Crediti inesigibili delle banche italiane

L'eurodeputato Mario Borghezio sospetta un'errata valutazione

  Mario Borghezio, deputato della Lega Nord al Parlamento europeo, ha inviato alla BCE un'interrogazione in cui denuncia come nel fallimento pilotato delle banche italiane Popolare dell'Etruria, Banca Marche, Carife, Cari-Chieti si sia notato che il valore dei crediti inesigibili era stato abbassato a meno di un quinto.

"Le banche in questione - ricorda Borghezio -  avevano già svalutato i prestiti in default a 40cents. su ogni euro con una procedura, coordinata con la UE, aveva peggiorato la stima nei bilanci. Ogni euro di prestiti a una famiglia o a un'azienda insolvente valeva a quel punto 17,5cents".

Il segnale di una possibile applicazione di un trattamento simile anche al valore dei ca. 200 miliardi di crediti inesigibili del complesso delle banche italiane contribuì ad innescare perdite di borsa del 40%.

"Ci si accorge oggi - afferma ancora Borghezio - dalla presentazione sul bilancio delle "nuove" banche sorte dopo il fallimento che le predette sofferenze valgono in realtà circa 5 cents di più per ogni euro, valore ben più positivo di quello inizialmente stabilito in coordinamento con la UE che  ha choccato l'intero sistema".

Nelle banche italiane, dunque,  vi sarebbero 10 miliardi di perdite in meno del preventivato, ma la considerazione dell'acquisto da parte di fondi salva-banche di un sistema di sofferenze gonfiate potrebbe portare a nuove drammatiche distorsioni del mercato.

"Non ritiene la BCE - ha concluso l'europarlamentare della Lega Nord -  di dover porre chiarezza nel sistema bancario italiano per evitare nuovi tracolli e di intervenire per individuare le responsabilità di una valutazione dannosa per l'intero sistema bancario?".

Affermazioni che possono indurre a riflessioni assai profonde soprattutto sulla possibile esistenza di una sorta di protezionismo verso il potere economico che è l'unica vera ricchezza di ogni nazione, o almeno lo era prima dell'adozione della moneta unica o euro che dir si voglia.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 23/04/2016