tipologia di studi fornisce stime dei livelli di radiazione cui è soggetta la popolazione, stime  relative alle procedure diagnostiche che utilizzano radiazioni ionizzanti e le opportune   indicazioni. Le raccomandazioni relative alla prescrizione delle metodiche, ovviamente, non intendono limitare la libera scelta del medico che prescrive l'esame, ma confortarla con un aggiornamento sulle conoscenze nel settore della diagnostica strumentale.

A Roma, l'Azienda Sanitaria RM A ed  il Policlinico Umberto I, con il loro lavoro congiunto sono giunti alla elaborazione, validazione e condivisione dei criteri di appropriatezza enunciati sulla base della revisione della letteratura specialistica nazionale ed internazionale. I medici prescrittori sono invitati a tenerne conto rifacendosi alla definizione, condivisa a livello internazionale, secondo cui una prescrizione è appropriata se oltre ad essere efficace, viene erogata a quei soggetti che ne possano realmente beneficiare, con la modalità assistenziale più idonea e con le caratteristiche necessarie a garantirne effettivamente l'utilità, cercando in tale modo di ottimizzare i servizi, migliorandone la qualità e consentire un risparmio alla spesa sanitaria effettuando esami mirati solo nel caso di reale necessità.  

Gli obbiettivi delle raccomandazioni prodotte sono dunque il migliorare l'appropriatezza prescrittiva per ecogridurre i tempi di attesa e favorire l'accesso all'esame a chi ne ha maggiormente bisogno. Questo deve avvenire  in tempi garantiti per poter migliorare i risultati clinici attraverso una erogazione rapida della prestazione, in modo che si possa giungere ad una diagnosi rapida ed efficace in tempi utili, così che il medico possa essere  posto nelle condizioni di decidere rapidamente le terapie idonee.

In tale modo si riescono ad  ottimizzare le risorse e a correggere lo squilibrio esistente tra due esigenze: da un versante la pressante domanda di salute di una popolazione con progressivo e costante incremento dell'età, sempre più attenta al valore-salute e alle opportunità del progresso scientifico-tecnologico; dall'altro l'offerta di assistenza sanitaria pubblica contenuta in Italia, come in tutti i Paesi sviluppati, entro precisi vincoli finanziari, raggiungendo equità nella utilizzazione dei servizi sanitari e nell'accesso a parità di bisogni.

Il progetto prevede indicazioni di appropriatezza e di inappropriatezza per la prescrivibilità delle metodiche, al fine ridurre il più possibile richieste inappropriate.Il gruppo di esperti ha evidenziato come sia necessario un esame approfondito del paziente, ribadendo il principio secondo cui La Risonanza Magnetica, la  TAC, ed ecografia non debbano considerarsi esami di screening da applicare alla popolazione generale.

Tali esami dovrebbero essere richiesti solo quando il risultato dell'esame può modificare i successivi comportamenti assistenziali e la qualità di vita del paziente. Nella richiesta dell'esame va sempre specificato il dubbio clinico ed il quesito diagnostico. Nelle “urgenze” (patologia acuta) la prescrizione, in linea generale, deve riguardare solo il Distretto interessato. La tempistica dei controlli è demandata allo specialista e a definiti percorsi assistenziali e terapeutici.

Pertanto il progetto riguardante l'appropriatezza prescrittiva, dell'ecografia, della RMN, della TC, ha l'obiettivo di ridurne la quota di prescrizioni inappropriate. Il fine è quello di rendere il SSN capace di valutare  il reale bisogno di prestazioni e, quindi, di far coincidere la domanda di prestazioni con il bisogno individuato. La riduzione della domanda non appropriata si inserisce in una politica tesa sempre più alla razionalizzazione della spesa e ad una allocazione equa ed appropriata delle risorse cronicamente limitate, al fine di migliorare costantemente l'erogazione  di prestazioni indispensabili al mantenimento della salute del cittadino-paziente.

Per chi desidera approfondire l'argomento, il documento completo relativo a tale tematica è scaricabile dal sito:

http://www.aslrma.com/auslromaa/images/stories/Processi_Produttivi/APPROPR._DIAGN_IMMAGINI09.01.08.pdf

 

 

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Articolo pubblicato il 29/04/2016