Torino, una piacevole immersione nella capitale dell’800

Milo Julini presenta ”La Polizia di Torino Capitale dal 1848”.

Nei giorni scorsi, nella prestigiosa e storica aula del Convitto Nazionale Umberto I°, nell’ambito del ciclo di conferenze “Tra storia e attualità”, organizzato dall’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano - Comitato di Novara-VCO e dalla Sezione di Torino dell’Associazione Mazziniana Italiana, Milo Julini ha piacevolmente dissertato sulle sue recenti ricerche storiche. Julini è autore di numerosi articoli e di pregevoli libri che trattano la Storia del Piemonte e del Risorgimento.

In tale sede, l’autore si è soffermato in modo particolare su “La Polizia di Torino capitale dal 1848. Dalla nascita della Polizia alle notizie sui Commissariati della Questura di Torino”, scritto in collaborazione con Paolo Valer ed edito da Daniela Piazza nel 2014.

La Prefazione di questo libro, curata dal Questore di Torino Aldo Faraoni, prematuramente scomparso, sottolinea il valore scientifico della ricerca compiuta dagli autori al fine di dar luce ad una storia di cui pochi si sono occupati

Tra i pregi di Julini che è autorevole e assiduo collaboratore di Civico20News, c’è quello di vestire i panni del pedago culturale. Infatti alla sua opera non assegna un traguardo di arrivo e di completezza. Intende invece stimolare i docenti di Storia del Risorgimento affinché coagulino ricerche e contributi per completare ancor più la traccia sapientemente postata.

Al lettore curioso questa presentazione riserva campi affascinanti e vasti, per ulteriori approfondimenti.

Infatti l’autore con una presentazione verbale anche accattivante ed estesa, a fianco a personaggi della storia del nostro Piemonte, noti al grande pubblico, da Carlo Alberto a Massimo d’Azeglio sino a Camillo Cavour, non manca di scoprire e presentare, ruoli fondamentali  svolti da altre figure che, hanno contribuito a tracciare un solco nella legislazione del Regno di Sardegna o nell’organizzazione della Stato preunitario.

Così risulterà agevole ripercorrere le fasi culminanti dell’opera di Luigi Des Ambrois de Nevache, più volte Ministro e plenipotenziario di Stato, il ruolo del Senatore Fabrizio Lazari, la figura di Cesare Alfieri di Sostegno, Diplomatico, Ministro e Presidente del Consiglio, del ministro degli interni Pier Dionigi Pinelli, del questore e senatore del Regno Alessandro Pernati di Momo e di molti altri, minori per la storia, ma a loro modo significativi.

L’altro aspetto non meno interessante ci ha condotto alla dislocazione topografica di uffici e sedi di attività istituzionali nella Torino risorgimentale. Dalla sede della Pubblica Sicurezza a palazzo Madama, attigua al Senato del Regno ed all’osservatorio  astronomico, sino all’attuale questura di corso Vinzaglio.

Per coloro che, a ragione considerano ancor oggi un vulnus il trasferimento della capitale a Firenze, Julini fornisce precisazioni interessanti circa la paternità della strage che messa in atto dalla Pubblica Sicurezza, decimò ben 52 inermi cittadini tra le piazze Castello e San Carlo.

Quel corpo si era distinto in crudeltà e disprezzo verso i manifestanti e non a caso, l’unità torinese fu poi sciolta con la dispersione dei graduatati. Non sono mancate, oltre alle benemerenze ed alle virtù, l’emersione di pagine opache per l’intreccio tra forza pubblica e malavita. Intrecci deprecabili che ci fanno amaramente ricordare come I comportamenti umani non virtuosi, anche a distanza di oltre un secolo, a volte ritornano.

Ottima accoglienza di pubblico, interessato e partecipe. La lettura del libro potrebbe, oltre ad arricchire la nostra erudizione, farci riflettere sul ruolo di Torino, non più capitale di Stato che dopo aver raggiunto l’apice quale centro europeo dell’industria e della scienza, oggi sembra un po reclinata su se stessa.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 22/04/2016