R.I.P. Prince. May U live 2 see the dawn

Some say a man ain't happy truly until a man truly dies
Oh why, oh why?
(Sign "O" the times)

..già..chissà se è morto felice... Certo la sua vita è stata un travaglio di passioni sofferte e di lotte per mantenersi puro in mondo di lupi. Discograficamente parlando e non solo.

Ma lui é Prince. O purtroppo, lo era.

Un piccolo uomo con una spiritualità così forte da disturbare chi l’anima l’ha venduta da tempo.

E il film “Purple rain” dice tutto del suo essere figlio, amante, artista e uomo.

Una personalità così determinata da mandare affanculo (perdonatemi, ma stasera ci sta tutto) una carriera per fedeltà e coerenza ai propri ideali.

E un bel giorno d’Aprile un uomo così muore, solo.

Perdonatemi ma sono arrabbiato con chi o con cosa si sta portando via l’essenza della nostra cultura musicale, leader indiscussi, veri talenti e, permettettemi, simboli storici della nostra generazione.

Non è facile rimanere freddi e compassati nel recensire notizie del genere e mi scuso per l’introduzione di questo mio articolo, ma se scrivo di musica è perchè la musica la amo davvero, perchè credo nel grande potere della comunicazione di questa forma artistica che è un dono divino.

E Prince lo aveva.

Basta scorrere le pagine dei social per vedere quanti musicisti stasera piangono la sua scomparsa. Ne cito uno fra tutti, Alberto Fortis, che sulla sua pagina facebook scrive così:"Ti ringrazio perché gli Artisti come Te non nascono più: non sappiamo più essere black&white,dolci e crudeli,seri e ridicoli: non sappiamo più essere Artisti Liberi e Veri".

Sono amareggiato come tanti di voi perchè la maledizione del 2016 colpisce ancora.

Anche “Prince” Roger Nelson ci ha lasciati.

Ci ha lasciato un artista che nel mio cuore ha tracciato un segno indelebile, un artista che mi ha fatto sognare di attraversare l’America a bordo di una “Little red Corvette”, che mi ha insegnato come la strada della vita sia difficile da percorrere e che la salvezza dell’anima si ottiene solo attraverso la scalata di una ripidissima “Ladder”, che per conquistare una ragazza bisogna diventare la sua fantasia, in modo da ottenere le sue attenzioni ed il fatidico “Kiss”.

Ci ha lasciato uno degli artisti più originali ed eclettici della storia della musica contemporanea, un musicista che con la sua sensualità e la sua arte pura ha segnato un crossover fra i generi musicali, apprezzato sia dal pubblico che dalla critica: la sua musica ha coinvolto diversi stili come funk, il rock classico e il pop, il tutto contaminato spesso da influenze rap e rock sinfonico.Tanto da meritarsi l’appellativo di “The Genius”.

Un genio che è stato per innovazione ed originalità, insieme a Terence Trent D’Arby, la vera icona degli anni ’80: album come “1999” e “Sign ‘o the times” piuttosto che “LoveSexy” hanno rappresentato pietre miliari di un’epoca. E naturalmente “Purple Rain”, capolavoro assoluto, compendio della grandezza di un artista completo, inimitabile: testi graffianti, a volte con pesanti allusioni sessuali, musiche mai sentite fino a quel momento, schitarrate lancinanti, l’album venne concepito come colonna sonora di un film omonimo, una pellicola unica nel suo genere, talmente particolare che venne proiettato in lingua originale con sottotitoli, proprio per non far perdere al pubblico il feeling originale. Primo nella classifica dei singoli, primo nella classifica degli album, primo nella classifica dei film: questo è stato “Purple Rain”. Un risultato ottenuto solo dai Beatles con il film e l’album omonimo.

Poi dagli anni ’90 in avanti un’altalena di risultati, complice sia l’insuccesso di “Graffiti Bridge” ideale séguito di “Purple Rain”, un flop totale, sia l’incrinarsi definitivo dei rapporti, per altro mai idilliaci, del genio con le major discografiche: album incisi e mai stampati, album incisi e quasi rinnegati, tanto da rinunciare al proprio nome, nel 1992, con la pubblicazione proprio di “The love symbol album”.

Nonostante tutto Prince rimane “The Genius”, l’unico e il solo, tanto che il 15 marzo 2004 entra nella Rock and Roll Hall of Fame. Alicia Keys, durante il discorso di introduzione, lo presentò così: “Ci sono molti re. Re Enrico VIII, Re Salomone, Re Tut, Re James, King Kong e i Three Kings. Ma c'è solo un 'Prince'”.

R.I.P. piccolo grande uomo.

 

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Articolo pubblicato il 22/04/2016